Comunicati

La frode della pacificazione e il vuoto del Pd

Pubblicato su Huffingtonpost.it

La condanna definitiva di Berlusconi per frode fiscale ha un merito più grande di tutti: mostra per quello che è – un’idea mezza ridicola e mezza truffaldina, non meno fraudolenta dei milioni sottratti al fisco dal leader Pdl – la cosiddetta pacificazione. Ora si capirà  fino a che punto questo inganno linguistico abbia corrotto anche l’alfabeto politico, e determini stabilmente le scelte, del Partito democratico.

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Ecobonus: misure verdi, sconto 65% vale 100.000 posti

Da efficienza ad antisismica; dal 2014 definitivi gli incentivi (Di Tommaso Tetro) – (ANSA)

Una misura anti-ciclica da 1,4 milioni di interventi, 18 miliardi di investimenti e 50.000 posti di lavoro all’anno in diversi settori. Questi i benefici degli sgravi fiscali per l’efficienza energetica in edilizia finora, cioe’ quello che il cosiddetto ecobonus e’ riuscito a mettere in campo quando la misura era al 55%. Con l’aumento al 65% dello sconto – secondo alcune stime – puo’ spingere ad almeno 100.000 i nuovi posti di lavoro. Nel passaggio alla Camera il provvedimento ha subito alcune modifiche, che hanno portato all’introduzione di due misure in particolare: l’estensione alle misure dedicate al consolidamento per l’anti-sismica, per provare a risolvere la fragilità  del nostro Paese; la stabilizzazione entro il 31 dicembre 2013. Entrambe le novita’ portano la ‘firma’ del presidente della commissione Ambiente alla Camera Ermete Realacci, che su stabilizzazione e consolidamento antisismica ha dedicato gran parte del lavoro di questi ultimi giorni. Un risultato, ricorda Realacci, che offre cosi’ la possibilita’ ad operatori e cittadini di programmare e pianficare gli interventi, dal momento che l’ecobonus “indica la direzione nella quale andare per rilanciare la nostra economia”. Alla base del provvedimento, oltre al richiamo delle norme di respiro europeo, c’e’ la volonta’ di toccare specifici ambiti della vita quotidiana, a cominciare dalla riduzione dei consumi energetici, dell’inquinamento, la sostituzione delle coperture di amianto, l’incremento dell’efficienza idrica e l’installazione di impianti di depurazione delle acque da contaminazione di arsenico, e l’alleggerimento delle bollette delle famiglie. Per di piu’ l’ecobonus viaggia di pari passo all’idea, piu’ volte annunciata dal ministro dell’Ambiente Andrea Orlando ed ora contemplata da un disegno di legge: “Gli ecobonus possono essere un volano per la ripresa dell’economia e credo che lo saranno ancora di piu’ se verra’ approvata la legge che e’ stata gia’ varata dal consiglio dei ministri che impedisce il consumo di nuovo suolo. Dobbiamo orientare l’attivita’ edilizia nella direzione del riuso, del recupero”. A questo va aggiunto che tutti i nuovi edifici costruiti dal primo gennaio 2021 dovranno essere “a energia quasi zero”. Meglio dovrano fare gli immobili pubblici: per loro il termine e’ il 2019. Il governo dovra’ predisporre un Piano entro giugno 2014 per raggiungere questi target. Francesco Ferrante, fondatore di Green Italia, riconoscendone “il merito a Realacci”, pensa che “l’ampliamento alle misure per il consolidamento antisismico sia piu’ che positivo. In questo modo – aggiunge – si colgono due obiettivi fondamentali: la messa in sicurezza delle cose e delle persone; e si spinge il settore affinche’ lavori sulla qualita’”. E, “finalmente con la stabilizzazione si completa una battaglia.

No Tav, si Tav: le due religioni

Pubblicato su huffingtonpost.it

Prendete Stefano Esposito, oggi senatore Pd che sul sì al Tav Torino-Lione “senza se e senza ma” ha costruito la sua carriera politica. E mettetegli accanto Alberto Perino, leader storico di quel “popolo” no-tav che dell’opposizione alla nuova linea ferroviaria ha fatto un motivo di identità  comunitaria, una vera religione.

Appartengono a due mondi opposti e incomunicabili: uno invita su twitter i poliziotti a usare di più i manganelli contro i manifestanti che vorrebbero violare la “zona rossa” del cantiere, l’altro paragona la lotta no-tav alla guerra di resistenza contro i nazifascisti che settant’anni fa vide la Val di Susa protagonista. Eppure Esposito e Perino hanno un tratto in comune: entrambi guardano a quest’opera come ad un feticcio, un simbolo assoluto del bene (per Esposito) o del male (per Perino), e tutti e due se ne infischiano di fermarsi sul merito della questione.

Per evitare equivoci, accuse di “equilibrismo”, chiariamo subito che per noi il Tav Torino-Lione è un’opera inutile: l’Italia ha un bisogno urgentissimo di far viaggiare le merci di più sui treni e di meno sui Tir, ma se oggi questo non sta succedendo – se ancora meno che altrove succede attraverso la frontiera italo-francese – non è per mancanza di treni veloci ma per mancanza di un’opera ancora più grande che si chiama volontà  politica. Per dirne una: mentre ci si accinge a spendere svariati miliardi per costruire la linea ferroviaria ad alta capacità  da Torino a Lione, a pochi chilometri da dove sorgerà  la mega-galleria si sta scavando un altro tunnel, questa volta autostradale, che raddoppierà  o quasi la quantità  di merci trasportate sui Tir.

Il Tav Torino-Lione non serve né al Piemonte né all’Italia, invece è utilissimo come caso emblematico di un Paese incapace non solo di decidere del suo futuro, ma ormai persino di discuterne su basi razionali. Chi è contro e chi è a favore lo è quasi sempre per principio, come se si stesse ragionando per l’appunto di sacri princìpi e non del rapporto tra costi e benefici – economici, ambientali, sociali – di un buco dentro una montagna. Lo scontro dura ormai da oltre un decennio, tutti quelli – su entrambi i fronti – che hanno provato a portarlo dentro i confini di un normale dibattito pubblico, nel quale contano più i numeri degli atti di fede, hanno dovuto arrendersi alla guerra di religione combattuta dagli Esposito e dai Perino.

Nel frattempo, i due eserciti si sono progressivamente incrudeliti, e mentre dalla parte dei no-tav i linguaggi e anche i comportamenti si fanno ogni giorno più cupi e feroci, talvolta apertamente violenti, sul fronte opposto prende piede l’idea – per qualcuno, sembra incredibile, una buona idea – di realizzare un’opera del genere, i cui lavori occuperanno i prossimi dieci anni, “manu militari”.

Soluzioni? A questo punto è difficile intravederne a breve. Ma un fatto è sicuro: fino a quando le truppe dei favorevoli e dei contrari al Tav Torino-Lione si faranno guidare dagli attuali generali, la guerra continuerà  indisturbata perché a loro sta benissimo così.

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