Comunicati

Rifugiati, stampa internazionale denuncia: “Abbandonati a loro stessi,in 800 al Salaam Palace, alla periferia sud di Roma”.

Il censimento di Fondazione IntegrA/Azione: “Sono molti di più: solo nelle grandi occupazioni abusive sopravvivono in 1700” Non solo alla Romanina, ma anche Collatina e Ponte Mammolo tra i luoghi della disperazione A Roma, sono 1700 i rifugiati politici con regolare permesso di soggiorno che abitano in luoghi fatiscenti, grandi occupazioni con centinaia di uomini e donne in condizioni abitative precarie che sopravvivono come possono. Questo solo se si contano le più note: grandi edifici, quando va bene, o immense baraccopoli di cartone e lamiere dove spesso crescono anche dei bambini. Proprio ieri il New York Times e l’ingleseHerald Tribune hanno denunciato la situazione degli 800 rifugiati accampati al Saalam Palace alla Romanina. Una delle occupazioni più grandi di Roma, ma certamente non l’unica. Proprio nella Capitale infatti, ha già  denunciato più volte Fondazione integrA/Azione con il suo censimento I RIFUGIATI INVISIBILI, oltre a quella del Saalam Palace, ci sono le due grandi occupazioni di Collatina con 700 persone e Ponte Mammolo che in una baraccopoli ospita almeno 150 stranieri. “Le mega occupazioni di Romanina, Collatina e Ponte Mammolo – dichiara Luca Odevaine, presidente di Fondazione IntegrA/Azione – rappresentano solo la punta dell’iceberg di una realtà  molto più vasta e frammentata. Situazioni degradanti e marginali, cui si aggiungono centinaia di centri d’accoglienza informale che popolano gli angoli più remoti della Capitale.Lontano dagli occhi e dall’attenzione dell’opinione pubblica, si nascondono migliaia di rifugiati che sopravvivono in baracche, in scatole di cartone, sotto coperte e fogli di giornale”. A testimoniare questa grave emergenza sono i numeri: sulle oltre 6000 presenze di titolari di protezione internazionale nella Capitale solo 2000 trovano un posto d’accoglienza, mentre altrettanti vivono un’attesa interminabile nella lista d’attesa dell’Ufficio immigrazione del Comune. Una gran parte dei rifugiati informali proviene infatti da anni di accoglienza istituzionale, vivendo tra l’uscita da un centro e l’entrata in un altro, una vita ai margini della città , senza avere quegli strumenti per raggiungere una duratura autonomia abitativa e lavorativa. Il Comune di Roma – i dati risalgono a maggio 2012 – riesce a garantire complessivamente 2.200 posti d’accoglienza. La fetta più grossa è rappresentata dai 19 centri d’accoglienza gestiti dal privato sociale in convenzione diretta con il Comune, per un totale di circa 1.250 posti letto. A questi si aggiungono altri 250 posti letto, in due strutture sorte per fronteggiare l’emergenza abitativa, ma prestate all’accoglienza dei RAR. Il Centro Polifunzionale Enea di seconda accoglienza completa il quadro con i suoi 800 posti circa. Va ricordato poi che, a seguito dello stato di emergenza(decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri del 12 febbraio e 7 aprile 2011), nota come emergenza Nord Africa,sono nati nuovi centri d’accoglienza per ospitare oltre 1.000 nuovi richiedenti asilo. “Oramai è da molto tempo che si sarebbe dovuti uscire dall’emergenza – dice il Senatore Francesco Ferrante, che di Fondazione Integra/Azione è il vicepresidente- questo governo non ne ha avuto il coraggio o la possibilità , vista la “strana maggioranza” che lo sosteneva. Ma non è più tollerabile che un Paese che si vuole dire civile tratti i suoi ospiti rifugiati in questa maniera esponendosi tra l’altro a figuracce internazionali come quella causata dalla sacrosanta denuncia della stampa internazionale. Ora basta, bisogna cambiare strada”. Nel frattempo, il Servizio di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (SPRAR), garantisce l’assorbimento dei rifugiati con sempre maggiore difficoltà  a causa del mancato finanziamento da parte del Governo. Vediamo nello specifico le più grandi occupazioni nella città  di Roma: – Romanina:sita in via Arrigo Cavaglieri è un’occupazione abitativa chiamata anche “Saalam” (Salute, Pace, Salvezza),realizzata nella vecchia sede dell’Università  di Tor Vergata e che oggi conta tra i 500 e i 600 occupanti. Nella struttura, oltre a donne e uomini singoli, sono presenti circa 20 nuclei familiari con minori, tra cui anche neonati. All’interno della struttura ci sono servizi fatiscenti. I servizi igienici scarseggiano. Sono attive le utenze di luce e acqua, ma manca l’impianto di riscaldamento sia per gli ambienti che per le acque sanitarie. – Collatina:L’occupazione chiamata “Natnet” (libertà ), è sorta in uno stabile di proprietà  del ministero del Tesoro, inutilizzata e abbandonata per un concreto rischio di crollo. La struttura è infatti costruita su una falda acquifera.Al suo interno si contano circa 700 registrati, tra eritrei ed etiopi (di cui 10 nuclei familiari con minori).Sono attive le utenze di luce e acqua, ma manca il riscaldamento per gli ambienti e le acque sanitarie. La struttura e i servizi igienici sono a dir poco fatiscenti.Numerosi occupanti vivono un forte disagio psichico e presentano sintomi da stress da disturbi post-traumatici. – Ponte Mammolo: è la meno conosciuta fra le situazioni informali. Sorge lungo viale Palmiro Togliatti, al di sotto del livello della strada, una baraccopoli in cui vivono in precarie condizioni oltre 150 persone. Non ci sono donne sole, ma qualche famiglia di origine romena con figli. Gli abitanti vivono principalmente in tende, qualcosa in cartongesso ha iniziato a sorgere nel 2006. Alle tende pian piano si sono affiancate piccole abitazioni di muratura, costruite nel corso degli anni dalla stessa comunità  e, in numero inferiore (circa il 30%) baracche di lamiera. Nell’insediamento mancano l’acqua e il riscaldamento: c’è solo una fontanella per l’approvvigionamento idrico. Non è presente nessun servizio igienico, a parte un bagno in muratura in pessime condizioni, non allacciato alla rete fognaria. L’unica doccia presente non funziona, perché non c’è acqua corrente. Le più grandi occupazioni abitative dei RAR a Roma Occupazione Stima residenti Tipologia di residenti Uomini singoli Donne singole Nuclei familiari Minori non accompagnati Romanina 800 X X X Collatina 700 X X X Ponte Mammolo 150 X La nuova buca di Ostiense 50 X X Totale residenti grandi occupazioni 1.700 Fonte: Fondazione IntegrA/Azione L’Ufficio Stampa (Flavia Giannoni 339.6135371)

