Comunicati

Ecodem: “Con il Ddl sviluppo addio green economy”

“Altro che green economy e fonti rinnovabili: nemmeno l’ombra degli obiettivi che tutti i grandi paesi si pongono ma invece un ritorno al passato, costituito da quel nucleare su cui in occidente praticamente nessuno investe più un euro”: lo dichiara Francesco Ferrante, esponente Ecodem in merito al ddl sullo sviluppo e sull’energia appena approvato oggi in via definita al Senato.
 

“Puntare ora sul nucleare – continua Francesco Ferrante – è una scelta incomprensibile e un fallimento annunciato, dimostrato dal fatto che quasi tutti i paesi maggiormente sviluppati tecnologicamente hanno smesso d’investire in questo senso e una grande parte delle 439 centrali nucleari esistenti nel mondo non verranno sostituite quando a breve smetteranno di essere in esercizio. In Italia invece il governo Berlusconi ha deciso di fare un bel salto all’indietro, affidandosi al nucleare di terza generazione francese con cui il presidente Sarkozy, definito dal Washington Post ‘il piazzista nucleare più aggressivo del mondo’ ha convinto Berlusconi e Scajola”.
 

“Si spenderanno 20-25 miliardi di euro per avere tra 20 anni, un’era geologica in campo tecnologico ed energetico, un apporto pari al 5 per cento dei consumi energetici del nostro paese. Sempre che – sottolinea l’esponente Ecodem – il governo riesca a individuare i siti per impiantare le centrali, dato che dovunque si recano Berlusconi e i suoi ministri negano che in quelle regioni possano essere allestiti i reattori nucleari. Un disegno di legge, quello approvato oggi – conclude – che è cieco di fronte alle vere esigenze energetiche del paese, alle sue potenzialità  in materia di energie rinnovabili  e che di certo non aiuterà  l’Italia ad uscire dalla crisi economica”.

Congresso Pd: serve un colpo d’ala, Realacci possibile candidato

“Non ci siamo: il dibattito congressuale non parte nel modo migliore, ci vuole un colpo d’ala che ci faccia ripartire dai contenuti”: questo il commento di Fabrizio Vigni e Francesco Ferrante, esponenti degli Ecodem, sul congresso del Partito Democratico.

“La campagna congressuale sembra iniziare con l’attenzione rivolta solamente alla costruzione di schieramenti contrapposti, per i quali appare allo stato difficile riuscire a rintracciare differenze politiche e programmatiche. Il congresso deve servire a presentare un progetto per l’Italia, non a regolare gli equilibri interni”.

“Noi non ci rassegniamo – continuano Fabrizio Vigni e Francesco Ferrante -. Gli ecologisti vogliono parlare prima di tutto di contenuti, della green economy come leva per rilanciare l’economia e costruire un futuro migliore. Vogliamo un partito che sappia far propria la più grande sfida del nostro tempo: la rivoluzione verde, come sta dimostrando Obama che proprio ieri ha varato un coraggioso piano sul clima, deve essere una questione centrale nel progetto delle forze riformiste e progressiste. Per questo la candidatura di Ermete Realacci, una ipotesi di cui stiamo discutendo e che sta riscotendo crescente consenso, potrebbe rappresentare una necessaria ventata di freschezza e di novità  nel congresso”.

Sacchetti di plastica: il governo rinvia il divieto di produzione

“C’è una norma a favore dell’ambiente e che favorisce la competitività  dell’industria più innovativa? Berlusconi la cancella o, nel migliore dei casi, ne rinvia l’entrata in vigore” E’ questo il commento di Francesco Ferrante dell’esecutivo nazionale degli Ecodem, all’annuncio che il governo inserisce, nell’ennesimo decreto “Milleproroghe”, il rinvio di un anno dell’entrata in vigore del divieto di produzione e commercializzazione dei sacchetti di plastica.

“Quel divieto che dovrebbe entrare in vigore il primo gennaio 2010 – prosegue Francesco Ferrante, autore dell’emendamento che portò in senato all’approvazione della norma contenuta nella Finanziaria 2007 – fu imposto con tre anni di anticipo proprio per dare il tempo all’industria chimica di riconvertirsi e adeguarsi agli standard più innovativi che la ricerca e proprio l’industria italiana hanno prodotto realizzando sacchetti in plastica biodegradabile provenienti dal mais”.

“il governo però non ha fatto ancora niente, non ha avviato la sperimentazione che avevamo previsto nella stessa norma e non trova di meglio da fare che sospendere l’entrata in vigore del divieto alla vigilia. Per fortuna il mercato e le richieste dei consumatori stanno andando spontaneamente in quella direzione: le industrie innovative godono di sempre maggior successo e aumentano le produzioni di sacchetti ‘ecologici’. Tra industria e agricoltura crescono anche accordi innovativi di filiera per realizzare sul territorio vere e proprie ‘bioraffinerie’, e anche le grandi catene di supermercati si stanno attrezzando per offrire volontariamente ai consumatori alternative alla plastica inquinante”

“Un governo lungimirante – continua Francesco Ferrante – dovrebbe sostenere questi sforzi in modo da contribuire alla difesa dell’ambiente e rafforzare la capacità  competitiva del nostro paese senza nascondersi dietro un’inutile e controproducente proroga. Basti pensare che un sacchetto di plastica disperso nell’ambiente impiega oltre 400 anni per distruggersi mentre il nuovo shopper biodegradabile pochi mesi. Nel corso del 2008 in Italia si sono prodotti 300 mila tonnellate di buste in plastica: l’equivalente di 430mila tonnellate di petrolio e si stima che la Co2 emessa in atmosfera derivante da tale produzione sia di circa 200mila tonnellate annue”.

“C’è ancora tempo – conclude l’esponente Ecodem – e per questo rivolgiamo un appello al Ministro delle Attività  produttive Scajola per avviare la sperimentazione prevista dalla legge e si ritiri la proposta di proroga”.

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