Il governo italiano intervenga in Egitto per la liberazione del blogger Alaa Abd el-Fattah

pubblicato da huffingtonpost.it

“Abbasso il regime militare!”. Così gridarono circa due anni fa in aula di tribunale del Cairo il blogger egiziano Alaa Abd El-Fattah e altri 24 attivisti appena condannati per avere violato la legge che vieta ogni protesta, voluta dal governo insediatosi dopo il colpo di stato del 3 luglio 2013. Alaa è stato condannato a 5 anni di prigione. Il suo “reato” è avere partecipato a una manifestazione non autorizzata nel novembre del 2013. Pochi mesi dopo e con la stessa accusa, sua sorella minore è stata condannata a tre anni di prigione.

Alaa da anni si batte per la democrazia in Egitto. Specialista informatico, attivista e blogger, nel 2006 era stato incarcerato per la prima volta dopo una manifestazione contro il regime di Hosni Mubarak in cui si chiedeva più indipendenza della magistratura egiziana. Cresciuto professionalmente in una ONG italiana (COSPE), vincitore di una borsa di studio dell’ENEA, Alaa insieme alla moglie Manal Hassan ha creato la piattaforma Manalaa che ha consentito la libera espressione di tante voci di dissenso negli anni dell’opposizione a Mubarak, negli scioperi del 2008 ed infine con il movimento del 2011.

Per ottenere la liberazione di Alaa e dei suoi compagni, un gruppo di ricercatori e operatori della cooperazione italiani ((tra questi Stefano Gazziano, Carlo Volpi, Maria Donata Rinaldi, Federica Fedeli) ha promosso una petizione (http://www.ipetitions.com/petition/petizione-per-la-liberazione-di-alaa-abdel-fattah) rivolta al ministro degli Esteri italiano Paolo Gentiloni, affinché il governo italiano si attivi presso quello egiziano per tentare di arrivare rapidamente alla liberazione di Alaa Abd El-Fattah e degli altri blogger e attivisti democratici che attualmente sono detenuti per reati di opinione.

Tra gli altri hanno già  sottoscritto la petizione Giovanna Melandri, Chicco Testa, Ermete Realacci, Gianni Mattioli, il presidente del COSPE Fabio Laurenzi, il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza. La libertà  d’espressione e di stampa è un valore universale: il governo italiano, che collabora con il regime egiziano sia nel campo dello sviluppo economico che nella lotta al terrorismo, deve porre questo come uno dei temi di dialogo nei suoi rapporti bilaterali con l’Egitto. Anche perché un Egitto più democratico, dove i diritti umani fondamentali non siano sistematicamente calpestati, sarebbe un importante fattore si stabilità  geopolitica per tutto il mondo islamico.

ROBERTO DELLA SETA

FRANCESCO FERRANTE

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