“Francamente non capiamo, e non lo capiscono i romani, come Alemanno possa aderire al patto dei sindaci delle città europee sugli accordi per la sostenibilità energetica e ambientale, quando la Capitale sembra ripiombata negli anni 80, tanto annaspa nel traffico caotico e nel parcheggio selvaggio. Forse pensa che il green-washing a uso e consumo dei media possa coprire il vuoto delle sue politiche per l’ambiente. Per l’amministrazione di centrodestra a Roma, è ormai palese, ‘zeru tituli’ per quanto riguarda le politiche serie e innovative di lotta all’inquinamento e alle emissioni dannose per il clima”. Lo dicono i senatori del Pd Roberto Della Seta e Francesco Ferrante.
“Ieri il Corriere della Sera – continuano i senatori del Pd – ha festeggiato i primo biennio dell’amministrazione Alemanno mettendo nero su bianco le cose tantissime cose che a Roma non vanno o non sono state fatte. Il forum del giornale è stato inondato di commenti negativi, e non si può certo dar torto ai cittadini imbufaliti per una città mal amministrata, clamorosamente peggiorata: prima azzerate e poi fortemente ridimensionate le strisce blu, ridotti gli orari delle Ztl nel centro storico, ridotte le corsie preferenziali, nessuna seria misura di limitazione del traffico privato malgrado i superamenti sistematici dei limiti d’inquinamento per le polveri sottili, parcheggio libero per i grandi pullman turistici, corridoi della mobilità scomparsi, e la lista potrebbe continuare. Con questo curriculum Alemanno se ne va a Bruxelles. E cosa farà quando i colleghi gli chiederanno dell’incredibile posizione negazionista dei parlamentari italiani di centrodestra sui cambiamenti climatici?
Posizione assurda e in completa controtendenza rispetto a tutti i governi europei, ma che non stupisce, se si considera – concludono Ferrante e Della Seta – come la Capitale stessa del nostro Paese stia diventando sempre più una città ‘anti-ecologica’”.
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Rifiuti: grave la mancanza dei dati sugli “speciali” nel rapporto Ispra
“Se il rapporto odierno sulla produzione dei rifiuti urbani in Italia elaborato dall’Ispra fornisce un dato confortante sulla diminuzione dei rifiuti urbani nel nostro Paese è invece preoccupante l’assenza dei dati relativi ai rifiuti speciali, che non vengono resi noti dal 2006. Chiedo al ministro Prestigiacomo quali sono i motivi che stanno causando questo grave ritardo sulla pubblicazione dei dati sui rifiuti speciali, che sono importantissimi in considerazione dei pericoli per la salute pubblica e per la tutela dell’ambiente e per il ruolo che la criminalità organizzata svolge in questo ‘settore’ in tutto il Paese”. Lo dice il senatore del Pd Francesco Ferrante, preannunciando in merito un’interrogazione parlamentare al Ministro dell’Ambiente.
“Se è positiva la riduzione dei rifiuti urbani registrata nel 2008 ed è prevedibile che, purtroppo a causa della crisi economica, questa riduzione sarà ancora più marcata nel 2009 – prosegue Ferrante – ci preoccupa che ancora troppi rifiuti finiscano in discarica. Il modo peggiore per smaltirli. Ma ancora più preoccupante è l’inspiegabile assenza dei dati sui rifiuti speciali. Il ciclo di quei rifiuti nel nostro Paese – continua l’esponente ecodem – è caratterizzato da gravissimi problemi con conseguenti rischi ambientali, come riporta annualmente il Rapporto Ecomafia di Legambiente, e sanitari, come dimostrato dagli studi epidemiologici condotti da diversi istituti quali l’Organizzazione mondiale della Sanità , l’Istituto superiore della Sanità , Cnr e alcuni Osservatori epidemiologici regionali.
Nel 2006 sono scomparsi nel nulla 31 milioni di tonnellate di rifiuti speciali, per un business illegale annuo stimato in circa 7 miliardi di euro, una piccola legge finanziaria a spese dell’ambiente, della salute dei cittadini e dell’attività delle aziende che rispettano la legge. Gli smaltimenti illegali di rifiuti speciali sono il core business dell’ecomafiai. Se l’assenza di queste rilevazioni sui rifiuti speciali è dovuta unicamente ad una, colpevole, carenza di fondi – conclude Ferrante – chiedo al ministro Prestigiacomo di stanziare immediatamente per l’Ispra le risorse necessarie per l’aggiornamento annuale”.