Gas: se rimane legata a Gazprom Italia a rischio di black out

“Occorre piu’ efficienza, piu’ rinnovabili e diversificare approvigionamento gas”.

“L’allarme rosso per il metano in Italia lanciato dall’a.d. di Eni Scaroni, che ha ridotto il nostro orizzonte di sicurezza da trenta a tre giorni, purtroppo non stupisce. I rigidi inverni che colpiscono l’Europa orientale e in particolare la Russia, e il filo doppio che lega dal punto di vista energetico il nostro Paese alle forniture di Gazprom, pongono l’Italia in una situazione di estrema debolezza, che tale rimarrà  se non verrà  potenziata l’autonomia energetica puntando su più efficienza, più rinnovabili e una rete del gas  che non guardi solo ad est”. Lo dice il senatore Francesco Ferrante, responsabile per il Pd delle politiche relative ai cambiamenti climatici.
“Con l’abbandono del nucleare – prosegue Ferrante – la Germania indica la strada da seguire: nel 2022 otterrà  il 60% della propria energia da fonti rinnovabili, con  fotovoltaico ed eolico quali settori trainanti della nuova economia energetica. Secondo un rapporto realizzato dall’Agenzia federale delle reti, già  a partire dal 2020 il fotovoltaico sarà  la fonte energetica primaria della Germania con 54 GW installati, seguito dai 47,5 GW dell’eolico. In Italia è necessario – aggiunge Ferrante –  ridurre il costo del gas attraverso più rigassificatori, più gasdotti e una maggiore capacità  di stoccaggio. Queste infrastrutture infatti consentono di diversificare le fonti di approvvigionamento del gas, aumentandone al tempo stesso la sicurezza, e rendono disponibili all’Italia le risorse, altrimenti inaccessibili, di Paesi che possono praticare condizioni economiche più vantaggiose. Il costo dell’ energia elettrica in Italia dipende molto da quello del gas, una maggior concorrenza sarebbe indispensabile anche per diminuire bollette di famiglie e imprese” – conclude Ferrante.