Alle primarie di Roma del 30 dicembre per la scelta dei candidati del Pd al Parlamento noi voteremo per *ROBERTO GIACHETTI*.

Lo voteremo perché è una persona che sull’essenziale – sui diritti, sull’importanza sociale ed economica dell’ambiente, sulla necessità  di un politica molto più pulita e trasparente – la pensa come noi. Lo voteremo perché con la sua ultima battaglia personale – settimane di sciopero della fame per ottenere che il Parlamento approvasse una legge elettorale meno schifosa del “porcellum” – ha dimostrato una volta di più che per lui la politica è passione e sono princìpi.

La nostra Costituzione chiede a chi ricopre funzioni pubbliche di assolverle “con onore e dignità “: Roberto Giachetti parlamentare questo ha già  fatto e questo, siamo sicuri, farebbe ancora.

Ricordiamo che il 30 dicembre potranno votare tutti coloro che hanno partecipato alle scorse primarie del 25 novembre e comunque tutti gli iscritti al Pd. Si potranno esprimere due preferenze, una di genere maschile e una di genere femminile, scrivendo il cognome dei vostri preferiti. Oltre a Giachetti, noi voteremo Lorenza Bonaccorsi.

Ambiente: per Pd e centrosinistra spazio immenso tra conservatorismo Passera e populismo Grillo

“Su ambiente e green economy c’è uno spazio politico immenso tra il conservatorismo di Passera, che in dodici mesi di governo Monti ha fatto di tutto per difendere le lobby dell’energia fossile eà€€per penalizzare le imprese dell’energia pulita,à€€e il populismo di Grillo. Se il Pd e il centrosinistra sapranno occuparlo con proposte credibili e poi, auspicabilmente, con un’azione di governo innovativa e coerente, questoà€€può diventare un tratto distintivo dei progressisti italiani e uno degli assi principali di efficaci politiche anticrisi”.E’ quanto affermano i senatori ecodem del Partito democratico Roberto Della Seta e Francesco Ferrante.

“L’ambienteà€€oggi non è soltanto un valore e un bisogno sociale sempre più importante per milioni di elettori. E’ anche un’arma formidabile contro la crisi economica, come dimostrano i successi ottenuti malgrado la recessione da migliaia di imprese italiane che hanno investito e scommesso sulla green economy, dall’energia alla chimica verde al riciclaggio dei rifiuti. Gli esempi di questa funzione anticiclica dell’economia verde sono tanti e sono importanti: tra i più vistosi vi sono i 2 milioni di cantieri aperti grazie agli ecoincentivi per le ristrutturazioni degli edifici, introdotti a suo tempo dal Governo Prodi,à€€o la riconversione del polo chimico di Porto Torres che vede protagonista un campione nazionale della chimica verde come Novamont insieme alla nostra più grande multinazionale”.

“Fino ad oggi la politica, quella di Berlusconi ma ancheà€€quella dei tecnici alla Passera – concludono gli esponenti pd – non ha minimamente colto questaà€€straordinaria opportunità : la nostra speranza e il nostro impegno è che essa sia invece centrale nel profilo con cui il Partito democratico si presenterà  agli elettori e nelle scelte che metterà  in campo quando, come speriamo, assumerà  un ruoloà€€ centrale di governo”.

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