“La tua libertà finisce là dove inizia quella di un altro”. Basta questo assunto a scardinare le motivazioni di Futuragra che, nella sentenza del Consiglio di Stato sugli Ogm, vede il riconoscimento del diritto di un agricoltore a coltivare il mais che preferisce. “Appellarsi alla libertà è in questo caso quanto mai ridicolo – ha dichiarato Francesco Ferrante, responsabile Agricoltura di Legambiente – dal momento che la possibilità di coltivare piante geneticamente modificate cozza senza alternative con la libera scelta della maggioranza degli agricoltori italiani che invece puntano su qualità , biologico e tipicità . Oppure Futuragra ha trovato il modo di impedire la contaminazione accidentale e la diffusione incontrollata degli ogm coltivati in campo aperto? Sarebbe interessante capire con quali mezzi Futuragra intenda rispettare la volontà della maggior parte degli agricoltori che, ad oggi, sono contrari all’uso delle piante biotech. Chiediamo al ministro Zaia – ha concluso Ferrante – di avviare il ricorso contro questa sentenza che, oltre a non rappresentare l’opinione dei consumatori e degli agricoltori italiani, rischia anche di ledere irrimediabilmente il diritto a produrre in modo sano, etico e tipico, così come previsto dalla migliore tradizione italiana di qualità ”.
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