“Le fughe e i disordini scoppiati nei Centri di identificazione ed
espulsione di Milano e Gradisca sono il risultato delle fallimentari
politiche immigratorie del Governo italiano, che fa suoi provvedimenti
degni di passate dittature sudamericane. Sospendere i diritti civili dei
cittadini stranieri rinchiudendoli nei Cie per sei mesi, magari solo perché
privi del permesso di soggiorno, è indegno di un paese civile e, come i
cittadini hanno ben chiaro, non ha portato nessun beneficio in termini di
sicurezza.”
Lo dichiara il senatore del Pd Francesco Ferrante.
“E’ di tutta evidenza – continua Ferrante – che la situazione nei Centri
di identificazione e nelle carceri italiane sta sfuggendo di mano al
Governo, che non riesce ad assicurare quelle condizioni minime e
indispensabili a coloro che sono sottoposti a misure detentive: ben 36
persone si sono suicidate quest’ anno nelle carceri italiane, un numero
impressionante, che insieme al drammatico sovraffollamento e alle
condizioni insostenibili causate dalla stagione estiva determinano la
situazione esplosiva delle carceri italiane.
Situazione a rischio che viene denunciata in ugual misura dai sindacati
degli agenti penitenziari e dalle associazioni, concordi nel chiedere
migliori condizioni per i carcerati e per gli agenti in netta difficoltà ”.
“E’ stucchevole e offensivo ascoltare la richiesta di aprire nuovi Cie o di
costruire nuove carceri, ritornello stanco della destra, quando non si
affronta in maniera organica il problema, con provvedimenti mirati come la
riduzione del numero di persone in custodia cautelare e rivedendo i
meccanismi di obbligatorietà della carcerazione preventiva, estendendo
l’applicazione degli arresti domiciliari”, conclude Ferrante.