“La vendita dei terreni agricoli demaniali prevista con l’articolo 66 del D.l liberalizzazioni rischia di essere un clamoroso autogoal perchè si dismetterebbe una parte enorme del patrimonio pubblico senza la garanzia che questo venga effettivamente utilizzato per sostenere l’imprenditoria giovanile e l’agricoltura italiana. L’unico modo per scongiurare questo rischio è modificare la norma, prevedendo la formula dell’affitto invece che la vendita.”
Lo dichiarano I senatori ecodem Francesco Ferrante e Roberto Della Seta, che hanno già presentato un emendamento, accogliendo l’appello di oltre dieci associazioni e cooperative del mondo agricolo, tra cui AIAB, Libera, Slow Food e Legambiente, per trasformare l’alienazione in locazione.
“Se questa mega dismissione del patrimonio ambientale e paesaggistico andasse in porto – continuano i senatori del Pd – si rischierebbe seriamente di vedere realizzata nel Paese – che negli ultimi 10 anni ha perso 300mila ettari di superficie agricola e un terzo delle aziende del settore – una concetrazione della terra nelle mani di poche grandi realtà . Dare invece i terreni in affitto avrebbe il duplice vantaggio di promuovere l’accesso alla terra e lo sviluppo di nuove imprese agricole, dando così una risposta alla drammatica crisi occupazionale, e di garantire allo Stato una rendita costante nel tempo.”
“Come ha giustamente evidenziato Carlo Petrini in suo intervento a favore della modifica dell’articolo 66, lo Stato rischia di dare dignità di legge al fenomeno del land grabbing, a discapito della tutela del patrimonio nazionale e della effettiva convenienza economica e con questo obiettivo il Pd si batterà in parlamento per modificare la norma”- concludono i parlamentari ecodem.