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IL PD CHE VOGLIAMO

GREEN ECONOMY, DIRITTI, TERRITORIO
PER RICONQUISTARE LA FIDUCIA DELL’ITALIA
L’Italia ha bisogno di una politica più degna e di un Partito Democratico più credibile. Ha bisogno di un grande partito progressista, casa comune delle culture riformiste ed ecologiste.

Ne ha bisogno subito, per fare fronte ai costi sociali della crisi economica mondiale e preparare la ripresa puntando sull’economia della conoscenza, dell’ambiente, del lavoro di qualità , delle eccellenze territoriali. Ne ha bisogno per il suo futuro, per liberare e valorizzare le sue grandi potenzialità  e per superare le arretratezze, gli immobilismi, le ingiustizie, i privilegi che hanno minato in profondità  la fiducia dei cittadini in un futuro di miglioramento personale e di progresso sociale: siamo una grande nazione, ma non ci sentiamo quasi più una comunità , mentre crescono individualismi, egoismi, localismi.

Promuovere quest’opera di profondo cambiamento politico dando nuova linfa e nuove gambe al riformismo italiano, è la ragione da cui è nato il Partito Democratico. Per nutrirla e affermarla, per costruire un’alternativa vincente alla destra più inquietante e anti-ambientale d’Europa, che continua a raccogliere così larghi consensi, serve un partito non di ex, ma di donne e uomini uniti da una stessa idea della politica e del futuro. Di donne e uomini che dalla politica pretendono risposte utili a migliorare la loro vita, e utili al tempo stesso a migliorare il mondo.

Vogliamo un partito che riprenda il cammino di rinnovamento inopinatamente interrotto, deciso a non rinchiudersi nel recinto angusto di anacronistiche contrapposizioni e consumati personalismi.

Vogliamo un partito di popolo, non di élite né di nomenclature, consapevole che la prima, la più importante delle nostre alleanze è quella con il numero maggiore possibile di italiane e di italiani.

Vogliamo un partito che riconosca la centralità  dei circoli quali strumenti prioritari per il radicamento territoriale.

Vogliamo un partito che finalmente somigli, nei suoi gruppi dirigenti, nei suoi amministratori, nei suoi eletti, alle speranze e alle convinzioni degli oltre tre milioni di cittadini che meno di due anni fa votarono per la sua nascita. Un partito orgoglioso d’essere in Europa la prima grande forza progressista che ha scelto di fondere tra loro diverse anime del riformismo, e che apra la via per la costruzione di una nuova compagine riformista dove si ritrovino insieme socialisti, democratici, ecologisti.

Vogliamo un partito più coraggioso e più netto nei suoi sì e nei suoi no.
Sì alla green economy come risposta alla crisi economica e a quella climatica e come motore di sviluppo, occupazione, progresso tecnologico. No al nucleare del passato, pericoloso e costosissimo, e a chi ragionando con la mentalità  di mezzo secolo fa continua a considerare l’ambiente un ostacolo per l’economia.
Sì a un welfare rinnovato che metta al centro la persona, la dignità  e la sicurezza del lavoro, le pari opportunità  per i giovani e per le donne, la lotta alle povertà . No ai monopoli e alle corporazioni che paralizzano la società  e non valorizzano il merito.
Sì a una rivoluzione fiscale che alleggerisca il prelievo su lavoro e imprese, che scoraggi lo spreco di materie prime e le produzioni più inquinanti. No a chi vorrebbe rinunciare alla leva fiscale come fattore di redistribuzione della ricchezza e di promozione dei beni pubblici.
Sì a leggi e politiche che rafforzino la sicurezza dei cittadini contrastando la grande e la piccola criminalità . No ad ogni tentazione di rincorrere o anche soltanto di giustificare derive xenofobe e razziste.
Sì a più diritti civili, a diritti universali di cittadinanza, a una piena e forte affermazione dei valori di laicità  dello Stato e delle leggi. No a tutte le pretese di Stato etico.
Sì a molte più risorse e più attenzioni per la scuola, la cultura, la ricerca. No ai regali di Stato a oligarchie politiche ed economiche sul “modello Alitalia”.
Sì all’edilizia di qualità , al risparmio energetico, alla mobilità  sostenibile, alla sicurezza antisismica. No all’abusivismo edilizio e al consumo illimitato di territorio.

