In marcia per il clima. Sotto questo slogan, sabato scorso a Milano un vasto cartello di associazioni – da quelle ambientaliste, guidate da Legambiente, alle organizzazioni agricole, dai sindacati a Slow Food, dall’Arci alle Acli – si è ritrovato a Milano per una giornata di iniziative e manifestazioni, conclusa con un corteo da Piazza San Babila a Porta Venezia. Erano moltissimi, oltre 50 mila secondo gli organizzatori, e in un clima di festa hanno detto i loro “no” – al nucleare, al Ponte sullo Stretto -, ma soprattutto hanno provato a raccontare quel uturo migliore per cui quotidianamente si impegnano nei loro territori. Un futuro fatto di risparmio energetico e fonti rinnovabili per combattere l’aumento dell’effetto serra e affrontare i mutamenti climatici in atto, di solidarietà nei confronti dei popoli più poveri (erano tanti i volontari impegnati nelle organizzazioni non governative, a partire da quelli della Focsciv). Un futuro con più coesione e giustizia sociali.
Alla manifestazione ha aderito anche il Partito Democratico, e una delegazione degli Ecologisti Democratici ha partecipato al corteo. E’ auspicabile che questa adesione non resti solo un atto formale, ma sia la premessa di una rinnovata, più forte attenzione del Pd verso la grande questione dell’ambiente – centrale nel dibattito pubblico in gran parte del mondo e ripetutamente indicata da Walter Veltroni come un tema fondativi dell’identità democratica – e verso le persone in carne e ossa che ne fanno tutti i giorni la base di preziose esperienze di cittadinanza attiva, di una “buona politica”.
Non sappiamo quanti di coloro che hanno sfilato a Milano abbiano votato per il Pd, ma certo una gran parte di loro ci guarda con curiosità ed interesse. Una stessa curiosità , un analogo interesse deve mostrare il Pd nei loro confronti. Nelle cose che dicevano, che chiedevano non c’è alcun “massimalismo“, c’è invece una gran voglia di cambiare anche radicalmente modelli di consumo e stili di vita; c’è l’impegno sociale quotidiano di migliaia di italiani, di decine di associazioni che magari non “bucano” i media ma senza l’emergia e l’intelligenza dei quali è impensabile costruire un forte, maggioritario partito riformista. Non si tratta, com’è ovvio, di immaginare per questa o quella sigla ruoli improbabili e impropri da “fiancheggiatori”: la maggior parte delle organizzazioni presenti a Milano hanno fatto da tempo e per fortuna una scelta irreversibile di autonomia. Piuttosto occorre riconoscere a questi soggetti la piena dignità di interlocutori politici, e dunque confrontarsi con loro e ricavarne idee, suggestioni, passioni con cui nutrire una nostra credibile e convincente idea di futuro. Parlando di ambiente, questo incontro è facilitato dall’obiettiva vicinanza tra la piattaforma della manifestazione di sabato a Milano e il programma del Pd: contro i mutamenti climatici e contro il caro-petrolio, puntare su una politica energetica volitiva e innovativa, che invece di inseguire le sirene improbabili e incerte di un ritorno al nucleare promuova il risparmio energetico, l’efficienza, le fonti rinnovabili, forme diffuse di produzione di energia.
Ognuno deve fare la sua parte: il Partito Democratico impegnandosi in Parlamento e negli enti locali (specie dove siamo al governo) per concretizzare questa svolta, le associazioni sensibilizzando i cittadini e premendo sulla politica, su tutta la politica, perché l’Italia, in fatto di energia, entri finalmente nel XXI secolo.
Roberto Della Seta
Francesco Ferrante