Comunicati

Marcia della Pace, le iniziative dei senatori Pd

“Impegnarsi per la pace e contro ogni violenza è necessario e lo dobbiamo continuare a fare anche nelle istituzioni”. àˆ il messaggio che alcuni senatori del PD – Di Giovan Paolo, Nerozzi, Amati, Vita, Granaiola, Bertuzzi, Della Seta e Ferrante – hanno voluto inviare con una conferenza stampa di appoggio alla Marcia Perugia-Assisi del prossimo 16 maggio.

Per Roberto Di Giovan Paoloi può essere impegnati e realisti per la pace: “Come parlamentari abbiamo presentato un ddl costituzionale per costituire la parte italiana dell’esercito dell’ONU e dell’UE e per costituzionalizzare le missioni di pace solo quando richieste dalle Nazioni Unite. Per intenderci, ‘sì’ a Sarajevo, ‘no’ in Iraq. Su questo il PD, forse anche il prossimo 21-22 maggio all’Assemblea programmatica del partito, potrebbe esprimersi ufficialmente”.

Un altro caso concreto di azione positiva per la pace è l’impegno dei parlamentari PD per circa 120 immigrati scacciati a gennaio scorso da Rosarno. Il sen. Paolo Nerozzi, forte della sua esperienza Cgil, ha sottolineato come l’impegno sia non solo per far fruttare il recente accordo tra Provincia di Roma e associazioni imprenditoriali dell’agricoltura, ma anche per vigilare affinché il caporalato non ritorni con la stagione del raccolto a venire. Infine, Pier Virgilio Dastoli, presidente del Movimento Federalista Europeo del Lazio, ha collegato i temi della pace e dell’immigrazione alla visione europeista annunciando la partecipazione alla Marcia della Pace e, a seguire, il 4 e 5 giugno all’Università  Roma Tre una convenzione dei cittadini per i beni pubblici europei e la pace.

Governo favorisca la filiera corta dei biocarburanti

“Il Governo adotti ogni iniziativa utile, nelle opportune sedi europee e internazionali, per promuovere una moratoria sull’ulteriore espansione della produzione di biocarburanti da filiera lunga, in attesa che le Nazioni Unite ne valutino pienamente l’impatto a livello globale, garantendo così il pieno rispetto dei diritti umani delle comunità  locali coinvolte e la sostenibilità  ambientale dei territori nei quali esse vivono”. Lo dichiara il senatore Francesco Ferrante, responsabile per le politiche relative all’energia ed ai cambiamenti climatici del Partito Democratico, intervenendo in Aula durante la discussione sugli obiettivi posti dalla direttiva europea per la promozione delle energie alternative.

Continua Ferrante, “il fenomeno del land grabbing, ossia l’aumento vertiginoso delle superfici coltivabili acquistate o prese in concessione dalle imprese italiane dai Paesi interessati in Africa, Asia ed America per produrre biocarburanti è un fenomeno che preoccupa le Nazioni Unite e la Fao, alla luce delle possibili ripercussioni sull’obiettivo della sicurezza alimentare mondiale, della protezione dei contadini poveri e della sostenibilità  ambientale. Invece di far percorrere migliaia di km ai prodotti destinati alla trasformazione in biocarburante, vanificando così qualsiasi vantaggio dal punto di vista della sostenibilità  ambientale a causa delle emissioni connesse al trasporto dei prodotti agricoli dai luoghi di produzione all’Italia, sarebbe auspicabile che il Governo predisponesse un piano d’azione volto ad incentivare la ricerca e lo sviluppo dei biocarburanti di seconda generazione, derivanti da residui ligneo cellulosici o da scarti alimentari, e a favorire l’utilizzo del biometano.

“E’ incomprensibile il parere negativo del Governo all’ordine del giorno che avevo presentato insieme ad altri colleghi del Pd, che chiedeva una moratoria delle importazioni da una parte e il sostegno alla filiera corta dall’altra. E’ addirittura paradossale il voto contrario dei colleghi della Lega che si è rivelato decisivo, visto che l’odg è stato bocciato per soli 8 voti: sui loro territori i leghisti hanno esattamente quella posizione, ma ormai conclude Ferrante – siamo abituati alla loro doppiezza”.

Nucleare: chi nel Pd vuole dietrofront, lo proponga nelle sedi democratiche

“Sul  nucleare  la posizione del Partito democratico, contraria all’attuale
nucleare,   è   assolutamente  chiara  ed  è  la  stessa  di  grandi  forze
progressiste  europee,  dai  socialdemocratici tedeschi ai liberali inglesi
alle forze emergenti dell’ecologismo riformista. Se qualcuno, sulla base di
visioni  ed analisi francamente un po’ datate, vuole cambiarla, lo proponga
nelle  sedi  democratiche  del  partito  e  si  voti”. Roberto Della Seta e
Francesco  Ferrante,  senatori  Pd  ed  esponenti  ecodem,  rispondono così
all’appello  con cui alcuni parlamentari e scienziati chiedono a Bersani di
rivedere il no all’atomo.
 “Il  Pd- continuano i senatori del Pd – è contrario alle attuali tecnologie
nucleari  –  affermano  i  due  senatori  –  perché  a  fronte  di costi di
investimento  esorbitanti  e  tali  da  richiedere  il  sussidio più o meno
diretto  di  finanziamenti pubblici, non hanno risolto nessuno dei problemi
di  sicurezza  e  di impatto ambientale, a cominciare da quelli legati allo
smaltimento  delle  scorie  radioattive.  Per  l’Italia,  poi,  tornare  al
nucleare  vorrebbe dire spendere tra i 20 e i 30 miliardi di euro per avere
forse tra quindici anni quattro centrali, che contribuirebbero per meno del
5%  ai  consumi  energetici; nel frattempo, questo impegno straordinario di
risorse  pubbliche  e  private  ci  farebbe  perdere  i  treni  della  vera
innovazione energetica indispensabile per ridurre la dipendenza dai fossili
e  per  fronteggiare la crisi climatica, che si chiama efficienza, ricerca,
sviluppo delle rinnovabili”.
E’  naturalmente  legittimo  –  concludono  Della  Seta  e  Ferrante – che
iscritti  e  simpatizzanti  del  nostro partito la pensino diversamente, ma
questa  è  la  posizione  del  Pd,  più volte espressa anche ai livelli più
autorevoli  e  con evidenza condivisa dalla gran parte dei nostri elettori.
Se  poi  qualcuno  chiede  un  rovesciamento  di  questa  linea,   più  che
promuovere  appelli  non  ha  che  da  proporlo  nelle  sedi deputate, come
l’assemblea programmatica del 21 e 22 maggio prossimi”.

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