Manovra: spunta batosta per onlus, ma salvi i doppi stipendi dei Ministri

“Vuoto assoluto sulla green  economy per rilanciare lo sviluppo”.
 
“Gli ecodem condividono senza incertezze la scelta responsabile del Pd di consentire l’approvazione in tempi rapidi della manovra finanziaria, ma il Governo ha messo in cantiere una batosta che colpirà  le tasche degli italiani più deboli e che ripropone il vuoto assoluto di politiche per lo sviluppo. Ora sembra che per raschiare il fondo del barile Tremonti voglia colpire anche il terzo settore, riducendo le detrazioni sui versamenti dei cittadini in favore delle onlus, e quindi scoraggiando tale pratica. E sarebbe davvero odioso se fosse confermato che la scure tremontiana risparmierebbe invece le erogazioni in favore dei partiti e in generale il taglio dei costi della politica, a partire dai doppi stipendi dei ministri e l’eliminazione dei vitalizio”. Lo dicono i senatori del Pd Francesco Ferrante e Roberto Della Seta.
“Nella manovra – continuano i senatori ecodem – non c’è una nessuna norma che vada nella direzione dello sviluppo sostenibile, anzi la misura della detrazione del 55%  per migliorare l’efficienza energetica delle case italiane non viene nemmeno stabilizzata, sebbene abbia garantito in questi anni  un giro d’affari di  11 miliardi di euro, coinvolgendo migliaia di imprese nell’edilizia e nell’indotto del settore. C’è poi una pericolosa norma ad centralem, quella cioè che scavalcando il Consiglio di Stato e le prescrizioni di legge italiane e europee in materia ambientale dà  il via libera all’Enel di inquinare con la centrale a carbone di Porto Tolle, e due semplici commi che prevedono che lo Stato possa dare in pagamento ai propri creditori, al posto delle somme dovute, i propri beni di valore storico, culturale e paesaggistico. E’ stata invece sventata grazie al Pd la norma sugli ammortamenti che avrebbe colpito fortemente il settore dell’idroelettrico, l’ennesimo attacco alle rinnovabili di questo Governo, ma ciò  – concludono i senatori –   non toglie il fatto che dopo l’approvazione della manovra occorre un nuovo Governo che restituisca al Paese crescita e fiducia”.

Manovra: per Porto Tolle pericolosa norma ad centralem

“Occorre riconversione che tuteli lavoro e salute pubblica”.

“Cassata la famigerata norma ad aziendam contenuta nella manovra,
andrebbero rispediti al mittente anche i commi dell’articolo 35 che si
configurano invece come uno spudorato aiuto ad centralem, nel caso
specifico quella di Porto Tolle che il Governo vorrebbe a tutti i costi far
riconvertire a carbone, in spregio della sentenza del Consiglio di Stato
che ha bocciato il progetto.
àˆ auspicabile che il passaggio in Parlamento  corregga la norma evitando un
pericoloso precedente, che in maniera eclatante va contro le normative
italiane sulla valutazione di impatto ambientale e verrebbe certamente
impugnata dall’ Europa, data la sua incompatibilità  con tutte le norme di
legge  e persino del buon senso.”
Lo dichiarano i senatori del Pd Francesco Ferrante e Roberto Della Seta,
annunciando emendamento abrogativo della norma.
“Il carbone – continuano i senatori – è il meno caro dei combustibili
fossili ma anche il più sporco in assoluto, tant’ è che  dalla centrale una
volta riconvertita a carbone di Porto Tolle uscirebbero ogni anno 10
milioni di tonnellate di anidride carbonica, il principale gas dell’effetto
serra. Senza contare poi la movimentazione, in un parco naturale già 
fragilissimo, di 5 milioni di tonnellate di carbone all’anno e di un altro
milione di tonnellate tra calcare, gessi e ceneri. Parliamo dunque di
livelli di inquinamento elevatissimi, che non possono  finora essere
abbattuti da un impianto di Ccs (carbon capture and storage): l’unico
impianto sperimentale in Italia, quello di Brindisi, riesce solo a
catturare lo 0,615% dei milioni di tonnellate di anidride carbonica emessa.
Il Consiglio di Stato non aveva fatto altro che ristabilire l’obbligo che
dovrebbe essere scontato per la commissione Via, ovvero quello di
analizzare tutte le alternative possibili. Il governo come troppo spesso
gli accade vorrebbe utilizzare la  legge per vanificare una sentenza: è
inaccettabile”.
“Per Porto Tolle – concludono Ferrante e Della Seta – bisognerebbe invece
seriamente riprendere in considerazione l’ ipotesi di riconversione che non
mettano l’una contro l’altra le ragioni  dell’ambiente e dell’occupazione”.

L’Autorità  per l’energia elettrica e il gas sottolinea importanza rinnovabili

“Bene la Relazione annuale dell’Autorità  per l’energia e il gas, documento
che ribadisce l’indipendenza dell’organismo e evidenzia la cialtroneria e
sciatteria del Governo Berlusconi.”
Lo dichiara il senatore Francesco Ferrante, responsabile per il Pd delle
politiche relative ai cambiamenti climatici.
“Dall’Autorità  – aggiunge Ferrante –  è giunta la presa d’atto del
definitivo abbandono del nucleare, e un richiamo all’impegno fondamentale
di misure volte a contrastare i cambiamenti climatici.
L’Authority ha poi ribadito la necessità  di proseguire sul cammino delle
liberalizzazioni, che in Italia nel campo energetico sono ancora lontane
dal compimento, e ha sottolineato l’importanza delle energie rinnovabili e
dell’efficienza energetica, richiamando l’attenzione sulla valenza dei
sistemi di accumulo e sul ruolo che possono svolgere le rinnovabili
termiche  in un immediato futuro.
Nella relazione si è giustamente indicata la green economy quale possibile
volano di sviluppo e utile contributo alla produzione di energia nel nostro
Paese, con la necessità  che cresca sempre di più una filiera tutta
italiana”.
“Appare dunque – conclude Ferrante –  ancora più assurdo il tentativo di
una parte del Governo di portare avanti lo sconsiderato attacco agli
incentivi alle rinnovabili, che possono consentire tutto ciò che è stato
auspicato oggi dall’Authority”.

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