arte e cultura, saperi tradizionali e idee. Questo il patrimonio italiano custodito nei borghi antichi. Francesco Ferrante, eletto al Senato nelle liste della Margherita in Umbria, presenta il disegno di legge per sostenere e promuovere le “culle” della nostra cultura.
“Un sistema integrato di finanziamenti, di incentivazioni, di defiscalizzazioni e di semplificazioni burocratico-amministrative a favore dei comuni con meno di 5.000 abitanti: a marzo avevo preso l’impegno con i sindaci e i presidenti delle comunità montane umbre, di battermi per il sostegno e la valorizzazione dei piccoli comuni e ho voluto che questo fosse il mio primo atto da Senatore eletto in una regione che delle comunità e dei borghi antichi può vantare un tessuto ricco e prezioso”. Questa la dichiarazione di Francesco Ferrante, eletto senatore della Repubblica nelle liste della Margherita in Umbria, che a pochi giorni dall’inizio delle attività del Senato ha presentato un disegno di legge mirato a salvaguardare e promuovere le potenzialità di quei numerosi borghi – spesso bellissimi ma quasi abbandonati – che caratterizzano l’abitato italiano e in particolare quello umbro. “La presente proposta di legge – recita il testo – che contiene norme dirette a migliorare le condizioni di vita nelle aree del “disagio insediativo”, nasce dalla consapevolezza delle grandi potenzialità delle aree in questione in termini di turismo, produzioni tipiche e risorse culturali e ambientali, quindi dalla volontà di valorizzare tale patrimonio. (…) L’armonica distribuzione della popolazione sul territorio è una ricchezza insediativa che rappresenta una peculiarità e una garanzia del nostro sistema sociale e culturale; una certezza nella manutenzione del territorio; una opportunità di sviluppo economico. Nel nostro Paese 5.868 comuni hanno meno di 5 mila abitanti, pari al 72 per cento dei comuni italiani”. E questa ricchezza non può essere certo messa a rischio dai fenomeni di globalizzazione e spersonalizzazione che contraddistinguono altri paesi del mondo, più vasti magari, ma infinitamente meno antichi e preziosi, meno ricchi di storia, tradizioni, saperi, beni culturali e paesaggistici. Il testo di tale proposta, peraltro, riproduce il testo del disegno di legge che Ermete Realacci aveva presentato durante la XIV Legislatura, e che era stata approvata pressoché all’unanimità dalla Camera dei Deputati. “L’approvazione di questa legge – ha dichiarato Francesco Ferrante – può significare molto per questa regione dove il 68% dei suoi 92 comuni, ha meno di 5.000 abitanti. Perché prevede un sistema integrato di finanziamenti, di incentivazioni, di defiscalizzazioni e di semplificazioni burocratico-amministrative per consentire a questi territori di competere e di cogliere le occasioni che paradossalmente proprio la globalizzazione ha aperto. Sfruttando le opportunità offerte da questa legge sarà possibile valorizzare l’agricoltura di qualità e i prodotti a marchio e contribuire con efficacia per riportare l’Italia ai vertici del turismo mondiale con l’aiuto della leva fiscale. Potrà nascere un sistema di promozione meno frammentato, in grado di valorizzare adeguatamente fattori di interesse come le produzioni tipiche, la cultura, l’industria d’eccellenza, la convivialità ”.