Ilva: testo finale del Decreto peggiorato rispetto a previsioni

 “Bene riferimento a esproprio”

“Il testo finale del decreto sull’Ilva è peggiorato rispetto alle bozze circolate in precedenza. In particolare, stabilire che in tutti gli stabilimenti industriali con oltre 200 dipendenti l’attività  produttiva possa proseguire in via derogatoria per tre anni anche in presenza di gravi problemi di inquinamento, significa di fatto alimentare l’idea, sbagliata e infondata, che le ragioni del lavoro contino di più di quelle della salute. Di molto positivo, nel decreto, è invece il riferimento all’articolo 43 della Costituzione, cioè alla possibilità  di adottare forme di amministrazione straordinaria e anche di esproprio in caso di inadempienza della proprietà  e del management”. Lo dicono i senatori del  Pd Roberto Della Seta e Francesco Ferrante, che aggiungono: “Ci auguriamo che alcune criticità  del testo possano essere corrette nel corso della discussione in Parlamento. In ogni caso, noi continueremo a batterci perché a Taranto la priorità  assoluta venga data agli interventi indispensabili per la tutela della salute e per consentire al contempo all’Ilva di continuare la produzione. Del resto, sappiamo bene che chiudere la fabbrica sarebbe una soluzione peggiore del male: perché da una parte determinerebbe una vera tragedia sociale, dall’altra, come dimostrano innumerevoli casi in tutta Italia, renderebbe impraticabile ogni autentico risanamento ambientale”.  

Roma, 4 dicembre 2012