ENDESA ITALIA A RISCHIO FRAZIONAMENTO

“PREOCCUPANTE SITUAZIONE PER INDEBOLIMENTO DEL PROCESSO DI LIBERALIZZAZIONE E PER RIPERCUSSIONI SULL’OCCUPAZIONE IN UMBRIA”
 

“Se le notizie diffuse dagli organi di stampa sull’ipotesi che la ASM di Brescia (ora fusa con AEM di Milano) che già  possiede il 20% di Endesa Italia, voglia aumentare la sua quota nella società  sino al 25% per procedere poi al cosiddetto “spezzatino” della stessa Endesa Italia risultassero fondate, si rischierebbe di indebolire il processo di liberalizzazione del mercato italiano dell’energia, con conseguenti ricadute negative sullo stesso mercato e sui consumatori, ma non solo. Questa operazione oltre a indebolire la concorrenza nel settore della produzione di energia elettrica in Italia, può determinare anche gravi conseguenze sul piano dell’occupazione poiché determinerebbe la drastica riduzione della struttura che opera a Terni e Roma”.
Queste le parole del sen Francesco Ferrante nell’interrogazione rivolta oggi al Presidente del Consiglio sulla vicenda di Endesa Italia dopo la pubblicazione di articoli giornalistici che ipotizzerebbero, in conseguenza dell’opa su Endesa da parte di Enel e dell’accordo di questa con Eon che prevede che l’azienda tedesca rilevi il 70% degli assets di Endesa Italia, che ASM non intenda più restare in qualità  di socio ma pretenderebbe alcuni tra i migliori assets della società , prevedendo in particolare, la divisione dell’asta del Nera da quella del Velino del nucleo di Terni creando conseguenti gravi difficoltà  nella gestione da un punto di vista idrogeologico.

“E’ evidente che questo nuovo assetto farebbe saltare il piano industriale di Endesa Italia, visto che, dal frazionamento, l’azienda uscirebbe divisa letteralmente in due – ha continuato Ferrante. – Per questo credo importante che il Governo intervenga immediatamente per scongiurare l’eventuale separazione delle aste dei tre fiumi gestiti dal nucleo idroelettrico Umbro, e le sue conseguenze in termini di efficienza e di gestione in sicurezza di questo fondamentale sistema idrico, ma anche di perdita di occupazione da parte delle persone attualmente impegnate nelle sedi di Roma e Terni”.