Clima: Destra in Senato chiede al Governo di uscire dalla Ue

“Parafrasando il celebre film horror possiamo dire ‘A volte ritornano’: e a ritornare sono i negazionisti a oltranza del centrodestra italiano che, dopo la figuraccia rimediata con la loro precedente sortita sui cambiamenti climatici, ripropongono di nuovo al Senato una mozione in cui  chiedono in sostanza all’Italia di abbandonare gli impegni europei per la riduzione delle emissioni dannose per il clima, quegli impegni che per esempio hanno già  trasformato la Germania in uno dei leader mondiali nel settore efficienza e delle rinnovabili”. Lo dicono i senatori del Pd Roberto Della Seta e Francesco Ferrante in merito alla mozione sulle politiche ambientali firmata dai senatori del centrodestra  D’Alì, Possa, Fluttero, Viceconte, Izzo, Sibilia, Nespoli, Vetrella e Carrara.
“Affermare – continuano i senatori ecodem –  che l’Unione europea è malata di catastrofismo e che l’Italia può salvarla buttando a mare gli impegni a difesa della stabilità  climatica, continuando con la vecchia economia basata sul petrolio e sul carbone fa stropicciare gli occhi per quanto sembri fuori dal tempo come posizione. E’ purtroppo la realtà , che il centrodestra ha addirittura messo nero su bianco, auspicandosi di  far saltare l’obiettivo europeo al 2020 di una riduzione del 20 per cento dei gas serra, di un aumento del 20 per cento dell’efficienza energetica e di una quota del 20 per cento di energia da fonti rinnovabili richiedendo ‘l’attivazione in sede di Unione europea della clausola Berlusconi nel senso di dichiarare decaduto, in quanto non più utile, l’accordo del 20-20-20’. Questi negazionisti di casa nostra, epigoni probabilmente di coloro che ad esempio negli Stati Uniti propugnano idee sui cambiamenti climatici elaborate da associazioni sovvenzionate dalle maggiori aziende petrolifere, sembrano veramente chiudere gli occhi di fronte alle potenzialità  della green economy. Questo mentre l’amministrazione Obama decide di investire 150 miliardi di dollari in dieci anni nel settore delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica per produrre entro il 2015 un milione di auto ibride (da 50 km con un litro) e per portare al 25 per cento entro il 2025 la quota di elettricità  prodotta con fonti rinnovabili. L’Italia, in controtendenza rispetto all’Europa, è in declino per quanto riguarda gli standards di efficienza energetica e a causa dell’atteggiamento di retroguardia del Governo Berlusconi – concludono Ferrante e Della Seta –  le nostre imprese stanno accumulando un crescente disvalore competitivo, perdendo il treno vincente della green economy”.