Vogliamo un partito che sappia pensare globalmente, per capire la realtà  complessa del mondo attuale. Che sappia agire localmente, immergendosi fino in fondo nelle aspettative, negli interessi, nelle preoccupazioni delle comunità  che ha l’ambizione di rappresentare.

Vogliamo un partito che si batta contro tutte le illegalità : dalla criminalità  organizzata alle ecomafie, dalla criminalità  quotidiana che semina insicurezza soprattutto tra i più deboli all’impunità  per i potenti. Un partito che faccia sua la questione morale, quella stessa sollevata trent’anni fa da Enrico Berlinguer e tuttora attualissima, che si batta sempre e dovunque per una politica trasparente e responsabile. Un partito che chiuda le sue porte ai disonesti e agli affaristi, che predichi e razzoli bene, che non difenda come sui rifiuti in Campania amministratori indifendibili solo perché sono “suoi”.

Vogliamo un partito aperto e accogliente, un partito che ami di più gli italiani e che s’identifichi con le risorse migliori e le ricchezze più grandi dell’Italia: le mille economie territoriali che danno alimento al made in Italy e le piccole e medie imprese che ne sono il fulcro, le eccellenze nella ricerca scientifica e nell’innovazione tecnologica, i tesori di natura e di cultura del Bel Paese, il volontariato al quale milioni di cittadini regalano ogni giorno un po’ del loro tempo.

Solo un Partito Democratico così potrà  contribuire a ridare speranza, la speranza di un futuro migliore, all’Italia e agli italiani. Solo un partito così potrà  riconquistarne la fiducia.

Rosanna Abbà 
Pierluigi Adami
Agostino Agostinelli
Enrico Alleva
Luigi Aloe
Paolo Anibaldi
Giulia Arcangeli
Giuseppe Arnone
Marino Artusa
Luigi Attenasio
Giuseppe Barbieri
Luigi Bellassai
Walter Bellomo
Piero Benedetti
Andrea Benedino
Luigi Berlinguer
Maria Berrini
Andrea Bianchi
Duccio Bianchi
Giovanni Bignami
Franco Bonanini
Assunta Brachetta
Anna Rita Bramerini
Alessandro Bratti
Fiorenza Brioni
Vanni Bulgarelli
Giorgio Calabrese
Gemma Calamandrei
Luigi Campanale
Alessio Capriolo
Corrado Carrubba
Andrea Casu
Roberto Cavallo
Susanna Cenni
Lucia Centillo
Vincenzo Cerami
Marco Ciarafoni
Patrizia Colletta
Maurizio Conte
Antonella Costanzo
Andrea Costi
Erasmo D’Angelis
Roberto Della Seta
Giuseppe D’Ercole
Nicola De Ruggiero
Yari Desicaia
Mario Di Carlo
Patrizia Di Giulio
Giuseppe Di Vita
Andrea Dominijanni
Cesare Donnhauser
Emanuele Durante
Dario Esposito
Fabrizio Fabrizi
Stefano Facchi
Franca Faccioli
Paolo Felice
Francesco Ferrante
Donato Ferri
Michele Fina
Silvia Fregolent
Silvia Frustaci
Giovanni Furgiuele
Matteo Fusilli
Marzio Galeotti
Giuseppe Gamba
Enrico Gasbarra
Walter Gaggioli
Federico Gelli
Paolo Gentiloni
Roberto Giachetti
Paola Gifuni
Luisa Gnecchi
Maurizio Gubbiotti
Ettore Ianì
Giovanni Lattanzi
Flavia Leuci
Piera Liberanome
Filiberto Liguori
Antonio Longo
Raffaella Mariani
Saverio Massari
Giovanna Melandri
Raffaele Mennella
Luciano Nobili
Carlo Monguzzi
Flavio Morini
Carlo Ottone
Giovanni Pagano
Mimmo Pappaterra
Annamaria Parente
Giuseppe Parroncini
Eugenio Patanè
Stefano Patrizi
Simonetta Pellegrini
Lorena Pesaresi
Gianni Piatti
Donato Piglionica
Michele Petraroia
Francesco Petretti
Massimo Pintus
Vincenzo Pisegna
Alessandro Portinaro
Luigi Quarchioni
Ermete Realacci
Fabio Renzi
Maria Grazia Ricci
Francesca Ridolfi
Edo Ronchi
Anna Rossomando
Giampiero Sammuri
Sergio Santini
Andrea Sarubbi
Salvatore Scaglione
Massimo Scalia
Gabriela Scanu
Sergio Soave
Rosa Sorrentino
Giuseppe Stasolla
Gianluca Susta
Francesca Tecce
Umberto Trezzi
Alessandra Vaccari
Enzo Valbonesi
Marco Vannini
Osvaldo Veneziano
Simone Verde
Fabrizio Vigni
Silvia Zamboni
Edoardo Zanchini
Luigi Zanda

