pubblicato su Huffingtonpost
Folgorati sulla via di Firenze. Fino a ieri, davvero fino a ieri, rappresentavano Renzi come un intruso da mettere alla porta, l’artefice spregiudicato e temibile di un’opa ostile sul Pd, un corpo estraneo alla cultura e alla tradizione della sinistra italiana. Oggi lo osannano come il salvatore della casa democratica.
E’ la parabola repentina e sconcertante di tanti capi e capetti democratici scopertisi all’improvviso renzianissimi: da Fassino a Franceschini, da Fioroni a Sereni, fino all’intero stato maggiore del Pd emiliano. Eppure il discorso pubblico del sindaco di Firenze è rimasto più o meno lo stesso: il Pd come lo vuole Renzi è un partito post-ideologico, leggero, che ambisce a rappresentare valori e interessi ben oltre lo stretto recinto della sinistra tout-court.
Inutile indignarsi per questa ondata massiccia di conversioni: così va il mondo, così soprattutto va la politica italiana. Però noi che pure quando militavamo nel Pd fummo tra i pochissimi parlamentari democratici a sostenere Renzi come candidato premier del centrosinistra, troviamo non del tutto peregrina l’obiezione mossa ai “convertiti” da Pierluigi Bersani: adesso vi piace Renzi e va benissimo, ma fate lo sforzo di nobilitare il cambio di casacca fondandolo su qualcos’altro a parte la vostra convenienza personale e di gruppo. Per esempio (questo non lo dice Bersani…)spiegateci che andate con Renzi perché vi siete convinti che il finanziamento pubblico dei partiti va abolito, o perché sull’ambiente o sul welfare direbbe cose più giuste di Cuperlo e di Pittella.
Insomma: nessuno può pretendere dai folgorati riflessioni lunghe e approfonditetipo le lettere di San Paolo ai Corinzi o ai Romani scritte dopo quell’altra conversione, ma per lo meno ci regalino qualche tweet -facciamo dieci, sono 1400 caratteri – per dissipare dubbi sgradevoli sulle ragioni del loro acrobatico salto di corsia.