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ENERGIA. ECO-DEM LANCIANO ‘RIVOLUZIONE’ RINNOVABILI

Una ‘rivoluzione’ per le rinnovabili, che lanci, finalmente, il settore in Italia. E’ quella che auspicano gli Eco-dem, gli ambientalisti per il Partito democratico, nel convegno di oggi a Roma. Occasione nella quale hanno presentato, davanti a una platea di imprenditori, gli emendamenti depositati al Senato al Ddl Bersani sull’energia. Ma piu’ che di emendamenti, si tratta di un vero e proprio articolato stralciato dal Ddl Kyoto presentato da Edo Ronchi. Dei “vagoni” staccati dal primo ddl e “attaccati” al “treno Bersani”. Quali i punti salienti? Certezza agli investimenti nel settore delle rinnovabili facendo si’ che vadano ‘sul serio’ alle fonti pulite; riordino del sistema degli incentivi, estendendo il Conto energia dal fotovoltaico a tutte le altre ‘famiglie’ rinnovabili con potenza inferiore a 1 MW e con certezze su durata e importo; revisione del ruolo delle regioni, nel senso di una divisione fra esse degli impegni nazionali sull’energia pulita con la fissazione di obiettivi vincolanti.
“La discussione e’ calendarizzata per la prossima settimana, speriamo di portarlo a casa- spiega il senatore dell’Ulivo Francesco
ferrante– se ci riusciamo sarebbe davvero una rivoluzione, non un piccolo aggiustamento, ma una rivoluzione nel sistema di incentivazione e nelle procedure autorizzative che riguardano le fonti rinnovabili”. Dal vecchio Ddl Kyoto “abbiano preso i punti principali e li abbiamo fatti diventare cinque emendamenti- spiega ferrante illustrando i punti dell’emendamento al Ddl Bersani- che e’ difficile chiamare tali, visto che sono nuovi articoli che si inseriscono dentro il Ddl Bersani sulle liberalizzazioni”. Emendamenti “depositati con l’accordo di tutta la maggioranza e il governo”.
Le procedure autorizzative e i sistemi di incentivazione “sono i due punti che hanno finora frenato lo sviluppo delle rinnovabili- rileva il capogruppo dell’Ulivo in commissione
ambiente al Senato- il giorno dopo l’approvazione degli emendamenti avremmo un quadro che permetterebbe a questo settore di uscire dalla nicchia, e diventare un settore importante del sistema economico”. Cosi’ come e’ in Germania, “dove occupa 200 mila persone o in Spagna dove in alcune ore di punta l’eolico e’ la prima forma di energia in assoluto”, aggiunge.
Sul fronte delle regioni “prevediamo semplificazioni per le autorizzazioni dei piccoli impianti- spiega
ferrante– senza Via e molto rapidamente”. Ma soprattutto “imponiamo alle regioni di farsi carico degli obiettivi” sulla realizzazione delle rinnovabili. “Se c’e’ un obiettivo nazionale, serve una sorta di ‘burden sharing’ tra le regioni- aggiunge- se uno non vuole fare l’eolico, faccia il solare o altro ma deve raggiungere gli obiettivi”. Per quel che riguarda gli incentivi, infine, “niente piu’ assimilate, solo rinnovabili- conclude il senatore- si va oltre il sistema dei Certificati verdi e verso il Conto energia, quello previsto oggi per il fotovoltaico, che andrebbe esteso a tutte le rinnovabili”. 

FONTI RINNOVABILI IN ITALIA : NO A OGNI MORATORIA

“EMANARE LE INDISPENSABILI LINEE GUIDA PER RISPETTARE L’OBIETTIVO DEL 25% DI ENERGIA RINNOVABILE AL 2011”

Il Protocollo di Kyoto impone all’Italia di ridurre le emissioni di CO2 dipendenti in larga parte dai consumi elettrici, dalla produzione di energia e dai trasporti. Eppure, le emissioni generate in Italia hanno subito un aumento di oltre il 13 % rispetto al dato del 1990, per cui al 1° gennaio del 2008, l’Italia si trova dunque a dover abbattere non più del 6,5% ma di quasi il 20% delle emissioni prodotte.

