La Commissione Ambiente sarà in Sicilia lunedì e martedì prossimi (26 e 27 marzo), per visitare i siti industriali altamente inquinanti di Priolo e Gela.
“L’obiettivo – ha dichiarato il Sen. Francesco Ferrante, capogruppo dell’Ulivo in Commissione Ambiente e promotore dell’ iniziativa – è quello di individuare le maggiori criticità e definire gli strumenti per intervenire e tutelare la salute dei cittadini, dei lavoratori e dell’ambiente, salvaguardando le produzioni e i posti di lavoro”.
Il sito industriale di Gela, responsabile dell’inquinamento da metalli pesanti, arsenico, idrocarburi e quant’altro nella falda acquifera sottostante, dei terreni e dell’aria circostante, necessita di rapide e immediate operazioni di bonifica oltre che di maggior impegno e investimenti tecnologici per poter sostituire il pet coke con altre sostanze meno dannose per la salute e l’ambiente.
Il petrolchimico di Augusta -Priolo, già riconosciuto responsabile del sostanzioso aumento delle malattie e malformazioni nei neonati della zona, attende da tempo un intervento di bonifica dei fondali inquinati dai sedimenti chimici che attraverso la catena alimentare raggiungono il corpo umano provocando danni serissimi. Urge quindi superare le contrapposizioni in corso tra enti competenti e aziende sulla responsabilità delle bonifiche, per intervenire, con il coinvolgimento della comunità scientifica, a risolvere in modo concreto ma ambientalmente sostenibile il problema del deposito dei sedimenti nei fondali, senza prescindere dalla necessità di non bloccare le attività portuali.
“Solo investendo in nuove tecnologie e nuove professionalità – ha continuato Ferrante – partendo proprio dal patrimonio di tecnici ed esperti locali, sarà possibile offrire un futuro diverso alle due industrie e alle località che le ospitano. E’ necessario mettere in sicurezza gli impianti affinché non si ripetano ancora gli incidenti che negli ultimi anni hanno messo in pericolo i lavoratori e le popolazioni già duramente messe alla prova dagli effetti sanitari dell’inquinamento provocato dai due poli industriali. Per decenni infatti, di non liportuali sito dei sedimenti, senza prescindere dalla necessità di non bloccare nsabilità delle bonifiche per intervetutta la zona industriale del siracusano è stata devastata da una politica industriale dissennata di cui oggi la popolazione sta pagando il prezzo altissimo dato dall’alta incidenza di malformazioni congenite e malattie tumorali”.
Il rilancio della chimica in Italia deve passare attraverso l’innovazione, la ricerca, il ripensamento delle tecnologie produttive, finalizzati ad una maggiore sostenibilità ambientale, obbligate, perché no, anche dalle nuove normative sempre più stringenti.
L’ industria chimica può avere un futuro nel nostro Paese a patto che si mettano in campo azioni concrete sul territorio che vadano nella direzione di una progressiva riduzione degli impatti ambientali. Bonificando in tempi non geologici i suoli e le falde inquinate da anni di lavorazioni, mettendo in campo a tal proposito adeguate risorse economiche ed umane. Investendo in tecnologie sempre più pulite e producendo beni sempre più innovativi e di elevata qualità ambientale. Indirizzando una volta per tutte la chimica italiana verso un futuro sempre più verde.