Difesa: Governo fermi spesa folle di 15 miliardi di euro per cacciabombardieri


Il Governo sospenda la partecipazione al programma di realizzazione dell’aereo Joint Strike Fighter, e  non sottoscriva alcun contratto di acquisto di questi  velivoli che costerebbero allo Stato italiano la cifra impressionante di 12 miliardi di euro, esattamente quanto ammonta la finanziaria del 2011 che ha imposto tagli e grandi sacrifici alle famiglie e ai lavoratori”.
Lo chiedono i senatori del Pd Francesco Ferrante e Roberto Della Seta, che insieme ai colleghi Serafini, Vimercati, Carofiglio, Franco, Della Monica, Vita, Treu, Di Giovan Paolo, Nerozzi, Baio, Soliani, Maritati, Armato, Rusconi, Molinari, Lannutti, Bassoli, Perduca, Bastico, Incostante, Chiaromonte, Musi, Sangalli, Astore hanno presentato in merito una mozione, che vedeva come primo firmatario l’ex senatore Umberto Veronesi.
“Il nostro Paese – continuano i senatori –  è impegnato in un progetto internazionale per la realizzazione di 2.700 cacciabombardieri Joint Strike Fighter F-35, che oltre ai 12 miliardi di euro per l’acquisto di 131 cacciabombardieri, costerà  all’Italia 158,2 milioni di dollari dal 2007 al 2011, ed altri 745 milioni di dollari dal 2012 al 2046, oltre un centro europeo di manutenzione dal costo di 605,5 milioni di euro, da consegnare entro il 2012.
Dal punto di vista puramente strategico è difficile comprendere quali siano le motivazioni per l’acquisto di un cacciabombardiere di quarta generazione: le nostre attuali missioni militari all’estero hanno una caratteristica prevalentemente di peacekeeping, dove fondamentale deve essere la figura umana mentre risulta totalmente inutile, oltre che contraria al nostro dettato costituzionale, la presenza di cacciabombardieri”.
“Le promesse occupazionali di circa 600 posti di lavoro per le aziende italiane partecipanti al programma – sostengono i senatori – in realtà  saranno di fatto solo una compensazione di posti di lavoro che si perderanno per i tagli all’Eurofighter, il programma del caccia europeo prodotto da Italia, Gran Bretagna, Germania e Spagna.
Altri paesi coinvolti nel progetto Joint Strike Fighter stanno esprimendo forti perplessità : lo U.S. Government Accountability Office e la Corte dei Conti olandese hanno lamentato il lievitare dei costi e le scarse garanzie sulla buona riuscita, mentre la Norvegia il 30 marzo 2009 scorso ha sospeso fino al 2012 la sua partecipazione al programma del JSF”.
“In un momento di grave crisi economica – concludono i senatori – è folle spendere 15 miliardi di soldi pubblici per spese militari palesemente inutili, che avrebbero evitato i tagli ai bilanci della scuola, della sanità  e del welfare del nostro Paese”.