“Occorre fermare i progetti dei signori delle autostrade, che con lo schema del project financing all’italiana, ovvero investimenti privati solo sulla carta e cari e vecchi fondi pubblici per terminare le opere, intendono lastricare di asfalto migliaia di km di territorio. Il caso della Bretella Campogalliano-Sassuolo in Emilia Romagna è esempio eclatante di spreco di denaro pubblico e di insensata politica dei trasporti, per cui occorre il massimo supporto alla petizione popolare promossa dal raggruppamento di forze ambientaliste “NoBretella Sassuolo Campogalliano” indirizzata alla Commissione europea, al governo italiano, alla Regione, che chiede di sanzionare come illegittimo l’art.5 dello “sblocca Italia” e di annullare la Delibera CIPE di approvazione del progetto definitivo.
Lo dichiara l’esponente di Green Italia Francesco Ferrante, che questa sera interverrà a Modena alla presentazione del libro di Roberto Cuda “Strade senza uscita. Banche, costruttori e politici – Le nuove autostrade al centro di un colossale spreco di denaro pubblico”.
“Quella di stasera è un’occasione di incontro importante, perché – continua Ferrante – grazie all’impegno della Legambiente Modena si raccoglieranno anche fondi a sostegno delle spese legali per il ricorso al Consiglio di Stato intrapreso da Legambiente, Lac e Italia Nostra e dei cittadini che verranno espropriati delle proprie case e dei propri terreni agricoli. A pagare le conseguenze infatti di un’opera ideata per supportare un traffico su gomma del tutto inesistente infatti non saranno solo il territorio deturpato e le tasche dei cittadini italiani, ma in primo luogo le popolazioni locali, che dovranno subire un’esproprio degno di tempi lontani”.
“Come Green Italia abbiamo già sollevato a Bruxelles la questione dell’illegittimo prolungamento delle concessioni autostradali e in particolare quella dell’Autobrennero grazie all’impegno di Monica Frassoni Presidente dei Verdi Europei. Le immagini dell’autostrada Brebemi desolatamente vuota, e i suoi costi schizzati alle stelle e scaricati sulla fiscalità generale devono essere il monito per tutti i progetti analoghi, perché è di tutta evidenza che la politica dei trasporti nel nostro Paese non può più seguire schemi da Italia anni 50”- conclude Ferrante.