Resoconto stenografico
PRESIDENTE. àˆ iscritto a parlare il senatore Ferrante. Ne ha facoltà .
FERRANTE (PD). Signora Presidente, signor Ministro, onorevoli colleghi, se non temessi la retorica, direi che con l’approvazione del decreto-legge in esame segniamo un evento storico nella legislazione ambientale del nostro Paese almeno sicuramente per quanto riguarda questa legislatura, che onestamente fino adesso non ha visto provvedimenti significativi in materia d’ambiente. Per alcune delle materie che abbiamo trattato, cercherò di spiegare che ciò che oggi andremo ad approvare sono cose che da tempo aspettavano di essere risolte e credo che stiamo per dare delle risposte molto positive al sistema delle imprese e ai cittadini nella tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini stessi.
Sui rifiuti in Campania non dirò nulla perché hanno già parlato i colleghi De Luca e Mazzuconi in maniera sufficiente. Parto dal provvedimento sugli shopper. L’articolo 2 del decreto-legge che stiamo andando ad approvare completa una rivoluzione che è già iniziata nel nostro Paese e – mi perdonerà il ministro Clini – è anche il primo intervento di rilancio vero che questo Governo sta facendo di un settore perché, seppur non esaustivo della green economy, la questione che oggi andiamo a completare è una rivoluzione di due tipi.
Il primo è quello che riguarda i comportamenti dei cittadini. Grazie al divieto di utilizzo di shopper che non fossero biodegradabili (in vigore ormai dal 1° gennaio dello scorso anno e che introducemmo con la finanziaria del 2007), si è cambiato il comportamento concreto dei nostri concittadini.
Già oggi si usano poco più della metà degli shopper che venivano usati prima di quel divieto. La gente, le persone, andando al mercato e al supermercato, hanno iniziato a portarsi da casa la sporta, a riutilizzare il sacchetto e, quindi, ciò ha determinato concretamente una riduzione nella quantità dei rifiuti che poi dobbiamo smaltire.
àˆ un evento molto importante, sia dal punto di vista antropologico dei comportamenti dei cittadini ma anche perché finalmente il nostro Paese, da questo punto di vista, si è messo all’avanguardia in Europa, per primo approvando una misura di questo genere, così drastica. Dopo un primo momento di perplessità , oggi la Commissione europea sta valutando l’opportunità di estendere questa misura al resto del nostro continente. Per la prima volta, quindi, l’Italia si pone all’avanguardia nella politica dei rifiuti e non è, invece, oggetto d’infrazione come purtroppo avviene in molti casi.
L’altro momento rivoluzionario di questa norma sta in quanto accennava poc’anzi la collega Mazzuconi: un vero sostegno a quella che viene chiamata green economy, grazie alla chiarificazione che operiamo con questa norma. Stabilendo che é biodegradabile e compostabile solo quello che rispetta la norma UNI EN 13432:2002 , noi diamo un sostegno al settore della chimica verde, che nella pratica, grazie alla riconversione del sito molto importante di Porto Torres in Sardegna (e io auspico che molto presto la stessa riconversione si possa pensare anche per il polo di Terni), sta già riuscendo a dare una speranza alla chimica.
La chimica nel nostro Paese, insieme all’industria automobilistica, è stata il simbolo del boom degli anni Sessanta. Noi eravamo leader nel mondo della chimica, mentre oggi la chimica in Italia è residuale ed è oggetto di riconversioni che significano molto spesso riduzione grave del numero dei lavoratori, ed è sempre più marginale.
Per dare una nuova speranza e un nuovo futuro alla chimica è necessario percorrere la strada della chimica verde e noi, con questa norma, diamo una risposta concreta anche a quei produttori che – lasciatemelo dire – ingannati dalle loro rappresentanze (che hanno sempre presentato come possibile le proroghe di questo divieto) si sono ad addormentati nella speranza di potere continuare a produrre sacchetti in plastica tradizionale e quindi, adesso, si trovano in difficoltà di fronte a questa rivoluzione.
Ora, siccome soprattutto in un momento di crisi come questo noi non vogliamo avere la responsabilità di perdere neanche un solo posto di lavoro, nel lavoro della Commissione abbiamo trovato un punto di compromesso significativamente avanzato. Pertanto, a quelle piccole e medie imprese che ancora non si sono riconvertite e di cui auspichiamo presto la riconversione ecologica, permettiamo di continuare a produrre dei manufatti che, senza andare a minacciare i capisaldi della norma, cioè il sostegno alla chimica verde e la riduzione dell’uso degli shopper possano continuare a produrre sacchetti in plastica di un certo tipo senza mandare in fallimento le loro piccole imprese.
Detto questo, mi rivolgo al relatore, innanzitutto, perché, da Presidente della Commissione ambiente, egli ha saputo far svolgere a tutta la Commissione un ruolo molto importante. Tutto quello che noi abbiamo aggiunto nel lavoro della Commissione, che ci accingiamo ad approvare in Aula, nel rapporto proficuo con il Governo, è un esempio che dovrebbe essere seguito forse anche in altri provvedimenti, se posso permettermi, come esempio di collaborazione tra forze politico di orientamento diverso e il Governo, che hanno trovato però dei punti avanzati per risolvere molti problemi.
