Comunicati

Regionali: Pdl e Lega falsi e bugiardi con elettori prima del voto

“Il Pdl e la Lega stanno conducendo una campagna elettorale da falsi e bugiardi, specie sui temi ambientali. Dopo la vicenda del nucleare, la notizia di oggi è che il decreto di sospensione delle coltivazioni di mais Ogm in Italia, che il ministro Zaia aveva promesso in seguito alla sentenza di autorizzazione della Consiglio di Stato, non è stato ancora firmato dal ministro dell’Ambiente Prestigiacomo e dunque rischia di non essere mai emanato. E così anche il mais Ogm sta per arrivare nel nostro Paese”. Lo denuncia il senatore del Pd Francesco Ferrante. 

“I candidati governatori di Pdl e Lega – prosegue Ferrante – stanno andando in giro a dire alla gente che nelle loro regioni le centrali nucleari non verranno mai costruite, quando Berlusconi dice l’esatto contrario e Scajola ha appena emanato un altro decreto propedeutico all’individuazione dei siti per gli impianti, dei quali peraltro esiste già  un elenco che verrà  sicuramente reso noto solo dopo le elezioni. Anche sugli incentivi per le auto ecologiche il governo ha fatto un passo avanti e 3 indietro, spiazzando cittadini e produttori. Ora arriva anche il balletto delle responsabilità  sugli Ogm, sulla cui interdizione Zaia ha fatto la sua bella campagna elettorale. Noi crediamo che gli elettori debbano sapere, prima di recarsi alle urne, che non una delle promesse della maggioranza si tradurrà  in realtà ”. 

Comunicato stampa sul dossier petrolio

PUGLIA, EMILIA ROMAGNA, MARCHE, SICILIA, SARDEGNA, ABRUZZO E MOLISE: ESCALATION IMPRESSIONANTE DELLE ATTIVITA’ PETROLIFERE

“Più alberi e più verde, ha fatto giurare Berlusconi ai suoi candidati alle Regionali. Sarà , ma intanto più trivelle nei nostri mari alla ricerca di idrocarburi. Un’escalation impressionante quella che si è avuta negli ultimi anni coi Governi Berlusconi, dal 2001 al 2006 e dal 2008 a oggi: sono ben 16 le attività  autorizzate nei nostri mari per l’estrazione o la ricerca di petrolio, coinvolgono ben 7 regioni (Puglia, Emilia Romagna, Marche, Sicilia, Sardegna, Abruzzo e Molise) in aree quasi sempre vicinissime a tratti costieri a vocazione turistica. A questi interventi già  autorizzati vanno aggiunte altre10 procedure di VIA (la valutazione d’impatto ambientale) e 3 verifiche di assoggettabilità  a VIA ancora in corso.” Lo dichiarano i senatori del Pd Roberto Della Seta e Francesco Ferrante, che hanno monitorato le Valutazioni di impatto ambientale rilasciate dal Governo Berlusconi in questi ultimi due anni in merito alle ricerche di idrocarburi offshore.

“Le aziende petrolifere straniere come Northern Petroleum, Petroceltic, Puma sono quelle che fanno la parte del leone nella trivellazione dei mari di casa nostra, oltre all’italiana Eni.

Tra le zone maggiormente interessate il canale di Sicilia, il mare della Romagna e della Puglia, l’isola di Lampedusa, persino la  Sardegna al largo delle spiagge del Sinis, in un angolo di paradiso che dall’isola di Mal di Ventre corre fino alle coste di Bosa. Insomma sembra che i nostri mari siano destinati a cambiare fisionomia, assomigliando sempre più al Mar del Nord delle grandi piattaforme petrolifere.
Questa ricerca di oro nero  sui  fondali – spiegano i senatori ecodem –  non porterà  nessun vantaggio agli italiani, perché oltre alle  ricadute negative sul turismo e ai rischi ambientali, il petrolio del basso Adriatico è di cattiva qualità : è bituminoso, ha un alto grado di idrocarburi pesanti, è ricco di zolfo. Inoltre  le attività  di perforazione e produzione di petrolio dal fondo marino contribuiscono per il 2% all’inquinamento marino. Questo 2% va sommato al 12% dovuto agli incidenti nel trasporto marittimo, si aggiunge il 33% per operazioni sulle navi relative a carico e scarico, bunkeraggio, lavaggio, scarichi di acque di sentina o perdite sistematiche, che porta al 45% l’apporto complessivo di inquinamento dovuto a perdita dalle navi. “

“A completare il quadro di questa ecatombe per i mari italiani – concludono Ferrante e Della Seta –  ci sono i fluidi e fanghi perforanti che sono usati per portare in superficie i detriti. Sono fanghi tossici e difficili da smaltire, contenenti tracce di cadmio, cromo, bario, arsenico, mercurio, piombo, zinco e rame, che finiscono nei pesci che portiamo in tavola.”
 

Calderoli: bruciare leggi è vietato, produce inquinamento, crea disordine

 

“Bruciare vecchie leggi è forse un’idea suggestiva, ma sbagliata almeno per tre buone ragioni: è vietato, avvelena l’aria, e soprattutto non semplifica un bel niente anzi aumenta l’entropia e dunque il disordine”. Roberto Della Seta e Francesco Ferrante, senatori Pd, commentano con ironia il “rogo” di leggi cancellate – 150 scatoloni contenenti quasi 30 tonnellate di carta – messo in scena dal ministro Calderoli e preannunciano sull’argomento un’interrogazione allo stesso ministro. “Lasciamo da parte – affermano i due parlamentari – il messaggio non proprio educativo che viene dal gesto di Calderoli, il fatto cioè che tra le prime norme che si cerca di insegnare ai propri figli c’è di non dare fuoco a nulla. Ma restano aspetti che qualificano come decisamente incivile la scelta del ministro. Bruciare dei ‘rifiuti’ a cielo aperto, perché di questo si è trattato, vuol dire immettere nell’aria molta anidride carbonica e molti gas inquinanti, mentre per quanto riguarda la carta una tonnellata di carta da macero riciclata consente di risparmiare oltre 400.000 litri d’acqua e 5.000 kWh (cioè il consumo mensile di energia di 2 famiglie). Inoltre, come insegna la fisica, bruciare materia significa aumentare l’entropia, il disordine, dunque l’esatto contrario della semplificazione tanto cara a Calderoli. Infine, un ministro della Repubblica dovrebbe sapere che  l’eliminazione di qualunque documento conservato negli archivi di enti pubblici è a specifica autorizzazione come previsto dall’art. 21 del decreto legislativo 42/2004″. 

 

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