“E’ sconcertante che per il vice ministro dello Sviluppo Economico Claudio De Vincenti l’emendamento definitivo relativo al cosiddetto spalma incentivi approvato dalla Commissioni Industria e Ambiente del Senato migliori la norma. Il Governo fa finta di non vedere che la toppa è peggiore del buco, perché al netto del gioco delle tre carte sui cui ci si è esercitati rimane il fatto che si è calpestato la certezza del diritto nazionale e internazionale e la credibilità del Paese nei confronti degli investitori italiani e stranieri”.
Lo dichiara l’esponente di Green Italia Francesco Ferrante, che aggiunge – “Per ridurre i danni dello spalmaincentivi il Parlamento sperimenta infatti un pasticcio, che non corregge il vulnus di fondo che è l’affondo sulla retroattività e quindi i ricorsi arriveranno a pioggia, sia da operatori nazionali sia internazionali che esporranno lo Stato Italiano a probabili risarcimenti miliardari.Con l’emendamento si aggiunge poi un’opzione per cui si riducono gli incentivi nei primi anni per poi restituire la dote dopo il 2019, affidandone la regolamentazione ad un decreto del Ministero dello Sviluppo economico da emanarsi entro il 1 ottobre. Alla luce delle dichiarazioni e delle note posizioni del Ministro Guidi è facile ricorrere alla metafora di Dracula presidente dell’Avis. Poi con l’emendamento si sperimenta anche una cartolarizzazione così spericolata da dover inserire un comma in extremis di “salvaguardia”, affidando al Mef la verifica che con questa mossa da dilettanti non si vada a sfondare il debito pubblico”.
“Si conferma in definitiva l’anomalia del “caso italiano” : l’unico paese democratico al mondo dove chi si vorrebbe caratterizzare come forza politica innovativa non scommette innanzitutto sulla Green Economy , sulle rinnovabili e l’efficienza, ma si lega mani e piedi alle lobby degli idrocarburi” – conclude Ferrante.