10 azioni per il clima in città 

Il Comune deve:
 

Nelle grandi città  predisporre e attuare veri e propri Piani Energetici Comunali, nei Comuni più piccoli predisporre programmi di azione in campo energetico. I Piani e i programmi devono fissare obiettivi concreti e misurabili di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, di sviluppo delle fonti rinnovabili, di miglioramento dell’efficienza energetica sul territorio comunale nel quadro degli obiettivi europei “20-20-20”. Vanno promosse campagne per il risparmio energetico negli uffici comunali e delle aziende municipalizzate e partecipate.

  1. Adottare norme urbanistiche coerenti con gli obiettivi specifici dei piani energetici. Questi gli obiettivi da perseguire: ridurre l’espansione urbanistica a macchia d’olio puntando prioritariamente al riuso delle aree già  edificate e prevedendo eventuali nuove urbanizzazioni nelle aree metropolitane esclusivamente lungo gli assi esistenti del trasporto pubblico su ferro; fissare standard di efficienza energetica per le nuove edificazioni e le ristrutturazioni coerenti con i Piani energetici  e l’obiettivo del “20-20-20”, promuovendo la diffusione delle fonti rinnovabili a partire dal solare termico e fotovoltaico e dal microeolico e semplificando tutte le relative procedure autorizzative; intensificare le azioni di forestazione e riforestazione.

  1. Realizzare infrastrutture ecologiche nelle aree produttive. Evitare la dispersione territoriale e la frammentazione delle aree industriali e commerciali per non moltiplicare fonti di inquinamento e mobilità . Privilegiare sempre la riqualificazione delle aree industriali esistenti e realizzare le nuove, ove fossero necessarie, attrezzandole con impianti energetici efficienti (cogenerazione), parchi fotovoltaici, centri unificati per il carico e scarico delle merci, bacini di stoccaggio di acque meteoriche per usi industriali, centri per la raccolta differenziata dei rifiuti assimilati agli urbani.

  1.  Avviare immediatamente il radicale rinnovamento delle reti ambientali ed energetiche. Gli acquedotti, le reti fognarie, la depurazione delle acque, la regimazione delle acque meteoriche e la sicurezza idraulica dei territori, la distribuzione dell’energia prodotta localmente da fonti rinnovabili sono componenti fondamentali dello sviluppo sostenibile delle città . Investire nel loro ammodernamento e nella loro efficienza costituisce un dovere per i governi locali e per i gestori dei servizi. 

  1. Incentivare il trasporto pubblico e scoraggiare gli spostamenti su auto private; investire in mezzi pubblici più efficienti, più comodi, più puliti, più puntuali. Aumentare il numero delle corsie preferenziali e proteggerle efficacemente; trovare le risorse per realizzare  nuove filobusvie,  tramvie o  metropolitane, e per nuovi bus ibridi o  elettrici o a basso impatto di standard Euro 5; utilizzare al meglio le possibilità  offerte  dalle nuove tecnologie (internet, servizi di telefonia mobile) per organizzare al meglio la mobilità  e ridurre gli spostamenti in auto privata; sviluppare e consolidare esperienze innovative come le  zone  a “traffico rallentato” con velocità  massime consentite di 30 km/h.

