Rifiuti: fermare progetto discarica Ekobat a Trani

“Territorio già  devastato e  in Puglia troppi rifiuti speciali”.

“Il   ministro   dell’Ambiente   Prestigiacomo   fermi   la  realizzazione
dell’impianto  di  discarica di rifiuti speciali della Ekobat nel Comune di
Trani.  La  zona  dove  sorgerebbe  l’impianto è già  devastata dal punto di
vista  ambientale  e  sanitario  per  la  presenza di numerosi insediamenti
industriali,  dalla  discarica  di  rifiuti  urbani  dell’Amiu  e dalla già 
autorizzata   discarica   per  rifiuti  speciali  Ecoerre,  non  ancora  in
esercizio.  E’  inconcepibile  immolare un intero territorio, che comprende
nel  raggio  di  poche  decine  di km centri abitati importanti come Trani,
Barletta e Andria, destinandolo a centro di raccolta di rifiuti per milioni
di metri cubi”.
Lo  dichiarano  i senatori Pd Roberto Della Seta e Francesco Ferrante, che
sull’argomento  hanno  presentato  un’interrogazione  urgente  al  Ministro
dell’Ambiente.
“La  zona  in questione – continuano i senatori del Pd –  è già  sottoposta
ad una fortissima pressione per la presenza di cave, cementifici e attività 
di  betonaggio,  nonché di vari siti per i rifiuti tra cui una discarica di
rifiuti  urbani  dell’Amiu  al  servizio  dell’Ato  Bari1,  attualmente  in
esercizio  e  autorizzata per una capacità  di circa 3.500.000 tonnellate. A
ciò  si  aggiunga  che in base alle deliberazioni della Giunta Regionale ad
oggi esistono nella Regione Puglia volumetrie autorizzate per discariche di
rifiuti  speciali  pari  a  oltre  15 milioni di metri cubi, cioè più della
totalità   dei  rifiuti  speciali  smaltiti  in tutta Italia nell’arco di un
anno.  Il  Ministro  Prestigiacomo deve sospendere l’iter autorizzativo del
progetto  Ekobat  in  attesa  di  verificare  se  sia  compatibile  con  le
necessarie  garanzie  ambientali, geologiche, idrogeologiche e sanitarie e,
soprattutto  –  concludono  i  senatori  del  Pd – se sia congruente con il
fabbisogno della Regione Puglia, visto che gli impianti ad oggi autorizzati
sono ben più che sufficienti per tale fabbisogno”.

Renzi, l’alieno che serve al Pd

L’antipatia suscitata da Matteo Renzi tra i politici del Pd è direttamente proporzionale alla sua popolarità  tra gli elettori, del centrosinistra e oltre. Più questa cresce e più aumenta anche l’altra. Così, l’incontro della Leopolda ha segnato sia la punta massima di interesse degli italiani per la novità  rappresentata da Renzi, sia l’apice della sua cattiva fama dentro il gruppo dirigente democratico. La ragione di questo “fuoco amico” sempre più battente sul Sindaco di Firenze non sembra dipendere dalle cose che Renzi dice, tant’è che quasi mai le contestazioni si riferiscono a qualche sua specifica idea o  proposta .

No, Renzi indigna e dispiace nel suo, nel nostro  partito non per quello che vuole ma per quello che è. Per la prima volta, infatti, nel centrosinistra italiano emerge una possibilità  di leadership che, per anagrafe e per biografia, non appartiene né alla storia del Pci/Pds/Ds né, peraltro, a quella della Dc, che Renzi non ha fatto in tempo a incontrare.

Questa diffusa allergia del Pd verso Renzi rivela la profonda, finora irrisolta contraddizione tra l’ambizione dichiarata da cui è nato il Partito democratico – dare finalmente all’Italia un partito di centrosinistra post-novecentesco, libero dalla mentalità  “cattocomunista” che ha dominato per mezzo secolo la sinistra italiana – e l’essenza del 95% dei dirigenti del Pd, che di quella mentalità  sono fedele e spesso autorevole espressione. Renzi, insomma, incarna il Pd come ha sempre detto di voler essere, e proprio questo lo rende un alieno per buona parte della nomenclatura democratica.

Come uscirne? Diranno i prossimi mesi se Renzi diventerà  un possibile leader del Pd e del centrosinistra. Ma un fatto è già  sicuro: il suo linguaggio diretto, la sua capacità  di politicizzare temi oggi popolarissimi tra i cittadini ma quasi ignorati dalla classe dirigente – dalla rabbia dei giovani verso l’attuale welfare che li esclude da diritti e tutele, all’ambiente come motore prioritario di sviluppo, fino all’insofferenza dilagante nei confronti dei privilegi della “casta” politica e delle altre piccole e grandi corporazioni – servirebbero come il pane a un Pd che voglia veramente entrare nel cuore degli italiani.

Certo, il discorso pubblico di Renzi contiene diversi “lati oscuri”, primo fra tutti la tendenza a tradurre il no, sacrosanto, ai tanti conservatorismi della sinistra italiana, nell’adesione a posizioni e analisi “tardo-liberiste”, da Marchionne  in giù, che l’attuale, convulso passaggio d’epoca mette altrettanto in mora (tendenza che oltretutto rischia di alienargli irrimediabilmente il consenso della parte più dinamica e vitale dell’elettorato di sinistra). Ma detto questo, e aggiunto che la sinistra tradizionale, avendo governato nel corso degli ultimi vent’anni tutti i grandi Paesi occidentali (Italia compresa) non è proprio credibilissima ora che s’indigna contro gli eccessi di liberismo e lo strapotere dell’economia finanziaria, resta che Renzi è ossigeno puro per il presente e il futuro del nostro centrosinistra. Qualcuno ha scritto che il suo sarebbe “populismo di centro”, a noi pare piuttosto che il “popolo” della Leopolda, di centro o no, sia al momento l’immagine più fedele di un Pd “rivoluzionario”, capace di guidare la voglia di futuro e di cambiamento che sale tra gli italiani.   

 

ROBERTO DELLA SETA

FRANCESCO FERRANTE 

No a Circo Massimo per i giochi di guerra

“L’utilizzo del Circo Massimo a Roma per allestire in occasione del 4 novembre un grande gioco di guerra rappresenta uno sfregio intollerabile ad un’area archeologica di valore enorme, oltre che  una manifestazione di forza militare anacronistica e decisamente poco educativa. Per celebrare le forze armate e i nostri soldati di tutto c’è bisogno, tranne che di mettere in scena nel centro della città  di Roma un’esposizione di carri armati e aerei da combattimento mostrati come se fossero dei grandi giocattoli”. Lo dicono i senatori del Pd Roberto Della Seta e Francesco Ferrante.
“Anche quest’anno – continuano i senatori del Pd –  il Ministero della Difesa si appropria di un’area archeologica unica al mondo, trasformandola in un’area di manovra per carri armati e autoblindi, elicotteri da guerra, diversi aerei da bombardamento e caccia come l’Eurofighter, il Tornado, l’Amx e il super-caccia F-35, lo stesso per il quale questo Governo ha tagliato i fondi ma di cui continua a prevedere nuovo forniture. Il Comune e la Sovrintendenza incredibilmente hanno acconsentito, dunque – concludono i senatori democratici –   auguriamoci che non venga danneggiato il sito e che quest’anno sia l’ultima volta che i cittadini debbano subire questa manifestazione propagandistica francamente inutile e fuori tempo”.

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