Nonostante poi gli innegabili vantaggi arrecati dall’uso di fonti rinnovabili di energia alla salute dei cittadini e all’ambiente, e nonostante le caratteristiche climatiche e geologiche rendano l’Italia particolarmente adatta allo sviluppo di alcune di tali fonti, continua ad essere inspiegabilmente in ritardo rispetto agli altri Stati europei nella promozione dell’utilizzo di fonti rinnovabili;

In Italia sono installati poco più di 2.000 MW di eolico a fronte degli oltre 18.000 megawatt che può vantare la Germania. Per il solare termico il CIPE stabiliva che l’Italia avrebbe dovuto raggiungere i 3 milioni di metri quadrati, a fronte degli attuali poco più di 516.000 metri quadrati installati, mentre, per il fotovoltaico sono installati appena 36 megawatt a fronte dei 1.537 megawatt installati in Germania.

“Bastano questi pochi dati – ha dichiarato il Sen Francesco Ferrante (capogruppo Ulivo in commissione Ambiente) – per capire che l’Italia rischia di perdere tempo e competitività  in un settore che invece dovrebbe essere in forte sviluppo. Risulta quindi quanto mai insensato approvare moratorie contro la realizzazione di nuovi impianti eolici solo sulla base di pressioni mediatiche da parte di alcune associazioni ambientaliste e di comitati che descrivono uno scenario apocalittico per il paesaggio, per la fauna  e l’ambiente, quando in realtà  questi possono essere correttamente salvaguardati attraverso l’emanazione delle necessarie linee guida per l’approvazione dei progetti di impianti da fonti rinnovabili, che ad oggi ancora non sono state rese note”.
 

Nell’interrogazione parlamentare ai ministri per i Beni e le Attività  Culturali, dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e dello Sviluppo Economico quindi, il sen Ferrante chiede di rigettare ogni richiesta di moratoria per la realizzazione di impianti eolici e di assumere immediatamente tutte quelle iniziative legislative affinché si possa giungere entro il 2011 a produrre in Italia il 25% di energia elettrica da fonti rinnovabili così come previsto dal programma dell’Unione, oltre a far sapere quali tempi e quali modalità  i Ministri in indirizzo intendano utilizzare al fine di arrivare all’emanazione delle fondamentali e specifiche linee guida per l’approvazione dei progetti di impianti da fonti rinnovabili, che ad oggi ancora non sono note, e in assenza delle quali gli interventi sul territorio rischiano di mettere in pericolo gli obiettivi fissati dal Governo.

RIFIUTI: FERRANTE, DL PER SUPERARE EMERGENZA CAMPANIA

(ANSA) – ROMA, 20 GIU – ‘Capisco l’esasperazione legata alla gravissima emergenza nello smaltimento dei rifiuti in Campania, ma non dobbiamo fare l’errore di confondere la causa con l’effetto. Le responsabilita’ di questa situazione non è del commissariamento ma dell’emergenza che si trascina, infinita, da quasi 14 anni e sono diffuse: sono certamente da attribuire alla politica, ai livelli istituzionali locali, ma anche alle sottovalutazioni nazionali’. Lo dichiara il senatore dell’Ulivo, Francesco Ferrante capogruppo in Commissione ambiente.
‘Se e’ vero, infatti, che questa situazione e’ alimentata dalla diffusa criminalita’ e dalla gestione della camorra, e’ altrettanto vero – sottolinea F
errante in una nota – che non si e’, oggi, ancora riusciti ad approvare un ddl suoi reati ambientali’. ‘Ma non possiamo accusare solo la classe politica, poiche’ vi sono gravi responsabilita’ anche della grande impresa privata, e mi riferisco alla Fibe, con i suoi manager che sembravano i salvatori della patria, e che è invece è tra i massimi responsabili di questo stato di cose. Con questo decreto si introducono le misure necessarie ad uscire dall’emergenza, ma anche per favorire il passaggio alla gestione ordinaria. Sono state apportate modifiche che hanno corretto alcune anomalie del testo, come quella che prevede l’apertura di una discarica nel parco nazionale del Vesuvio , e abbiamo introdotti limiti specifici alla tipologia di rifiuti da conferire, che consentiranno almeno di ridurre notevolmente l’impatto ambientale su tale sito di smaltimento’. ‘Altre norme importanti sono sicuramente quelle che coinvolgono nella programmazione i presidenti delle province e responsabilizzano gli enti locali. Oltre l’emergenza, quindi, la gestione dei rifiuti – conclude Ferrante – deve tornare alla esclusiva responsabilita’ dei cittadini e degli amministratori della Campania’. 

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