  1.  Introdurre e promuovere servizi di mobilità  alternativi all’uso individuale dell’auto, promuovere l’uso della bicicletta, potenziare la rete di piste ciclabili, difendere i diritti dei pedoni. Organizzare servizi efficienti di “car sharing”; promuovere il “car pooling” nei percorsi casa-lavoro, e i percorsi sicuri casa- scuola a piedi e in bicicletta (pedibus e bicibus); spingere le aziende e gli enti pubblici (a partire dagli stessi Comuni e dalle aziende partecipate) a realizzare piani di gestione della mobilità  per i propri dipendenti  realizzare parcheggi custoditi e installare rastrelliere per le biciclette; introdurre servizi di bike sharing; aumentare le zone pedonali e quelle a traffico limitato; aumentare le zone in cui si paga il parcheggio; ricorrere al pedaggio urbano a seconda delle esigenze di ciascuna città .

  1. Aumentare la raccolta differenziata dei rifiuti. Puntare sui metodi “porta a porta”, gli unici in grado di portare la raccolta differenziata a livelli di eccellenza, nel rispetto degli obiettivi di legge (60% al 2012). Promuovere la raccolta differenziata anche negli uffici comunali e delle municipalizzate e aziende partecipate e nelle scuole di ogni ordine e grado.

  1. Fare acquisti “verdi”. Promuovere l’acquisto di prodotti ecologici e/o con un ciclo di vita a basso impatto (per esempio carta riciclata, macchinari ad alta efficienza energetica, veicoli ecologici). Nelle mense degli uffici pubblici,delle scuole e delle aziende partecipate privilegiare gli alimenti biologici e tipici locali e promuovere i prodotti del commercio equo e solidale.

  1. Ripensare la città  a misura di bambino. Migliorare la sicurezza stradale, aumentare e curare di più gli spazi verdi, sottrarre più strade e piazze  al dominio delle automobili.

  1. Promuovere la partecipazione dei cittadini. Coinvolgere i singoli cittadini, le associazioni, gli stakeholders sociali ed economici  nelle scelte sull’organizzazione e il futuro delle città .

Marzo 2009

MANIFESTO DEGLI ECOLOGISTI DEMOCRATICI

Roma, 15 febbraio 2008
  Oggi l’ambiente è uno dei grandi temi del progresso e della speranza in un futuro migliore.
  
L’ambiente conta sempre di più nella coscienza individuale e collettiva. Deve contare altrettanto anche nell’agenda della politica. Conta di più perché la lotta ai mutamenti climatici è un impegno vitale per il futuro anche prossimo dell’umanità .
Conta di più perché la globalizzazione dello sviluppo economico, con una estensione senza precedenti  dei prelievi di risorse naturali e degli impatti sui beni comuni come l’aria,l’acqua , la biodiversità , impone una svolta nelle produzioni e nei consumi per poter vivere meglio in molti e non in pochi , in modo sostenibile per gli equilibri ecologici. Conta di più perché vivere in un ambiente sano rappresenta per la grande maggioranza delle persone una condizione fondamentale del benessere. Conta di più perché evoca sensibilità , criteri etici patrimonio di un numero crescente di persone, per esempio le esigenze di rispetto verso i viventi non umani o le stesse preoccupazioni bioetiche. Conta di più, l’ambiente, anche per lo sviluppo: le innovazioni necessarie per produrre, per consumare in modo sostenibile, cioè minimizzando l’impatto sull’ambiente e lo spreco di risorse naturali, sono un fattore crescente di competitività  e di successo economico.   

Il Partito Democratico nasce anche da questa consapevolezza.
  
Per noi Ecologisti Democratici l’ambiente non è una politica tra le altre: è un valore, un interesse generale cui ispirare tutte le scelte della politica. Per mettere l’ambiente al centro della politica, serve un ambientalismo moderno, razionale, riformatore, che anche in Italia si misuri positivamente con gli altri grandi bisogni oggi in campo – lo sviluppo, la coesione sociale – e rifugga dalle tentazioni di rinchiudersi in anguste e impotenti logiche conservatrici, minoritarie, localistiche.   
  

L’ambiente è etica, è occuparsi anche delle generazioni future.
 L’ambiente è giustizia sociale, perché i problemi ambientali – dall’inquinamento dell’aria e delle città , ai rifiuti, ai mutamenti climatici – colpiscono per primi e con maggiore violenza i più deboli.

