Conferenza di Doha: clima si cambi adesso

Domani sera i risultati delle primarie mi raggiungeranno a Doha. Dopo avere votato partirò verso la capitale Quatar per partecipare alla Cop 18 (la Diciottesima Conferenza delle parti della Convenzione sui Cambiamenti Climatici) dell’Onu.

Tra le due cose – primarie per la scelta del nostro leader e trattative internazionali sui cambiamenti climatici – a mio parere c’è un nesso strettissimo che invece normalmente sfugge alla classe dirigente di questo Paese. Da un lato la crisi climatica globale ha raggiunto livelli drammatici e preoccupanti che meriterebbero ben altra attenzione, dall’altro si fa sempre più strada la convinzione che è investendo sulla green economy che si può anche combattere la crisi economica, altrettanto globale.

Che la crisi climatica sia ormai una realtà  del presente e una minaccia devastante emerge persino dagli studi realizzati per conto di quel pericoloso covo di estremisti ambientalisti che è la Banca Mondiale, il cui presidente, nel presentare il rapporto Turn down the heat. Why a +4 °C warmer world must be avoided ha detto “Spero che questo report ci spinga all’azione…la Banca Mondiale si accinge a far fronte alla sfida”. D’altra parte dovrebbe forse mettere ancora più paura il gap tra gli studi scientifici che ci raccontano le tragedie che avverrebbero con aumento della temperatura di quell’ordine di grandezza  e l’incapacita di trovare accordi a livello internazionale stringenti e vincolanti per tutti sulla riduzione delle emissioni dei gas climalteranti. Come si colma quel gap? Solo con la politica: E’ stata una buona notizia per il Pianeta la rielezione di Obama con l’auspicio che nel suo secondo mandato metta da parte le timidezze degli ulti 4 anni, fa sperare bene la scelta del paese che inquina di più al mondo  – la Cina che da sola conta per il 29% delle emissioni globali – di puntare risorse ingentissime su efficienza e rinnovabili. Per quanto ci riguarda, dopo aver rimesso l’Italia in Europa (e di questo va dato atto al Ministro Clini) superando la tragica parentesi berlusconiana, si tratta di mettere al centro delle nostre politiche industriali e territoriali questo tema. Le primarie sono state utile terreno preparatorio -si vedano i programmni dei candidati e io con orgoglio rivendico quello molto avanzato di Renzi – nei prossimi mesi, e quando torneremo al Governo avremo la responsabilità  di non deludere più queste attese.

 

Francesco Ferrante