Alemanno ospita spietato signore della guerra afghani

MOHAQUIQ HA PROPOSTO ANCHE LEGGE PER LA LIBERTà€ DI STUPRO NEL MATRIMONIO

INTOLLERABILE ASSOCIARE IL NOME DI ROMA A MANI SPORCHE DI SANGUE.

“Il  sindaco  Alemanno  si  appresta  ad  ospitare  con  tutti gli onori in
Campidoglio  il  prossimo 16 marzo il tristemente noto signore della guerra
Mohammed  Mohaqiq,  leader  del  movimento fondamentalista di Hezb-e-Wahdat
che,  secondo  molte  associazioni  impegnate  per  i  diritti  umani, si è
macchiato di veri e propri crimini di guerra e che recentemente ha proposto
una  legge  che autorizza lo stupro nel matrimonio. E’ intollerabile che il
sindaco  voglia  associare il nome della Capitale a chi è stato uno dei più
spietati  capi miliziani durante la guerra tra fazioni in Afghanistan ”. Lo
dichiarano   i  senatori  del  Pd  Roberto  Della  Seta,  componente  della
Commissione straordinaria per i diritti umani, e Francesco Ferrante. “Human
Rights  Watch,  nel report dall’evocativo titolo Blood Stained Hands – Mani
sporche  di  sangue,  indica Mohammed Mohaqiq come il comandante di milizie
che  si  sono rese protagoniste di numerose atrocità , tra cui il saccheggio
della  provincia di Balkh, durante il quale venne attaccata deliberatamente
la  popolazione  civile  delle  campagne  con assassinii e stupri in massa.
Inoltre, come ha denunciato il Cisda, Coordinamento Italiano Sostegno Donne
Afghane,  nel  2007 Mohaqiq fu uno dei principali artefici della famigerata
legge  sull’amnistia,  subito  condannata  dall’Onu,  varata  in difesa dei
signori della guerra che si erano macchiati di crimini contro l’umanità , ed
è  fra  i  fautori  di  una  retriva  legge  contro  le donne che autorizza
legalmente lo stupro e la violenza all’interno del matrimonio.”
“Il  programma  del convegno cui parteciperà  Mohammed Mohaqiq campeggia sul
sito del Comune di Roma – concludono Della Seta e Ferrante – e sarebbe bene
che  il  sindaco  Alemanno spieghi al più presto le ragioni per le quali un
personaggio del genere sia stato invitato in Campidoglio.”

Rifiuti Lazio: Governo deve rimediare ai disastri di Comune e Regione

Aumentano i costi di conferimento nella discarica di Malagrotta e l’ipotesi Corcolle – Riano si avvia al suo inevitabile fallimento.
Alemanno, Polverini e Pecoraro sembrano avere fatto tutto il possibile affinchè la  gestione dell’emergenza rifiuti nel Lazio si rivelasse  un clamoroso disastro cui dovrà  rimediare il Governo.”
Lo dichiara il senatore del Pd Francesco Ferrante, che aggiunge – “Le due ipotesi di Riano e Corcolle, sulle quali si è speso inutilmente tempo sebbene siano con assoluta evidenza impraticabili, vanno ora accantonati.
Che la gestione dei rifiuti, e non solo dell’emergenza, sia fallimentare a Roma lo dimostra l’aumento dei costi di conferimento nella discarica di Malagrotta, perché sebbene ci sia stato un calo dei consumi derivante dalla crisi economica l’impegno economico è aumentato, con costi che ricadranno sui cittadini romani.
La situazione è evidentemente emergenziale, perché incombe la procedura d’infrazione della Ue e perché occorre trovare rapidamente un sito alternativo a Riano e Corcolle, ma avviando un confronto preventivo con i cittadini del territorio.
Di pari passo – conclude Ferrante –  occorre mettere fine al caos Ama, che a Roma sulla raccolta differenziata ha operato a macchia di leopardo, con modelli diversi di raccolta differenziata da quartiere a quartiere – un caso unico al mondo – col risultato di aver fatto lievitare i costi fallendo clamorosamente il raggiungimento dei livelli necessari per una corretta gestione dei rifiuti.”

Rai: il no a reintegro di Minzolini è buona notizia per l’azienda

E’ un bene che Minzolini, che ha portato gli ascolti del Tg1 al minimo storico e ha fatto perdere credibilita’ alla principale testata del servizio pubblico, non venga  reintegrato alla direzione.
Sebbene i cittadini, tramite il canone Rai, debbano ugualmente continuare a pagare all’ex direttore uno stipendio di 550mila euro all’anno.”
Lo dichiarano i senatori del Pd Roberto Della Seta e Francesco Ferrante commentando il rigetto, da parte del giudice del lavoro di Roma, del ricorso d’urgenza presentato dall’ex direttore del Tg1 Augusto Minzolini per il reintegro nel posto di lavoro.
 
“Ora – continuano i senatori del Pd –  ci auguriamo che, archiviata l’esperienza Minzolini e le vicissitudini di un Cda Rai dove un solo consigliere, Rizzo Nervo, si è dimesso denunciando una gestione aziendale condizionata da logiche di parte, venga al più presto messa sul tavolo del Governo l’esigenza di una nuova governance per la Rai che garantisca un servizio pubblico più indipendente e autorevole.”

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