FERRANTE (PD). Signor Presidente, prima di entrare nel merito del provvedimento, anch’io prenderò qualche minuto di tempo per discutere di questo episodio che giudico increscioso.
In Senato, e soprattutto nella 13a Commissione, si è creato un clima e un rapporto di collaborazione tale che ci ha permesso – in occasione dell’esame del cosiddetto decreto ambientale, ma non solo – di lavorare insieme in maniera articolata e approfondita e di giungere a presentare all’Aula un provvedimento che conteneva in sé moltissime norme da lungo tempo attese dagli stakeholder, le imprese che lavorano nell’ambiente e le associazioni ambientaliste.
Molte questioni ambientali venivano affrontate in quel testo che presentammo all’Aula qualche settimana fa, tanto che, intervenendo in discussione generale, mi avventurai nel definirlo come il primo provvedimento di natura ambientale veramente significativo che finalmente si approvava in questa legislatura, poiché appunto conteneva molte norme positive su cui avevamo lavorato. Non tornerò su di esse, perché la Camera – non il Governo, ma la Camera dei deputati – le ha ritenute non ammissibili, in quanto estranee ad un provvedimento che, come ha ricordato il Presidente della Commissione, reca misure urgenti in campo ambientale. Ma che cosa erano se non misure urgenti in campo ambientale quelle destinate a risolvere molti degli impacci che oggi incontrano gli agricoltori svolgendo la loro attività nel rispetto della tutela dell’ambiente? Che cosa erano se non interventi in materia ambientale quelli che finalmente introducevano nel nostro ordinamento norme efficaci sul green public procurement, sulla possibilità di recuperare materie prime e così via?
Tuttavia, la Camera, con un’interpretazione a mio avviso piuttosto restrittiva, ha deciso che quelle norme fossero estranee al decreto originario. Non ho una lunga storia parlamentare, ma sono qui da cinque anni, durante i quali – anche nella scorsa legislatura, quando la nostra parte politica esprimeva la maggioranza ed era al Governo – ho visto approvare, con i decreti-legge, articoli aggiuntivi e norme che ben poco avevano a che fare con il testo originario firmato dal Presidente della Repubblica.
Pertanto, se questo è l’inizio di una nuova era, in cui da oggi in poi nessun decreto potrà contenere nulla che non sia espressamente contenuto nel testo originario, al di là di qualche modifica, ben venga, ne accetteremo le conseguenze.
Non si tratta, mi dispiace voler correggere il collega Di Nardo, di un rapporto curioso tra Governo tecnico e Parlamento; si tratta piuttosto di un modo in cui si esercita il potere legislativo da parte del Parlamento nei confronti dei decreti-legge, un’altra storia ed una storia più lunga di quella che il Governo Monti ha alle spalle.
Detto questo, poiché temo che così non sarà , vorrei lasciare agli atti il mio rammarico, perché oggi andremo ad approvare un provvedimento che continua a mantenere una sua rilevanza – e dirò perché – ma che è privo di tutte quelle norme che lo avrebbero potuto far diventare davvero importante, come quello che avevamo in prima lettura esaminato. Come senatori, grazie a quello spirito di collaborazione che richiamavo prima che in 13a Commissione abbiamo trovato in questi anni, siamo pronti a ripresentare all’attenzione dell’Aula tutte quelle norme nel più breve tempo possibile, in modo da poter arrivare alla definizione di molti di quei provvedimenti.
Per venire rapidamente a ciò che è rimasto, partendo dall’articolo 1 sulla Campania, l’ennesima puntata di una storia infinita, credo che purtroppo i cambiamenti portati dalla Camera non siano stati granché positivi e che sarebbe stato meglio lasciare la versione da noi proposta. Purtroppo non credo sarà nemmeno l’ultima volta in cui interverremo sulla questione Campania, quindi, ahimè, ci sarà tempo di tornare sulla questione.
Per quanto riguarda le terre di riporto di cui all’articolo 3, ha già parlato la collega Mazzuconi; mi vorrei pertanto soffermare sull’articolo 2, che riguarda i bioshopper. Si tratta anche in questo caso di una norma antica, perché fu inserita nella finanziaria del 2007, grazie a un nostro emendamento, e che oggi trova completamento nella definizione di ciò che è veramente biodegradabile e biocompostabile. I colleghi della Camera hanno approvato anche in questo caso un ordine del giorno che temo comporti più confusione che altro. In realtà , questo provvedimento che andiamo a esaminare specifica senza più alcun dubbio quali sacchi per l’asporto delle merci sono da considerare biodegradabili e compostabili secondo le norme europee UNI EN 13432:2002. Vorrei che fosse chiaro che con l’approvazione odierna si conferma il divieto assoluto di produzione e commercializzazione di sacchetti che non abbiano caratteristiche biodegradabili o che, se caratterizzati da spessori adeguati. non siano riutilizzabili, così come prevede la legge che stiamo approvando. Tutto il resto è fuori legge, passibile di sequestro e non può essere utilizzato: chi lo fa agisce consapevolmente contro la legge. Purtroppo è possibile comminare sanzioni soltanto dal gennaio 2014, una data lontanissima che auspico, con un prossimo provvedimento, potremo accorciare.
Vorrei che fosse chiaro che non stiamo qui sostenendo soltanto uno straordinario cambiamento di stili di vita, che pur c’è stato in questo primo anno di divieto per cui si è diminuito della metà l’utilizzo degli shopper, ma stiamo sostenendo anche il settore della green economy, della chimica verde, che moltissimo può fare per il nostro Paese. Sono molte le aziende che producono materiali con procedimenti chimici non utilizzando più il petrolio bensì materie prime vegetali e rinnovabili; questa è la strada del futuro ed anche la strada del futuro dell’occupazione nel nostro Paese, come sta dimostrando la vicenda di Porto Torres in Sardegna e come auspico dimostrerà la vicenda di Terni, in cui si assisterà ad una riconversione della chimica grazie proprio a questi nuovi materiali.
Per tali ragioni credo comunque sia utile approvare questo provvedimento, seppur monco, come ho dovuto spiegare nella prima parte del mio intervento. Per questo voteremo con convinzione a favore della sua approvazione. (Applausi dal Gruppo PD).