SU “UNITA’ ED “EUROPA” L’APPELLO “PER IL PD CHE VOGLIAMO”
PIU’ DI 100 FIRME: REALACCI, VIGNI E GLI ECODEM,
CERAMI E ZANDA, MELANDRI E GENTILONI, SUSTA E BERLINGUER
“L’Italia ha bisogno di una politica più degna e di un Partito Democratico più credibile. Ha bisogno di un grande partito progressista, casa comune delle culture riformiste ed ecologiste”. Comincia così il manifesto-appello per “il Pd che vogliamo” promosso dagli ecodem Brachetta, Bratti, Ciarafoni, Della Seta, Ferrante, Mariani, Pintus, Realacci, Ronchi, Scalia, Vigni, Zamboni, e pubblicato oggi su “Unità ” e su “Europa”.
“La nostra ambizione – afferma Realacci – è di calare il dibattito che porterà al congresso nella realtà , nella concretezza delle posizioni su come dev’essere, cosa deve dire e proporre il Pd per convincere gli italiani. E di sottrarlo a un confronto solo tra candidati o tra vecchie appartenenze e fedeltà . Il buon risultato dei ballottaggi dimostra che il Partito democratico vince dove si occupa e si preoccupa di ciò che interessa gli italiani: questo il compito di un riformismo rinnovato e moderno, se invece ci parliamo addosso rischiamo un precoce declino”.
Per Fabrizio Vigni, “il Pd non può fare un congresso solo sui nomi. Prima vengono le idee, e l’idea che mettiamo in campo è la stessa di Obama: la green economy come via d’uscita dalla crisi. E’ questa la nuova frontiera del riformismo ed è questo l’obiettivo del nostro appello, aperto alla firma di tutti coloro che vogliono un Pd della speranza e della rivincita”.
Il documento è stato sottoscritto finora da oltre 100 dirigenti, militanti, simpatizzanti del Partito democratico: tra questi intellettuali come Vincenzo Cerami, scienziati come Enrico Alleva, economisti come Marzio Galeotti; poi parlamentari (Luigi Berlinguer, Susanna Cenni, Enrico Gasbarra, Paolo Gentiloni, Roberto Giachetti, Marialuisa Gnecchi, Giovanna Melandri, Anna Rossomando, Andrea Sarubbi, Gianluca Susta, Luigi Zanda); dirigenti territoriali e amministratori come Federico Gelli, Anna Rita Bramerini e Flavio Morini (Toscana), Nicola De Ruggiero e Alessandro Portinaro (Piemonte), Mario Di Carlo, Giuseppe Parroncini e Paolo Anibaldi (Lazio), Fiorenza Brioni e Carlo Monguzzi (Lombardia), Franco Bonanini (Liguria); esponenti del movimento giovanile (Andrea Casu, Filiberto Liguori e Luciano Nobili); rappresentanti del mondo associativo come Edoardo Zanchini e Maurizio Gubbiotti (Legambiente) e i presidenti di Arci Caccia Osvaldo Veneziano, di Lega Pesca Ettore Ianì e di Federparchi Giampiero Sammuri.
Nell’appello, viene disegnata l’identità possibile e auspicabile di un Pd veramente rinnovato e capace di “costruire un’alternativa vincente alla destra più inquietante e anti-ambientale d’Europa”. Un Pd “non di ex, ma di donne e uomini uniti da una stessa idea della politica e del futuro, un partito più coraggioso e più netto nei suoi sì e nei suoi no: sì alla green economy e no al nucleare; sì alla laicità delle leggi e no a tutte le tentazioni di Stato etico; sì a meno tasse sul lavoro e sulle imprese e a misure fiscali che colpiscano lo spreco di materie prime e l’inquinamento, e no a smantellare i beni e i servizi d’interesse pubblico; sì a politiche forti e rigorose per la legalità e la sicurezza dei cittadini, e no ad ogni giustificazione o ammiccamento verso le derive xenofobe“.
Per i firmatari del “manifesto”, il Pd deve “fare sua la questione morale, quella stessa sollevata trent’anni fa da Enrico Berlinguer e tuttora attualissima: vogliamo un partito che non difenda come sui rifiuti in Campania amministratori indifendibili solo perché sono ‘suoi’“.
Infine, l’appello chiede di dare centralità ai circoli, “strumenti prioritari per il radicamento territoriale: serve un partito aperto e accogliente, un partito che ami di più gli italiani e che s’identifichi con le risorse migliori e le ricchezze più grandi dell’Italia: le mille economie territoriali che danno alimento al made in Italy e le piccole e medie imprese che ne sono il fulcro, le eccellenze nella ricerca scientifica e nell’innovazione tecnologica, i tesori di natura e di cultura del Bel Paese, il volontariato al quale milioni di cittadini regalano ogni giorno un po’ del loro tempo. Solo un Partito Democratico così potrà contribuire a ridare speranza, la speranza di un futuro migliore, all’Italia e agli italiani. Solo un partito così potrà riconquistarne la fiducia”.