No al “processo breve”

Sintesi intervento in Commissione Giustizia del Senato

Il senatore FERRANTE (PD) osserva preliminarmente come la necessità  di assicurare una durata ragionevole dei giudizi risponda, da un lato, all’esigenza di tutelare le vittime dei reati e, dall’altro, di garantire la certezza dei diritti degli imputati. I ritardi processuali influiscono negativamente anche sulla situazione carceraria, già  caratterizzata da un evidente problema di sovraffollamento, che non può essere risolto unicamente con interventi di carattere infrastrutturale. Pur essendo quindi, in linea di principio, condivisibile l’obiettivo di assicurare il rispetto del principio della ragionevole durata del processo, ritiene che il disegno di legge n. 1880 non introduca misure efficaci in tal senso, limitandosi invece a prevedere norme ad personam. Il disegno di legge, inoltre, come peraltro rilevato già  nel corso del dibattito svoltosi ieri, presenta evidenti profili di incostituzionalità , nella parte in cui viola, di fatto, il principio di uguaglianza di tutti i cittadini. Il problema della riduzione dei tempi processuali non può essere poi risolto prevedendo ope legis limiti di durata, ma necessita di interventi più sostanziali quali la riorganizzazione dell’assetto geografico del sistema giudiziario e la razionalizzazione dei metodi di lavoro dei singoli uffici giudiziari.

Il provvedimento inoltre desta particolari perplessità  nella parte in cui esclude dal proprio ambito applicativo i giudizi relativi ad alcune tipologie di reato quale quello di immigrazione clandestina, scelta ispirata a logiche di carattere unicamente politico. Osserva poi come tale norma, in combinato disposto con quanto previsto dal disegno di legge in materia di intercettazioni, possa determinare la sostanziale impunità  di alcune fattispecie di reato, quali i delitti di natura ambientale, la cui riforma è stata peraltro sollecitata anche dal proprio Gruppo.