Ponte stretto: appello per chiudere la S.p.a.

“Se in Italia c’è una grande opera di cui quasi nessuno, a ragione, sente l’utilità  è proprio il progetto del Ponte sullo Stretto, che, se mai dovesse essere realizzato, costerebbe la cifra stellare di 6 miliardi di euro. Dopo decenni di spreco intollerabile di denaro pubblico per progetti, consulenze varie e farsesche pose della prima pietra è giunto il momento di sciogliere la Stretto di Messina s.p.a, e fermare questo intollerabile drenaggio di risorse e fondi”. Lo dichiarano i senatori del Pd Francesco Ferrante e Roberto Della Seta, che aggiungono – “Abbiamo presentato un disegno di legge per sopprimere la Società , che già  nella scorsa legislatura era ad un passo dal chiudere definitivamente, ma che l’allora ministro Di Pietro preferì tenere in vita, e che perciò ha continuato ad essere un bancomat alimentato dai soldi degli italiani, con un esborso di soldi pubblici di  circa 200 milioni di euro.
In considerazione della situazione drammatica che il nostro Paese sta attraversando sarebbe da irresponsabili buttare ancora denaro nel pozzo del progetto del Ponte, e sarebbe intollerabile agli occhi dell’opinione pubblica”.
“Dunque – concludono i parlamentari del Pd –  chiediamo un impegno bipartisan, specie di chi da sempre osteggia quest’ opera inutile, per chiudere la Stretto di Messina s.p.a e utilizzare i fondi per opere realmente utili al Paese”.

Stabilimento di Angelantoni – Siemens modello di innovazione

“Il nuovo stabilimento di Archimede Solar Energy (ASE) inaugurato oggi a Villa San Faustino, con la joint venture tra Angelantoni Industrie  e Siemens, è la prova che la crisi e la stagnazione economica non bloccano chi ha deciso di puntare sulla green economy  e su progetti innovativi, orientati a produrre energia senza l’utilizzo degli idrocarburi. 

In particolare Gianluigi Angelantoni è il modello di imprenditore solido e coraggioso che ha vinto la sfida puntando sull’innovazione.” 

Lo dichiara il senatore Francesco Ferrante, responsabile per il Pd delle politiche relative ai cambiamenti climatici, intervenuto oggi alla cerimonia di inaugurazione dello stabilimento. 

 

 

“Con Angelantoni – aggiunge Ferrante –  condividiamo la stessa carica di vicepresidenti del Kyoto club, lui imprenditore, io impegnato in politica, entrambi dalla stessa parte per portare avanti il concetto che il binomio sviluppo e ecosostenibilità  debba essere indissolubile. Aver  tradotto in operativo i risultati della ricerca italiana, grazie a capitali anche italiani, è notizia che deve essere un’iniezione di fiducia per un Paese costretto a tirare la cinghia e fare i conti con una difficile situazione dal punto di vista occupazionale. 

L’Umbria in particolare – conclude Ferrante –  deve cogliere l’opportunità  di creare sistema a partire da questo polo di ricerca e produzione, un modello industriale che si adatta perfettamente alle esigenze e caratteristiche della regione.” 

 

Scorie nucleari: basta immobilismo, Governo si attivi per deposito

In Italia ogni anno si producono 500 metri cubi di scorie rifiuti radioattivi ospedalieri.
 

“L’Italia  non  può  rimanere  una  discarica  a  cielo  aperto  di  scorie radioattive.  Il  Governo  smetta  di  tergiversare e affidi immediatamente all’Ispra,  l’unico  organismo  operativo  e  competente  sulla materia, la definizione dei criteri per l’individuazione e la realizzazione dei rifiuti nucleari”.  E’  quanto  chiedono  i  senatori  del  Pd Roberto Della Seta e Francesco  Ferrante  in un’interrogazione urgente al Ministro dell’Ambiente Prestigiacomo.
“Dopo  tre  anni  persi  a  rincorrere  la follia di un ritorno all’energia atomica  –  affermano  i sue parlamentari ecodem – ora il Governo si mostra incapace  di  fare  l’unica cosa seria e urgente per l’Italia in materia di
nucleare:  realizzare  un Deposito nazionale di superficie dove collocare i rifiuti a bassa e media radioatività  come quelli provenienti dalle attività  ospedaliere che da soli ammontano a 500 metri cubi all’anno, e dove mettere in sicurezza anche le scorie più pericolose, eredità  delle vecchie centrali nucleari  e da vent’anni ‘conservate’ a Saluggia e in altri siti sparsi per il  Paese.  La  procedura  per individuare il sito nazionale è ferma perché l’Agenzia  per la sicurezza nucleare, che dovrebbe indicare i requisiti, di fatto  non  esiste,  e  così  è  ferma  anche la Sogin, la società  pubblica incaricata  di  costruire  il  Deposito:  per  questo  chiediamo che questo compito venga affidato all’Ispra, e che all’Ispra vengano poi trasferite in via  definitiva  tutte  le  competenze  in capo all’Agenzia, ente veramente
inutile   dopo   il   provvidenziale  abbandono  del  programma  nucleare”,
cncludono i senatori Pd.

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