Comunicati

PICCOLI COMUNI IN FESTA: TORNA VOLER BENE ALL’ITALIA

UN’INIZIATIVA DI LEGAMBIENTE,

SOTTO L’ALTO PATRONATO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Borghi in festa sabato 5 e domenica 6 maggio per Voler bene all’Italia, la festa nazionale della PiccolaGrandeItalia, organizzata da Legambiente insieme a un vasto comitato promotore di associazioni ed enti, con la collaborazione di Enel, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, alla quale sono giunte quest’anno oltre 2mila adesioni.

“I borghi con meno di 5mila abitanti rappresentano più del 70% dei comuni italiani; sono i luoghi nei quali spesso la qualità  italiana diventa un fattore di competitività , combinando con arte saperi tradizionali e innovazioni tecnologiche – ha dichiarato Francesco Ferrante, direttore generale di Legambiente e Senatore dell’Ulivo -. I piccoli comuni si stanno infatti affermando anche come luoghi di sperimentazione e di sviluppo di energie pulite: un fatto di grande rilevanza dopo l’entrata in vigore del protocollo di Kyoto e le misure imposte per la riduzione delle emissioni che rafforza sempre più la relazione tra risparmio energetico, competitività  e impatto ambientale”.
“Il mio primo atto da Senatore – ha poi aggiunto Ferrante – è stata la presentazione di un disegno di legge a sostegno dei piccoli comuni. Ora che una legge analoga è stata approvata dalla Camera, siamo fiduciosi per una rapida approvazione anche da parte del Senato”.
Francesco Ferrante domani, sabato 5 maggio, alle ore 10.30 sarà  a San Gemini (Terni), per partecipare a “Piccoli comuni virtuosi: scambio di buone pratiche di sostenibilità  nella gestione del territorio”, presso la ex-chiesa di santa Maria Maddalena.

Domenica 6 maggio invece, Ferrante sarà  prima a Stroncone (Terni), per partecipare al convegno “Stroncone rurale: risorsa per l’ambiente e l’innovazione” (ore 11.00 presso il Centro Polivalente), e poi in Valnerina, a Preci, per la “festa dell’integrazione”, iniziativa dedicata agli abitanti del piccolo comune, provenienti da 15 diverse nazioni. Dalle ore 17.00 infatti, piatti tipici tradizionali di ogni paese d’origine delle famiglie di Preci saranno offerti in piazza S. Maria.

 

 

SICCITA’: BENE CENTRALIZZARE DECISIONI

‘ Il via libera allo stato di emergenza per la siccita’ al centro-nord e’ un atto necessario’. Lo dice il senatore Francesco ferrante, Capogruppo dell’Ulivo in Commissione ambiente.
‘Il governo si prepara, in via precauzionale, ad affrontare con efficacia e responsabilita’ la crisi idrica che si potrebbe presentare, come confermano i dati a disposizione, a fronte di un’estate arida e secca. Centralizzare le decisioni con l’espressione di un atto di emergenza consentira’ di affrontare il rischio di una ‘guerra tra poveri’, che si ripercuota sul sistema agricolo e sulla societa’. Non dobbiamo comunque dimenticare – conclude il senatore
ferrante – l’esigenza di una riforma strutturale per la gestione delle risorse idriche’.

CRISI IDRICA: PROBLEMA CLIMATICO, DI SPRECHI E DI GESTIONE

INTERROGAZIONE DI FRANCESCO FERRANTE (ULIVO)
AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
 

“URGENTE RIVEDERE LIMITI DEL DECRETO SU ACQUA DEPURATA PER PERMETTERNE IL RIUSO PER IRRIGAZIONE AGRICOLA

L’acqua è un bene primario e comune e, per tale motivo, tutte le autorità  competenti sono chiamate ad operare per garantire la salvaguardia e la corretta gestione delle risorse idriche.
Francesco Ferrante, Capogruppo dell’Ulivo in commissione Ambiente al Senato, ha rivolto un’interrogazione parlamentare al Presidente del Consiglio dei Ministri per sapere “se non intenda intervenire sulle cause di questo gravissimo fenomeno a partire dall’implementazione degli impegni internazionali, dal Protocollo di Kyoto alle misure previste dall’Unione europea per ridurre i livelli di emissione di gas ad effetto serra e prevedere misure che puntino da subito a migliorare la tutela e la buona gestione delle risorse idriche, ma soprattutto se non intenda intervenire immediatamente per incentivare, migliorare e facilitare il riuso dell’acqua attraverso una revisione puntuale e, in tempi brevi, dei limiti imposti dal decreto ministeriale 185/2003 sul riutilizzo dell’acqua, che impone limiti alla carica batterica 1000 volte più restrittivi di quelli previsti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità ”.
“L’attuale situazione di carenza idrica – si legge nell’interrogazione – già  rilevata dalla Protezione Civile, dalle principali Autorità  di bacino e da diverse Regioni, non rappresenta ormai più una eccezione; nel periodo che va da settembre 2006 al 15 aprile 2007 si è constatata una diminuzione delle precipitazioni comprese tra il 10% e il 50% rispetto al periodo 1961/1990; inoltre, gli ultimi dati a disposizione circa il bacino padano rilevano che, a fronte di una portata del Po già  inferiore a quella registrata l’anno scorso in pari periodo, il manto nevoso disponibile ricopre meno di un terzo del territorio coperto nel febbraio 2006 e con altezze altrettanto ridotte, tanto che sull’arco alpino sono presenti mediamente 10/60 cm contro i 25/150 del 2006”.
La crisi idrica è legata a condizioni climatiche specifiche ma anche ad una pessima gestione tanto delle risorse quanto del loro riuso. Sul banco degli imputati ci sono i consumi agricoli e industriali e il problema delle perdite di rete che riguarda il 44% delle città  italiane (che secondo il dossier di Legambiente “Ecosistema Urbano 2007”, perde più del 30% dell’acqua che immette in rete).

“Alla luce di tali considerazioni – ha sottolineato Ferrante – risulta urgente sia intervenire sulle cause di questo gravissimo fenomeno – a partire dall’implementazione degli impegni internazionali, dal Protocollo di Kyoto alle misure previste dall’Unione europea per ridurre i livelli di emissione di gas ad effetto serra – e prevedere anche misure che puntino da subito a migliorare la tutela e la buona gestione delle risorse idriche, sia rivedere il decreto ministeriale 185/2003 sul riutilizzo delle acque utilizzate per usi civili e industriali, che impone limiti alla carica batterica 1000 volte più restrittivi di quelli previsti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità  (cominciando dal rivedere i limiti per l’Escherichia coli portandoli fino al valore massimo di 500 UFC/100ml)

Con tale revisione infatti, si metterebbero a disposizione dagli 8 ai 10 miliardi di metri cubi di acqua (pari a circa la metà  del consumo agricolo attuale),da usare a fini irrigui e industriali.
 

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