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Carceri: molte sono Cayenne, ma il Governo pensa solo all’edilizia

“Il livello di suicidi nelle carceri italiane è un dato di enorme gravità , che è miope sperare di risolvere innalzando la capienza massima delle strutture di detenzione. Dall’inizio dell’anno sono 16 le persone che si sono tolte la vita in un penitenziario, e l’ultimo caso, quello di Romano Iaria nel carcere di Sulmona, ci pone di fronte ad una questione gravissima perché in quella ed in altre strutture carcerarie i suicidi e le morti sospette si susseguono con una frequenza inquietante, che fa inorridire e pensare ad una moderna Cayenna”. Lo dichiara il senatore del PD Francesco Ferrante, che ha presentato sul drammatico fenomeno delle morti nelle carceri e nei Cie già  8 interrogazioni al governo, senza mai ricevere risposta.

“àˆ in corso una strage silenziosa continua Ferrante -che colpisce alcune carceri più di altre: solo nel carcere di Cagliari, con una presenza media di 500 detenuti, vi sono stati 21 morti in 7 anni, mentre, per fare un paragone, a Regina Coeli a Roma, nello stesso periodo ci sono stati 20 decessi, ma a fronte di più di 1.000 detenuti, dunque un tasso doppio rispetto al sovraffollato carcere romano. Il sovraffollamento è senza dubbio un delle maggiori fonti di disagio per la popolazione carceraria e per il personale di sorveglianza, ma non è assolutamente da sottovalutare lo stato di prostrazione e inedia cui sono obbligate le persone, come Romano Iaria, che si trovano recluse nelle cosiddette ‘Case di lavoro’, che a dispetto del nome non offrono nessuna o quasi attività , anzi nel caso in questione del carcere di Sulmona costringono l’internato a vivere per venti ore al giorno nella propria cella, che è uno spazio di nove mq per tre persone. Quello che invece prospetta l’imminente ‘Piano carceri’ del Governo è la creazione di 47 nuovi padiglioni e 18 nuove carceri ‘flessibili’ (sul modello delle case del post-terremoto all’Aquila) che assieme ad altre strutture penitenziarie porteranno entro il 2012 alla creazione di quasi 22mila nuovi posti, con un’ordinanza che affida al Commissario straordinario Franco Ionta poteri speciali, tali da poter agire in deroga alle normali procedure, con la segretazione delle gare di appalto e avvalendosi della Protezione Civile, e un finanziamento di 600 milioni di euro.”“Un piano carceri dunque conclude Ferrante – che è teso solo a sostenere l’edilizia carceraria in deroga alle procedure ordinarie, mentre per rendere più umane le condizioni della vita quotidiana nei penitenziari occorre aumentare la pianta organica delle guardie carcerarie, occorre diradare le carceri attraverso il ricorso, quando possibile, alle pene alternative, che vanno finanziate, e garantendo a chi sta scontando la pena un adeguato sostegno psicologico.”

Lettera di 49 senatori Pd al segretario Bersani

 Caro Segretario, 

il passaggio elettorale di questi giorni ci consegna molteplici spunti di riflessione, che non mancheranno di essere approfonditi nelle settimane che verranno.

A nostro avviso ci troviamo di fronte ad un momento della vita del nostro Paese, rispetto al quale s’impongono, da parte di tutti noi, una maggiore generosità  nell’impegno, una più partecipata attività  politica ed una nuova consapevolezza riguardo l’effettiva portata dell’emergenza democratica in cui viviamo.

Il lavoro ordinario non basta più. I ritmi ortodossi sono troppo lenti. Le liturgie della casa sono stantie. I cartellini da timbrare sono sempre più falsati. L’imborghesimento ci tenta in continuazione ed arriva persino a coinvolgerci in scellerate trasversalità  ammantate di riformismo.

I nostri valori fondanti rischiano di vacillare sotto i colpi della sfiducia e di un neo relativismo che intossica le nostre coscienze per condurci verso la più colpevole accidia.

Bisogna cambiare passo. Bisogna muoversi subito. Bisogna accedere ad una nuova dimensione del nostro impegno politico che anche noi parlamentari spesso non esprimiamo con la necessaria efficacia.

Serve un supplemento d’anima.

Ti poniamo l’esigenza di incontrarci subito per riflettere insieme. Per trovare, dopo una leale discussione, la giusta strada da percorrere per servire degnamente il nostro Paese.

Non intendiamo farci  consumare addosso i prossimi tre anni della legislatura, immersi in un attendismo fideistico che assegna al destino il compito di liberare l’Italia dal sultanato che la devasta.

Aspettiamo con fiducia una tua puntuale risposta, convinti che non trascurerai, né sottovaluterai, il valore ed il significato delle nostre riflessioni e dei nostri propositi.

Con molta cordialità .

 

SCANU
BOSONE
CAROFIGLIO
FILIPPI
LUMIA
ROSSI
TEDESCO
MOLINARI
GRANAIOLA
FERRANTE
ADAMO
FRANCO
VITA
GIARETTA
SERRA
DI GIOVAN PAOLO
DE LUCA
BIONDELLI
DEL VECCHIO
MUSI
SIRCANA
CASSON
LIVI BACCI
GARAVAGLIA
ANDRIA
PROCACCI
DONAGGIO
BAIO
LUSI
PINOTTI
DE SENA
PIGNEDOLI
PERTOLDI
ARMATO
RUSCONI
MAGISTRELLI
MARCUCCI
MAZZUCCONI
BERTUZZI
SERAFINI
MARINO MAURO MARIA
MARINO IGNAZIO
INCONSTANTE
NEROZZI
CARLONI
LEDDI
FIORONI
MARITATI
TREU


 

Difendiamo l’acqua pubblica, ma no al referendum

L’acqua è un bene comune dell’umanità . Un bene pubblico che va gestito in modo ambientalmente sostenibile. Per noi questi sono principi inviolabili, da difendere con le unghie e con i denti”: Fabrizio Vigni, Presidente nazionale degli Ecologisti Democratici, interviene sul tema dell’utilizzo della risorsa idrica criticando il ricorso al referendum e promuovendo la recente proposta di legge tematica presentata dai senatori Ecodem.
 
“Non siamo i difensori dello status quo, perché ci sono molte cose da cambiare e da migliorare – aggiunge -. Bisogna ridurre gli sprechi e gli usi distorti della risorsa, superare inefficienze nella gestione, attivare più investimenti per acquedotti, fognature e depuratori, migliorare qualità  e standard ambientali del servizio, garantire efficienza ed economicità  della gestione. Tutto ciò richiede una forte regolazione pubblica, un ruolo centrale degli enti locali nell’affidamento del servizio, una legislazione nazionale chiara e coerente. Per questo ci siamo opposti al provvedimento del governo che spinge di fatto verso una privatizzazione forzata”.
 

“Ma non riteniamo che la via giusta per contrastare la forzatura del governo sia il referendum – sottolinea Fabrizio Vigni -: sia perché alcuni dei quesiti referendari ci sembrano mal posti, sia perché è alto il rischio che anche questi referendum, come avviene ormai da tempo, non raggiungano il quorum di votanti e si trasformino in un boomerang. Meglio battere altre strade. Va in questa direzione la proposta di legge presentata dai senatori Ecodem Francesco Ferrante e Roberto Della Seta, che intende modificare la normativa imposta con il voto di fiducia dal governo Berlusconi riportando il tema della gestione del servizio idrico dentro un disegno riformatore coerente con le finalità  di una gestione equa, sostenibile ed efficiente dell’acqua”.

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