“I tre operatori di Emergency devono ricevere dal governo italiano la massima assistenza e tutto il sostegno, senza se e senza ma. Le insinuazioni e le accuse lanciate nei loro confronti stanno perdendo forza col passare delle ore e al momento pesano sull’azione del governo le parole del ministro della Difesa che si è riferito ai nostri connazionali accostandoli al termine ‘infiltrati’.” Lo dicono i senatori del Pd Roberto Della Seta e Francesco Ferrante.
“Non si può che constatare – proseguono i due senatori del Pd – come in queste ore il centrodestra e il governo abbiano tentato di strumentalizzare la vicenda, col fine per nulla nascosto di delegittimare l’azione di Emergency, che da anni svolge una fondamentale azione nei più tragici teatri di guerra, curando tutti coloro, senza nessuna distinzione, sono vittime dell’atrocità dei conflitti. Solo in Afghanistan dal 1999 a oggi la Ong di Gino Strada ha curato gratuitamente oltre 2.500.000 cittadini afgani e costruito tre ospedali, un centro di maternità e una rete di 28 posti di primo soccorso. L’opinione pubblica italiana, molto scettica sulle accuse formulate nei riguardi dei tre cooperanti, segue con grande attenzione la vicenda, e dunque il Governo ha il dovere di tenere informato il Parlamento. Ci auguriamo – concludono Ferrante e Della Seta – che venga fatta piena luce sulla questione in modo da mettere in condizioni la Ong di poter tornare a lavorare con serenità , e al contempo di dare sicurezza ai suoi collaboratori, visto che l’ospedale di Lashkar Gah opera in una situazione di estrema difficoltà ”.
Basell: intervenga il Governo, riparta il tavolo di confronto con l’azienda
“Domani, martedì 13 aprile, è la data che la dirigenza della Basell ha più volte indicato come quella entro cui sarebbe stata avviata la procedura di cessazione dell’attività della sede ternana. Mai come adesso è urgente la riapertura del confronto e l’impegno fattivo del ministero dello Sviluppo economico a invitare ufficialmente la Basell a recedere dalla volontà di chiudere il sito industriale di Terni, per evitare il collasso dell’intero polo chimico ternano” – lo dichiara il senatore del Pd Francesco Ferrante, che insieme ai colleghi Annarita Fioroni e Mauro Agostini ha presentato una nuova interrogazione urgente al ministro Scajola, dopo quella presentata sullo stesso argomento il 23 febbraio alla quale ancora il Governo non ha voluto rispondere.
“Il sito ternano della Basell – continua Ferrante – pur in una situazione di crisi industriale e finanziaria generale, ha già operato processi di razionalizzazione del personale e ottimizzazione dei costi di gestione, ottenendo utili importanti, costanti e significativi negli ultimi anni, risultando il più competitivo nel panorama europeo salvaguardando fette di mercato specifiche e livelli di sicurezza eccellenti.
Sebbene vi sia stata dalle istituzioni locali una grande e costante attenzione nei confronti della vicenda, che interessa il futuro di centinaia di famiglie, da parte dell’azienda non sono arrivati segnali diversi dalla chiusura finora annunciata.”
“Sicuramente bene hanno fatto il Comune di Terni e la Provincia a richiedere nuovamente al Ministro Scajola la riapertura del confronto per tentare tutte le strade possibili affinchè non venga spazzata via una intera realtà industriale, quale è il polo chimico ternano, salvaguardando così il futuro economico e lavorativo di migliaia di persone. Sarebbe davvero ‘criminale’ una disattenzione del Governo Berlusconi su questa vicenda. Deve essere scongiurata la chiusura e va perseguito l’obiettivo di impegnarsi seriamente nella ricerca delle risorse che servano anzi a rilanciare la chimica a Terni puntando su produzioni innovative in grado di competere nel mercato globalizzato – conclude Ferrante.
Nucleare: da Parigi stangata per i cittadini italiani
AFFARE PER POCHI, COSTI PER TUTTI I CONTRIBUENTI
Continuano gli esponenti ecodem – “E’ veramente un affare per pochi, mai dai costi altissimi per la comunità in termini economici, ambientali e per la salvaguardia della salute, quello che viene messo nero su bianco in queste ore a Parigi.
Gli italiani devono sapere che grazie a questi accordi italo-francesi si spenderanno miliardi di euro per avere energia atomica non prima di 15 anni e che, come dimostrato da uno studio del Cesi Ricerca del 2008, con la costruzione di 4 reattori EPR di terza generazione evoluta da 1.600 MW l’uno, risparmieremmo, dal 2026 in poi, appena 9 miliardi di metri cubi all’anno di gas naturale, pari al 10% dei consumi attuali e al contributo di un rigassificatore di media taglia.
Questi reattori francesi, che potranno essere posizionati dove lo decideranno le aziende, e saranno equiparati a siti militari, non garantiscono certo l’autarchia energetica all’Italia come si vorrebbe far credere, e infatti per gestire finanziariamente la costruzione di centrali nucleari gli operatori hanno bisogno di avere garanzia dal Governo sull’acquisto e un prezzo minimo per il Kilowattora nucleare.”
“L’unica strada percorribile, dove a vincere e a guadagnarci sono tutti, in termini economici e ambientali, è invece quella dell’efficienza energetica e dell’espansione dell’uso delle energie rinnovabili, dove, come dimostra il rapporto illustrato proprio oggi da Legambiente e Banca di Credito Cooperativo, famiglie, aziende, enti pubblici, risparmiano soldi in bolletta, alimentando quella green economy che vale già centinaia di milioni di euro.” – concludono Ferrante e Della Seta.