In decreto incentivi torna il tentativo di abbassare limiti per trivellazioni

OPERAZIONE SPREGIUDICATA

“Le parole entusiastiche di alcuni giorni fa del ministro Passera, che aveva “decantato” le presunte potenzialità  offerte dal settore delle trivellazioni  in Italia erano un cattivo presagio.
Ma nel cosiddetto decreto ‘incentivi e rilancio infrastrutture’ che da qualche settimana è in rampa di lancio sembra che il Ministro voglia inserire  una norma peggiore di quanto ci si potesse aspettare: è previsto un nuovo via libera alle trivellazioni petrolifere e gasiere selvagge nei mari italiani, con un limite spaziale per le perforazioni off shore che  passa da 12 a 5 miglia marine, praticamente sottocosta.”
Lo dichiarano i senatori del Pd  Francesco Ferrante e Roberto Della Seta.

“Passera – continua Ferrante –  ha parlato di 20 mila fantomatici addetti per questo ‘rinascimento petrolifero’, ispirato dai dati di Assominiera, secondo il quale riportare il limite delle trivellazioni da 12 miglia a 5 miglia , si tradurrebbe in entrate per lo Stato di 2 miliardi di euro l’anno.
Invece i dati da prendere in considerazione sono ben altri: anche  se estraessimo le 11 milioni di tonnellate di riserve petrolifere stimate nei fondali marini del nostro Paese, ai consumi attuali li esauriremmo in soli 55 giorni.
E’ di tutta evidenza un’operazione a uso e consumo delle multinazionali petrolifere, che provocherebbe un danno in termini di immagine e turismo enorme a tantissime località  italiane.
Senza contare i rischi concreti per l’ambiente, che erano stati alla base del dietrofront due anni fa del Governo Berlusconi dopo il disastro del Golfo del Messico,  che aveva indotto a portare il limite per le perforazioni da 5 a 12 miglia .”

“La pericolosità  delle trivellazioni sottocosta è identica a due anni fa, e dunque se il decreto riportasse veramente a 5 miglia il limite sarebbe la dimostrazione plastica di quella spregiudicatezza delle scelte che, come drammaticamente ci insegna il dramma del terremoto, non paga mai”- concludono i parlamentari.