  
L’ambiente è un mondo più equo. Solo se lo sviluppo dei prossimi decenni sarà  sostenibile, potrà  sconfiggere la povertà , dare benessere a chi finora ne è rimasto escluso, senza precipitare tutti, ricchi e poveri, in una crisi ecologica irreversibile.
  

L’ambiente è un’economia più moderna ed efficiente, che grazie all’innovazione ecologica crea più ricchezza ma consuma meno energia e materie prime, produce meno rifiuti e meno inquinamento, fa nascere imprese innovative e nuova occupazione.
 L’ambiente è buona politica, pulita e competente, capace di operare per il bene comune.

  
L’ambiente è più ricerca scientifica, per comprendere sempre meglio le dinamiche e i limiti degli equilibri ecologici e per promuovere un uso sostenibile, non distruttivo, delle risorse naturali e un’economia veramente ecologica. L’ambiente è più scienza, ma all’ambiente serve una scienza che a partire da un forte rafforzamento del ruolo e del peso delle istituzioni scientifiche pubbliche (università , enti di ricerca) persegua l’interesse generale dell’uomo e non invece il vantaggio di pochi.
 L’ambiente è un interesse prioritario e un grande valore aggiunto per l’Italia. E’ contrastare tutte le forme di illegalità  ambientale, dalle ecomafie all’abusivismo edilizio. E’ rilanciare l’Italia sulla via di uno sviluppo duraturo, della modernizzazione economica, dell’innovazione tecnologica. E’ valorizzare il patrimonio di qualità  ambientale, di biodiversità , di qualità  e varietà  agroalimentare, di bellezza, di saperi, di creatività  – ricchezze immateriali e dunque ecologiche, ricchezze ben difficilmente delocalizzabili – che è uno dei grandi talenti italiani.

  

Noi Ecologisti Democratici vogliamo essere gli ambientalisti dell’interesse generale, del decidere, del fare. Come in tanti altri campi, anche per l’ambiente la difficoltà  in Italia di mettere in campo scelte innovative, è parte di quella crisi generale della decisione che paralizza come un’insostenibile zavorra la politica. Per difendere davvero l’ambiente servono decisioni di radicale discontinuità  con il passato – così nell’energia, nei trasporti, nello sviluppo e nell’organizzazione delle città  e del territorio – e serve fare: fare impianti per l’ energia rinnovabile, fare ferrovie più moderne e veloci, fare metropolitane e linee tramviarie, fare impianti per il riciclo ed il recupero dei rifiuti. I problemi ambientali sono troppo seri e importanti per lasciarli ad un ambientalismo conservatore, localista, che sa dire solo dei no e che se perde di vista l’interesse generale finisce per indebolire, e rischia di rendere impopolare,  l’azione in favore dell’ambiente.
 Per noi ambientalismo è porre l’Italia all’avanguardia del cammino – deciso dall’Europa – per ridurre di almeno il 20% entro i prossimi dodici anni (rispetto ai livelli del 1990) le emissioni di anidride carbonica, causa principale dei mutamenti climatici in atto. Per raggiungere questo traguardo bisogna operare su diversi fronti contemporaneamente, con un programma coerente di politica energetica e ambientale:

