Innovazione tecnologica e sviluppo sostenibile per una città  smart e resiliente

Per garantire uno sviluppo sostenibile è cruciale trovare soluzioni innovative per la gestione e la crescita delle nostre città  che, per adattarsi al meglio ai cambiamenti climatici già  in atto, devono diventare smart e resilienti. Quali priorità  nella lotta al climate change dopo la COP19 a Varsavia e verso il pacchetto UE energia e clima 2030? Se n’è parlato oggi al convegno annuale di Kyoto Club.

Nell’anniversario dell’entrata in vigore del Protocollo di Kyoto e nell’ambito dell’attuale dibattito sul pacchetto energia e clima 2030 dell’Unione Europea, Kyoto Club ha organizzato a Roma il convegno annuale per offrire un approfondimento sul climate change e sul ruolo chiave delle città , per adattarsi al meglio ai cambiamenti già  in atto.

Le città  sono responsabili del 45% dei consumi energetici e del 50% dell’inquinamento atmosferico, il 50% della popolazione mondiale vive in aree urbane.

Per garantire uno sviluppo sostenibile è cruciale trovare soluzioni innovative per la gestione e la crescita dei centri urbani: è in quest’ottica che la trasformazione delle città  in smart cities diventa, oltre che una scommessa, anche una necessità  per il nostro futuro.

“Le città  rappresentano un laboratorio fondamentale per dare impulso ad un nuovo modello di sviluppo sostenibile”, ha dichiarato Catia Bastioli, Presidente di Kyoto Club. “Non dimentichiamoci che la percentuale della popolazione che vive in aree urbane è in continua crescita, e che la tendenza all’urbanizzazione persiste sia in Europa che nel resto del mondo. Il concetto di città  intelligente è un approccio vincente perché interdisciplinare: le smart cities declinano infatti il tema dell’efficienza delle risorse in una molteplicità  di ambiti, dal settore energetico alla gestione dei rifiuti, conciliando le esigenze di cittadini, istituzioni e imprese” – ha concluso la Bastioli.

L’approccio smart city permette di pensare alla città  come un insieme di reti interconnesse (rete dei trasporti, rete elettrica, degli edifici, dell’illuminazione, delle relazioni sociali, dell’illuminazione pubblica, dell’acqua, dei rifiuti).

L’integrazione di tali reti in un disegno coordinato offre nuovi servizi, impensabili fino al decennio scorso, e apre a delle possibilità  di trasformazione progressiva della città .

L’elaborazione di una strategia, che tenga conto dei cambiamenti climatici e che sia economicamente efficiente, condivisibile e accettabile dai cittadini, per le città  attuali è in cima alla lista delle priorità  di molti smart city planners.

Quali priorità  nella lotta ai cambiamenti climatici dopo la COP19 a Varsavia e verso il pacchetto UE energia e clima 2030? Su clima ed energia, per rafforzare la sicurezza energetica e la resilienza economica dell’Unione europea, gli strumenti più efficaci sono rappresentati da obiettivi vincolanti al 2030.

“àˆ fallito miseramente il tentativo del Presidente Barroso di lasciare un’eredità  verde alla fine dei suoi due mandati. Al momento abbiamo un paradigma energetico che sperpera miliardi di euro fuori dall’Europa, invece di investirli nel risparmio energetico e offrire posti di lavoro non delocalizzabili a cittadini europei. La comunicazione presentata dalla Commissione il 22 gennaio poteva essere un’opportunità  per riparare questa situazione creando un quadro legislativo per l’energia e l’ambiente che punti sui settori più promettenti. Al contrario, la Commissione ha ceduto alle insistenti lobby dei grandi distributori energetici e dell’industria energivora: il risultato è un disastro sia per l’ambiente, sia per la competitività  europea. Ora gli Stati Membri hanno l’opportunità  di rimediare” – ha dichiarato Monica Frassoni, Presidente della European Alliance to Save Energy.

“Ritengo sia di vitale importanza che l’Europa mantenga la propria leadership nell’innovazione in campo energetico, fissando tre targets vincolanti al 2030 sulla riduzione delle emissioni di CO2, sulle rinnovabili e sull’efficienza energetica, non solo per contrastare i cambiamenti climatici, ma per lo stesso futuro industriale del nostro Paese”, ha sottolineato Francesco Ferrante, Vice Presidente di Kyoto Club. “àˆ per questo che Kyoto Club ha apprezzato la posizione del Ministro Orlando a Bruxelles” – ha continuato Ferrante.

“I targets devono prevedere, come peraltro ha recentemente richiesto il Parlamento Europeo, anche obiettivi nazionali altrettanto vincolanti. Solo scommettendo sull’innovazione c’è un futuro manifatturiero per un Paese come il nostro: è per questo che abbiamo ritenuto la proposta della Commissione Europea troppo prudente e contraria a nostri stessi interessi nazionali”, ha concluso il Vice Presidente di Kyoto Club.

I cambiamenti climatici si potranno combattere solo attraverso dei targets ambiziosi e vincolanti e grazie a un utilizzo più efficiente delle risorse presenti sui nostri territori. L’efficienza energetica, le rinnovabili e la riduzione di CO2 permettono uno sviluppo di nuove tecnologie e di innovazione verde, capace di rendere competitiva l’economia italiana.

“La proposta della Commissione Europea di puntare a una riduzione legalmente vincolante delle emissioni di gas serra al 2030 del 40% rispetto ai livelli del 1990 è indubbiamente positiva perché tale obiettivo offre certezze alle industrie delle rinnovabili ed efficienza energetica, desiderose di investire in innovazione. Ma non solo, potrà  permettere all’Europa di avere un ruolo di primo piano nelle trattive per un accordo mondiale sul clima di cui si discuterà  nel 2015 alla Conferenza di Parigi”, ha sottolineato Gianni Silvestrini, direttore scientifico di Kyoto Club.

Al convegno annuale di Kyoto Club “Cambiamenti climatici e città  intelligenti. Verso il pacchetto energia e clima 2030 dell’Unione europea” hanno partecipato il Consigliere del Ministro per l’innovazione e tecnologie del MIUR, Alberto Di Minin, l’Assessore all’Ambiente, Rifiuti e Agroalimentare del Comune di Roma, Estella Marino, Athos De Luca, Presidente della Commissione Ambiente del Comune di Roma.

Inoltre: Catia Bastioli, Presidente di Kyoto Club e CEO di Novamont; Gianni Silvestrini, Direttore scientifico di Kyoto Club; Francesco Ferrante, Vice Presidente di Kyoto Club; Averaldo Farri, Vice President Sales, EMEA – Power-One – ABB GROUP; Roberto Pagani, Politecnico di Torino e Coordinatore del Gruppo di lavoro Smart cities di Kyoto Club; Anna Donati, Gruppo di lavoro “Mobilità  sostenibile” di Kyoto Club; Monica Frassoni, Presidente – European Alliance to Save Energy.

 

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