Pubblicato su Ambiente e non solo
Francesco Ferrante, Vicepresidente di Kyoto Club, intervistato da Ettore Paoletti e Marta Capogna del Corso di Marketing Sociale UNIBO.
https://youtu.be/I4Sb2UDkNpg?si=6NFfyjwBtnoRTJaO
Continua la collaborazione con Giuseppe Fattori, che nell’ambito delle attività di insegnamento del marketing sociale presso l’Università degli studi di Bologna, ha promosso l’iniziativa “Ambiente e salute in 100 secondi” – realizzata in collaborazione anche con ISDE Italia -, brevi interviste curate dagli studenti del corso di Marketing sociale UNIBO e pagine di approfondimento sui temi di Agenda 2030 e One Health per lo sviluppo sostenibile.
Ettore Paoletti: Buonasera, io partirei chiedendole che cos’è Kyoto club?
Francesco Ferrante: Kyoto Club è un’associazione “non profit”, nata ormai più di 25 anni fa da un’intuizione di Legambiente e di un gruppo di imprenditori che, dopo l’accordo del protocollo di Kyoto, il famoso primo accordo internazionale che limitava le emissioni di gas di serra, pensarono che la questione ambientale non fosse soltanto un vincolo da rispettare, ma poteva essere anche una bella occasione per fare un’economia diversa: sviluppo, lavoro, nuova occupazione e soprattutto sostenibilità ambientale.
Marta Capogna: A proposito di sostenibilità ambientale, parlando anche di mobilità insieme alla sostenibilità, cosa ne pensa del nuovo codice della strada?
Francesco Ferrante: La mobilità e i trasporti sono un punto fondamentale della sostenibilità nel suo complesso. Noi dobbiamo produrre energia da rinnovabili, elettrificare di più e riscaldare le nostre case attraverso l’elettricità, ma dobbiamo soprattutto convertire il modo in cui spostiamo noi stessi e le merci, essendo quello un fattore inquinante molto grave sia per la vita nelle nostre città, sia per gli effetti sulla crisi climatica che il trasporto ha. Il codice della strada, approvato su input del ministro Salvini, purtroppo non affronta affatto la questione. È un codice pieno di iniziative manifesto contro l’alcol e contro la droga, ma che non interviene nella possibilità di avere una mobilità nuova e più organizzata. come stanno facendo per esempio città come Bologna, che grazie all’introduzione del limite di 30km/h, ha ottenuto nel 2024 lo straordinario successo di non avere alcun morto tra i pedoni. “No vittime” è veramente un obiettivo molto importante e ha ridotto l’inquinamento. Pensate a Parigi, se prendete le mappe di Parigi 15 anni fa erano tutte rosse di inquinamento, oggi con la limitazione traffico si torna a respirare in quella città