Aeroporti: raddoppio Fiumicino non serve per efficienza

“E’ solo immenso regalo a Benetton”.

“Il raddoppio dell’area occupata dall’aeroporto di Fiumicino proposto da Adr e sostenuto da Alemanno è una scelta che non ha nulla a che fare con l’efficienza dello scalo romano, i cui problemi non dipendono certo dall’esiguità  delle infrastrutture. L’unica vera giustificazione di questo progetto è nel doppio ruolo di Benetton, che è il principale azionista di Adr e possiede gran parte dei terreni sui cui sorgerebbe Fiumicino 2. Insomma, un caso di scuola di conflitto d’interessi e al tempo stesso un intervento che cancellerebbe un tratto prezioso di litorale romano”. Lo dicono i senatori del Pd Roberto Della Seta e Francesco Ferrante.
 “Il sedime aeroportuale di Fiumicino – affermano i parlamentari ecodem – ha più o meno la stessa ampiezza di quelli occupati dagli hub di Parigi, Londra o Francoforte, che pure fanno registrare un movimento di passeggeri più che doppio. L’aeroporto romano ha tanti problemi, ma per risolverli non c’è nessun bisogno di consumare qualche altro centinaia di ettari di suolo naturale. In considerazione di tutto ciò – concludono Ferrante e Della Seta –  abbiamo presentato un’interrogazione parlamentare al ministro Passera, chiedendo che il progetto sia sottoposto alla Valutazione ambientale Strategica”.

Bene Fanelli all’ambiente, ha competenza e autonomia

“La nomina di Tullio Fanelli a sottosegretario al ministero dell’Ambiente è
una buona notizia, perché la persona è di riconosciuta competenza, ed ha
dimostrato una forte e autorevole autonomia di giudizio nel corso degli
anni in cui è stato membro dell’Authority per l’Energia. E proprio il fatto
che un esperto di energia sia stato assegnato al ministero dell’Ambiente è
il valore aggiunto di questa scelta del Presidente del Consiglio, che
sottolinea l’importanza di mettere al centro della politica industriale e
energetica l’ambiente stesso”.
Lo dichiarano i senatori del Pd Francesco Ferrante e Roberto Della Seta.
“Ambiente e politica energetica – continuano i senatori ecodem –  camminano
di pari passo, in Inghilterra ad esempio il ministero dedicato è quello
dell’energia e dei cambiamenti climatici, e dunque anche nel nostro Paese
si impone l’esigenza di considerare prioritaria la necessità  di sviluppare
nuovi modelli energetici, che allentino il giogo del petrolio.
Anche in questo campo il Governo non deve indugiare, e dunque – concludono
i senatori del Pd  – occorrono  subito i provvedimenti che lo stesso
ministro Clini ha preannunciato, a iniziare dalla proroga della misura del
55% a favore dell’efficienza energetica e dei decreti attuativi sulle
energie rinnovabili che il settore attende da tempo”.

Rifiuti. cittadini e imprese chiedono reintroduzione “vuoto a rendere”

“Occorre al più presto  reintrodurre in Italia la buona pratica del ‘vuoto
a rendere’, perché  riciclare  una  bottiglia integra consente un risparmio
energetico  cinque  volte  superiore  alla  fusione  del  vetro rottamato e
permette di riutilizzare un contenitore più di cinquanta volte, con
importanti benefici economici e ambientali”.
Lo ha dichiarato il senatore Francesco Ferrante, responsabile per il Pd
delle politiche relative ai cambiamenti climatici, intervenuto stamane
all’International Horeca Meeting, evento organizzato da Italbgrob e che
riunisce allo stesso tavolo i protagonisti della domanda e dell’offerta del
settore beverage.
 “All’estero – continua Ferrante –  la pratica del vuoto a rendere non è
mai caduta in disuso, mentre sarebbe opportuno ripristinarla nel nostro
Paese, mediante  l’istituzione  di  vere  e  proprie  filiere  di  recupero
degli imballaggi, la creazione di sistemi di cauzioni più moderni, e
utilizzando incentivi fiscali per  i  soggetti  aderenti,  da sgravi sulla
Tarsu  a dilazioni  di  pagamento  dell’IVA”.
“Questa versione riveduta e aggiornata del vuoto a rendere – ricorda il
senatore PD –  è al centro di un mio disegno di legge firmato da numerosi
senatori, e di uno analogo alla Camera, che raccolgono le sensibilizzazioni
in merito da parte dei consumatori e delle associazioni ambientaliste,
oltre ad essere considerata dagli operatori del settore, a partire dai
distributori di bevande, come una misura volta a offrire un miglior
servizio qualitativo.
L’entusiasmo con cui è stato accolto dai cittadini il divieto di
commercializzazione degli shopper non riciclabili dà  la cifra del sentire
comune sulla necessità  di apportare delle piccole modifiche alle abitudini
consolidate, ma che hanno un grande impatto sull’ambiente”.
Il vuoto a rendere – conclude Ferrante –  sarebbe un altro passo in avanti
sulla strada della riduzione dei rifiuti e della sostenibilità  ambientale e
in questa fase di crisi economica rappresenterebbe anche una boccata
d’ossigeno per l’intero settore”.

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