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GOVERNO. PROTEZIONE CIVILE, FERRANTE (DL): NO SOTTOSEGRETARIATO

“Giù le mani dalla Protezione Civile”. Il neo-senatore della Margherita Francesco Ferrante ha rivolto oggi un appello al futuro premier, affinché l’organismo che si occupa della gestione delle calamità  e delle catastrofi resti un dipartimento della Presidenza del Consiglio e non venga assoggettato ad un sottosegretariato ad hoc. “L’attuale struttura organizzativa della Protezione Civile e’ uno dei rari lasciti positivi del precedente Governo- commenta Ferrante- il fatto che oggi il capo della protezione civile coordini in caso di emergenza sia i ministeri competenti che tutte le amministrazioni ed enti che fanno parte del servizio di soccorso rende infatti il sistema piu’ efficiente e pronto”. In alcuni parlamentari del centrosinistra, e’ l’accusa dell’esponente dl, “si sta invece facendo strada la tentazione di un ritorno al passato, di una struttura che abbia una guida politica, con un sottosegretariato ad hoc, piuttosto che una conduzione tecnica”. Sarebbe, dice, “una scelta sbagliata che tra l’altro metterebbe in discussione l’autonomia di una struttura che in questi anni non ha avuto esitazioni ad esempio nell’indicare l’abusivismo edilizio come concausa di tante tragedie nonostante il Governo in carica fosse quello dei condoni edilizi”.

CALIPARI, MOZIONE SENATORI UNIONE “PER FARE LUCE” SU ACCADUTO

I senatori del centrosinistra Iovene, Ferrante, Di Siena, Pisa, Baio Dossi, Furio Colombo, Morando e Bobba dell’Ulivo, Martone e Malabarba di Rifondazione comunista, Silvestri e Donati dei Verdi, Cossutta dei Comunisti italiani, a seguito del rifiuto statunitense di fornire alle Autorità  italiane i nomi dei militari Usa coinvolti nella vicenda che costò la vita al funzionario del Sismi Nicola Calipari, hanno presentato una mozione con la quale chiedono al governo italiano “di adoperarsi e mettere in atto ogni iniziativa utile per l’ottenimento di tutte le informazioni necessarie a fare piena luce su quanto accaduto”. Ecco il testo della mozione: “Il Senato della Repubblica: preso atto della risposta negativa da parte del dipartimento di Giustizia americano alla rogatoria relativa al tragico evento che la sera del 4 marzo del 2005 a Baghdad costò la vita al funzionario del Sismi Nicola Calipari e provocò il ferimento della giornalista de il Manifesto Giuliana Sgrena e dell’altro funzionario del Sismi Andrea Carpani; rilevato altresì, che tale rifiuto a collaborare e a fornire elementi, diversi da quelli già  forniti nel rapporto del Multi National Corps-Iraq, allontana ulteriormente l’accertamento pieno della verità  su quel tragico episodio da parte delle autorità  del nostro paese; ricordando, infine, al governo, nel rispetto delle proprie prerogative e dell’autonomia della magistratura, l’obbligatorietà ‘ nella trasmissione di questa, come di qualsiasi altra, rogatoria internazionale; impegna il governo: a riferire urgentemente in ordine alle ragioni che sostengono il rifiuto statunitense e, qualora non fossero ancora conosciute, ad attivarsi per apprenderle; a esprimere al Governo degli Stati Uniti, per tramite del suo Ambasciatore a Roma, una formale protesta per la mancata collaborazione per l’accertamento della verità  in ordine a questo caso e richiamare a un sistema di relazioni rispettoso delle reciproche prerogative nazionali; a mettere in atto ogni iniziativa utile per l’ottenimento di tutte le informazioni necessarie a fare piena luce su quanto accaduto”.

4/5/06 COMUNI: UNA LEGGE PER TUTELARE E VALORIZZARE I PICCOLI CENTRI

arte e cultura, saperi tradizionali e idee. Questo il patrimonio italiano custodito nei borghi antichi. Francesco Ferrante, eletto al Senato nelle liste della Margherita in Umbria, presenta il disegno di legge per sostenere e promuovere le “culle” della nostra cultura.

“Un sistema integrato di finanziamenti, di incentivazioni, di defiscalizzazioni e di semplificazioni burocratico-amministrative a favore dei comuni con meno di 5.000 abitanti: a marzo avevo preso l’impegno con i sindaci e i presidenti delle comunità  montane umbre, di battermi per il sostegno e la valorizzazione dei piccoli comuni e ho voluto che questo fosse il mio primo atto da Senatore eletto in una regione che delle comunità  e dei borghi antichi può vantare un tessuto ricco e prezioso”. Questa la dichiarazione di Francesco Ferrante, eletto senatore della Repubblica nelle liste della Margherita in Umbria, che a pochi giorni dall’inizio delle attività  del Senato ha presentato un disegno di legge mirato a salvaguardare e promuovere le potenzialità  di quei numerosi borghi – spesso bellissimi ma quasi abbandonati – che caratterizzano l’abitato italiano e in particolare quello umbro. “La presente proposta di legge – recita il testo – che contiene norme dirette a migliorare le condizioni di vita nelle aree del “disagio insediativo”, nasce dalla consapevolezza delle grandi potenzialità  delle aree in questione in termini di turismo, produzioni tipiche e risorse culturali e ambientali, quindi dalla volontà  di valorizzare tale patrimonio. (…) L’armonica distribuzione della popolazione sul territorio è una ricchezza insediativa che rappresenta una peculiarità  e una garanzia del nostro sistema sociale e culturale; una certezza nella manutenzione del territorio; una opportunità  di sviluppo economico. Nel nostro Paese 5.868 comuni hanno meno di 5 mila abitanti, pari al 72 per cento dei comuni italiani”. E questa ricchezza non può essere certo messa a rischio dai fenomeni di globalizzazione e spersonalizzazione che contraddistinguono altri paesi del mondo, più vasti magari, ma infinitamente meno antichi e preziosi, meno ricchi di storia, tradizioni, saperi, beni culturali e paesaggistici. Il testo di tale proposta, peraltro, riproduce il testo del disegno di legge che Ermete Realacci aveva presentato durante la XIV Legislatura, e che era stata approvata pressoché all’unanimità  dalla Camera dei Deputati. “L’approvazione di questa legge – ha dichiarato Francesco Ferrante – può significare molto per questa regione dove il 68% dei suoi 92 comuni, ha meno di 5.000 abitanti. Perché prevede un sistema integrato di finanziamenti, di incentivazioni, di defiscalizzazioni e di semplificazioni burocratico-amministrative per consentire a questi territori di competere e di cogliere le occasioni che paradossalmente proprio la globalizzazione ha aperto. Sfruttando le opportunità  offerte da questa legge sarà  possibile valorizzare l’agricoltura di qualità  e i prodotti a marchio e contribuire con efficacia per riportare l’Italia ai vertici del turismo mondiale con l’aiuto della leva fiscale. Potrà  nascere un sistema di promozione meno frammentato, in grado di valorizzare adeguatamente fattori di interesse come le produzioni tipiche, la cultura, l’industria d’eccellenza, la convivialità ”.

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