– entro il 2020 occorre ridurre i consumi finali tendenziali  di energia del 20%, promuovendo l’efficienza energetica in tutti i settori: nell’industria, nei processi produttivi e nei prodotti, nei consumi civili e domestici, negli edifici esistenti e negli standard per quelli di nuova costruzione, nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche, nel riscaldamento e nel raffrescamento, nell’illuminazione, nella generazione dell’energia elettrica privilegiando gli impianti a più alto rendimento e promuovendo la cogenerazione e la trigenerazione,  nei mezzi e nelle modalità  di trasporto privilegiando i trasporti via mare e ferroviari rispetto a quelli su strada, i trasporti collettivi rispetto a quelli individuali, la modalità  ciclopedonale;
– entro il 2020 occorre coprire almeno  il 17% dei consumi finali di energia con fonti rinnovabili,raddoppiando l’attuale produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili,con un forte impegno per lo sviluppo dell’eolico,del solare,delle biomasse, del minidroelettrico, della geotermia, e con un forte impegno per lo sviluppo della produzione di calore da fonti rinnovabili (solare termico, biomasse, cogenerazione, geotermia) e dei biocarburanti;
– occorre agire sul mix di combustibili fossili, riducendo i consumi di petrolio (sempre più caro) in particolare nella produzione di energia elettrica, tenendo alta la quota di gas naturale (il meno inquinante)  anche la realizzazione dei rigassificatori  necessari per differenziare l’approvvigionamento via nave e contenere i costi, non incrementando l’uso della quota di carbone (che emette per unità  di energia elettrica prodotta il doppio di COdel gas, con costi aggiuntivi rispetto all’applicazione del Protocollo di Kyoto) almeno fino a quando non saranno disponibili tecnologie di cattura e sequestro della CO2 ;
– la fonte nucleare, con le tecnologie attualmente utilizzabili, oltre a non essere economicamente riproponibile in Italia per i costi elevatissimi che comporterebbe tale rientro, rimane su scala globale e nelle previsioni internazionali un’opzione minoritaria destinata a non crescere, perché troppo onerosa e perché tuttora insicura per i problemi della gestione dei rifiuti radioattivi, dello smantellamento a fine vita degli impianti, della sicurezza in particolare legata ai rischi di proliferazione nucleare.
  
– la fonte nucleare, con le tecnologie attualmente utilizzabili, oltre a non essere economicamente riproponibile in Italia per i costi elevatissimi che comporterebbe tale rientro, rimane su scala globale e nelle previsioni internazionali un’opzione minoritaria destinata a non crescere, perché troppo onerosa e perché tuttora insicura per i problemi della gestione dei rifiuti radioattivi, dello smantellamento a fine vita degli impianti, della sicurezza in particolare legata ai rischi di proliferazione nucleare.Per noi ambientalismo è destinare alla mobilità  sostenibile (ferrovie, cabotaggio, trasporto pubblico urbano) una parte preponderante delle risorse pubbliche destinate ad infrastrutture di trasporto, nonché una parte significativa delle entrate (fiscali, derivanti da concessioni) provenienti dal settore dell’autotrasporto. In questa prospettiva, i due campi prioritari d’investimento devono essere le città , che assorbono oltre i tre quarti dell’intera mobilità  nazionale, e il trasporto merci, tuttora caratterizzato da sostenuti ritmi di crescita. 
 
Per noi ambientalismo è minimizzare il consumo di territorio naturale, orientando le trasformazioni urbanistiche e territoriali alla riqualificazione, al recupero, anche alla radicale ricostruzione delle tante aree già  costruite dismesse e degradate. In un Paese come il nostro dove i tassi di crescita demografica sono ormai  modesti, mettere un argine invalicabile ad un indefinito consumo del suolo naturale è una scelta razionale, una scelta indispensabile per tutelare e valorizzare il paesaggio italiano e per salvaguardare la grande biodiversità  del nostro patrimonio naturale, le reti ecologiche del nostro territorio e il prezioso sistema di aree naturali protette.
 
Per noi ambientalismo è contrastare con ogni forza le ecomafie che lucrano miliardi sullo smaltimento clandestino dei rifiuti, sulle escavazioni e i prelievi d’acqua illegali, sull’abusivismo edilizio, sul commercio di specie protette, inserendo a pieno titolo i crimini ambientali nel codice penale.
  

Per noi ambientalismo è promuovere stili di vita sobri, consumi consapevoli, buona qualità  culturale, formazione e conoscenza, cittadinanza attiva e solidale, partecipazione democratica.
 Per noi ambientalismo è dare slancio all’innovazione tecnologica orientate a dare risposte ai problemi ambientali: dall’efficienza energetica alla produzione di energia pulita e rinnovabile, dalla riduzione dei consumi di materie prime alla riduzione dei rifiuti e della loro pericolosità , dal miglioramento della qualità  ecologica dei beni e dei servizi  alla diffusione di buone pratiche e di migliori tecnologie sostenibili.

  
Per noi ambientalismo è offrire un marchio di qualità  italiana a tutti i prodotti e i servizi che  

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