“Sono ancora tanti e non circoscritti con certezza i siti del nostro Paese inquinati dalle armi chimiche, smaltite in modo legale, o illegale, soprattutto subito dopo la fine del seconda guerra mondiale e che a distanza di decenni mantengono la loro carica nociva.
Occorre ora nell’interesse della salute pubblica e della salvaguardia dell’ecosistema un’operazione di trasparenza da parte del Ministero della Difesa, per avviare un piano di bonifica nazionale definitivo, accompagnato da indagini epidemiologiche nelle vicinanze dei siti interessati, e per questo ci impegniamo a far avviare da parte della Commissione Ambiente del Senato un’indagine conoscitiva”. Lo dicono i senatori del Pd Francesco Ferrante e Roberto Della Seta, intervenuti oggi alla conferenza stampa dove Legambiente e il Coordinamento Nazionale Bonifica Armi Chimiche, hanno fatto il punto della situazione con il dossier “Armi chimiche: Un’eredità ancora pericolosa”.
“Molti comuni italiani – continuano i senatori del Pd- da almeno settant’anni sono vittime di veleni e sostanze tossiche: dalla Tuscia alla Lombardia, dalle Marche alla Campania, dal Lazio alla Puglia terreni, stabilimenti e discariche sottomarine continuano a ospitare l’eredità del colossale arsenale di armi chimiche creato dal fascismo e nascosto per troppo tempo dai governi della Repubblica. Queste armi sono state progettate per resistere nei decenni e mantengono ancora oggi i loro poteri velenosi, soprattutto l’arsenico che si è disperso nei suoli come dimostrano le analisi condotte dalle forze armate nella zona del Lago di Vico o gli esami degli organismi sanitari a Melegnano. Perché solo una minuscola parte delle strutture militari attive nel dopoguerra è stata parzialmente bonificata: la gran parte degli ordigni è stata nascosta in mare e sottoterra. Il nostro impegno – concludono i parlamentari – è quello di far sì che venga tolto l’ultimo velo che ancora nasconde l’esatta portata e localizzazione di questi veleni, che lo Stato ha taciuto per troppo tempo ai cittadini”.