Ne cito rapidamente alcuni, Presidente. Il primo è un intero blocco di norme, su cui interverrà dopo di me anche la collega Pignedoli, volte a sanare talune difficoltà che le norme ambientali ponevano in agricoltura. Le abbiamo semplificate: penso a quelle che riguardano il SISTRI per gli agricoltori; penso all’utilizzo del biogas, alla possibilità per i piccoli allevatori di smaltire, per esempio, il siero del latte nella stessa azienda dove viene prodotto, senza che questo venga considerato rifiuto. Il tutto all’interno di un’ottica che però salvaguarda la salute dei cittadini e la difesa dell’ambiente. Si tratta di un passaggio molto importante perché permette, grazie alle semplificazioni fatte con attenzione e lungimiranza, di progredire nel campo dell’agricoltura.
Un altro aspetto molto importante riguarda il compostaggio domestico, quello di prossimità . Noi approveremo un articolo, proposto dal collega Della Seta, in cui si permette anche a condominii fino a 50 famiglie di realizzare un compost di qualità . Avevamo bisogno di una norma che semplificasse le procedure e l’abbiamo trovata. Questo permetterà un grande aumento anche della possibilità di trovare uno sbocco alla raccolta differenziata.
Un altro articolo molto importante, su cui vorrei soffermarmi, riguarda i cosiddetti acquisti verdi. Noi proponiamo una norma, che verrà approvata con questo decreto, in cui anzitutto si indica la strada, sia ai soggetti privati sia ai soggetti della pubblica amministrazione, di ricorrere a prodotti che vengano dal recupero in primis di pneumatici, quindi di inerti che provengono dalle demolizioni ma anche di plastica, altrimenti difficilmente recuperabile. Ebbene, non soltanto indichiamo quella strada, ma individuiamo anche la previsione di inserire nei capitolati questa attenzione al recupero. Colleghi, questo è un punto molto importante.
Il nostro è un Paese, com’è noto, povero di materie prime; lavorando sul recupero di materiali, potremo cogliere due piccioni con una fava – permettetemi l’espressione un po’ dozzinale – cosicché s da una parte ridurremo la quantità di rifiuti che devono essere avviati a smaltimento finale, ma nello stesso tempo diminuiremo la necessità di approvvigionamento di materie prime che possono essere agevolmente sostituite dal recupero di materie di questo genere. Infine, il decreto all’esame entra in moltissimi campi relativi ai rifiuti che attendevano soluzione da anni, e per i quali avevamo presentato emendamenti che andassero a risolvere il problema sia in questa legislatura sia in quelle passate, ma senza successo. Con queste norme finalmente andiamo a sanare tali situazioni.
Penso alla definizione dei rifiuti pericolosi che riguardano la tossicità degli stessi; penso all’agevolazione delle imprese, dimezzando la fideiussione che loro devono chiedere a quelle registrate EMAS: una norma che aiuterà e sosterrà le imprese più qualificate dal punto di vista ambientale, pretendendo da loro un impegno economico minore. Penso alla questione che la Legambiente innanzi tutto e il mondo ambientalista più avvertito da tempo ci avevano chiesto, ovvero far pagare di più lo smaltimento in discarica.
Il problema più grande dei rifiuti è che in questo nostro Paese si continua a ricorrere troppo alla discarica. Con questa norma faremo pagare di più lo smaltimento in discarica; prevediamo che l’ecotassa sia destinata davvero, come previsto nella sua norma originaria, prima che venisse stravolta, a programmi che incentivino il recupero e la riduzione dei rifiuti.
Penso anche ad una norma piuttosto importante, che la Commissione ha approvato e che viene proposta all’Aula, con cui interveniamo anche sul metodo di calcolo della tariffa senza mettere in discussione quanto è stato di recente approvato, che ha sanato un problema (tasse e tariffa), su cui era intervenuta anche la Corte costituzionale. Facciamo salva, almeno per quelle realtà che hanno stabilito metodi precisi per calcolare la quantità di rifiuti che poi i singoli cittadini producono, la possibilità di continuare a ragionare sulla tariffa.
Infine, approviamo anche una norma che serve a chiarire un punto che per molti enti locali e imprese è stato fino ad oggi di difficile interpretazione: mi riferisco al tema relativo alle compensazioni ambientali. Una volta per tutte, spieghiamo che quando si parla di compensazioni ambientali non si può far ricorso a compensazioni meramente monetarie. Le compensazioni ambientali devono essere tali e intervenire – appunto – su miglioramenti ambientali. Quando viene calcolato un equivalente economico, esso deve essere destinato ad un fondo presso il Ministero dell’ambiente che serve – appunto – a perseguire il miglioramento ambientale e che non può essere utilizzato per altre destinazioni.
Mi avvio a concludere, signor Presidente. Seppur brevemente e cercando di fare una rassegna delle principali iniziative che abbiamo adottato con questo provvedimento, credo davvero che si debba concludere che, se lavoriamo in questa maniera, nel rapporto di collaborazione che si è creato tra Governo e Parlamento in Commissione, in questo ultimo scorcio di legislatura potremmo anche affrontare quelle parti della normativa ambientale che ancora restano da aggiustare e migliorare e che non siamo riusciti ad esaurire nella discussione e, poi, nell’approvazione degli emendamenti a questo decreto.
La difesa dell’ambiente, che comunque salvaguardiamo con questi articoli, e la spinta verso il rilancio dell’economia (che abbiamo dato grazie al sostegno a quel pezzo importante della green economy, che è la chimica verde) fanno onore al Governo e a questo Parlamento. (Applausi dal Gruppo PD).