Comunicati

Aderisco all’appello lanciato da Saviano contro il ddl ammazza processi

IL COMBINATO DISPOSTO DEI DDL GASPARRI-QUAGLIARELLO E ALFANO SULLE INTERCETTAZIONI DAREBBE VIA LIBERA ALLE ECOMAFIE
“L’appello di Saviano su Repubblica affinchè venga ritirato il ddl Gasparri-Quagliarello sul processo breve sta raccogliendo migliaia di adesioni, in maniera convinta anche dal mondo ambientalista, che sa bene quali effetti catastrofici scaturirebbero con questa legge ‘ammazza-processi’. Anch’io ovviamente aderisco all’appello, perché il combinato disposto di questa legge iniqua e pericolosa con il ddl Alfano sulle intercettazioni sarebbe per  i reati ambientali un vero e proprio ‘tana libera tutti’, dagli effetti disastrosi per il nostro Paese.” – lo dichiara il sen. Francesco Ferrante, esponente ecodem.
“Che il sistema giudiziario in Italia presenti delle gravi storture – continua Ferrante –  non sfugge a nessuno, ma la scappatoia proposta da questa legge è la soluzione più sbagliata, perché non mette in condizione il sistema giudiziario di essere più efficiente e perché, con un colpo di spugna toglie la speranza di chi da anni attende giustizia. Con la prescrizione breve rischiano di saltare molti dei processi già  avviati per reati ambientali: da quello a Taranto per la diossina all’Ilva a quello per l’inquinamento chimico della Valle del Sacco, ai procedimenti sull’affare Eternit, che vedono coinvolte quasi tremila persone.”
“Se a questo inquietante scenario aggiungiamo che, con il ddl sulle intercettazioni, si esclude il traffico di rifiuti dalla lista dei reati per i quali è concesso l’uso delle intercettazioni è facilmente comprensibile quali effetti devastanti si avranno se lasceremo strada libera e impunità  assicurata a chi, col business del traffico e dello smaltimento illegale dei rifiuti avvelena l’aria, contamina le falde acquifere, inquina i fiumi e le coltivazioni agricole.” – conclude Ferrante.

Olio, Zaia vigili su rispetto norma etichetta

Il governo italiano vigili perche’ sia garantito il consumo e la distribuzione di olio etichettato a norma nei pubblici servizi e nei diversi punti vendita’. Lo chiedono, con un’interrogazione al ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali i senatori del Partito democratico Colomba Mongiello,Giovanni Procaci, Alfonso Andria, Filippo Bubbico, Alberto Maritati, Salvatore Tomaselli, Alberto Tedesco, Leana Pignedoli, Maria Antezza, Maria Teresa Bertuzzi, Roberto Di Giovan Paolo, Flavio Pertoldi, Nino Randazzo, Stefano Ceccanti, Mauro Del Vecchio, Cecilia Donaggio, Francesco Ferrante, Daniela Mazzuconi, e Albertina Soliani. I senatori chiedono se ‘il ministro Zaia sia a conoscenza del fenomeno diffuso legato alla somministrazione e al consumo nei pubblici esercizi di olio d’oliva non etichettato conformemente alla normativa vigente e quali iniziative intenda adottare per garantire e monitorare il rispetto e l’effettiva attuazione sul mercato nazionale della normativa comunitaria che, a partire dal primo luglio 2009, ha introdotto l’obbligatorieta’ dell’indicazione in etichetta dello Stato membro da cui provengono le olive utilizzate per la produzione di olio vergine ed extravergine di oliva’.
‘E’ necessario – concludono i senatori
Pd – che, data la diffusione del fenomeno legato alla somministrazione e al consumo nei pubblici esercizi di olio d’oliva non etichettato segnalata su tutto il territorio nazionale, il ministro Zaia intervenga urgentemente con una efficace ed incisiva attivita’ di controllo, che sia svolta anche nei diversi punti vendita, nonche’ nella grande distribuzione organizzata’.

Ponte sullo stretto: troppe cariche per Ciucci

Ciucci con la nomina a Commissario straordinari cumula tre cariche e taglia fuori gli enti locali

“Non è la prima volta che il presidente dell’Anas Pietro Ciucci si trova a ricoprire più ruoli che richiederebbero invece una netta distinzione, ricordiamo quando egli era contemporaneamente presidente, direttore generale e consigliere dell’Anas. Con la recente nomina, da parte del ministro Matteoli, di Ciucci a commissario straordinario per la velocizzazione delle procedure relative alla realizzazione delle opere propedeutiche e funzionali del ponte sullo Stretto di Messina si è venuta a creare una evidente commistione dei ruoli di controllore e controllato, perché il Presidente dell’Anas è anche Presidente della società  Ponte sullo Stretto.” – lo dichiarano il senatore del Pd Francesco Ferrante, che sulla vicenda ha depositato un’interrogazione parlamentare al ministro Matteoli, e Salvatore Granata, direttore di Legambiente Sicilia.
per la velocizzazione delle procedure relative alla realizzazione delle opere propedeutiche e funzionali del di Messina si è venuta a creare una evidente commistione dei ruoli di controllore e controllato, perché il Presidente dell’Anas è anche Presidente della società  Ponte sullo Stretto.” – lo dichiarano il senatore del Pd Francesco Ferrante, che sulla vicenda ha depositato un’interrogazione parlamentare al ministro Matteoli, e Salvatore Granata, direttore di Legambiente Sicilia.

“Con questo incarico triennale assegnatogli dal ministro delle Infrastrutture – si legge nel comunicato –  Ciucci potrà  monitorare l’adozione degli atti e dei provvedimenti necessari per l’esecuzione degli investimenti e vigilerà  sull’espletamento delle procedure realizzative e autorizzative. Potrà  inoltre, sempre al fine dell’adozione dei provvedimenti e degli atti necessari allo svolgimento della propria attività  operare con i poteri anche sostitutivi degli organi ordinari e straordinari, esautorando di fatto tutti gli enti locali interessati dalle opere infrastrutturali. Il Commissariamento spoglierà  le comunità  locali del diritto di pianificare l’assetto futuro dei propri territori e vanificherà  il lavoro avviato dallo stesso Comune di Messina per concertare con le forze sociali della Città  scelte urbanistiche di particolare delicatezza, che riguardano un territorio a rischio sismico ed idrogeologico il quale sta già  scontando l’impatto di un’urbanizzazione pesante ed invasiva.m Il presidente della più grande azienda dello Stato, l’Anas, azionista di maggioranza della Società  dello stretto di Messina, come commissario straordinario verifica dunque quello che lui stesso fa, ovvero gestire innanzitutto quel miliardo e 300 milioni sbloccati dal Cipe per avviare la progettazione. Soldi veri, soldi pubblici, che sono del resto gli unici fondi disponibili. Finora non si è visto nessun contributo privato, come il governo e lo stesso Ciucci raccontano. La somma sbloccata dal Cipe era già  stata stanziata da anni: fu dirottata dal governo Prodi su infrastrutture di Calabria e Sicilia e non è che una prima – minima – tranche del costo complessivo, che arriverà  alla mostruosa cifra di  6,3 miliardi di euro in sette anni.”

“Questa quantità  enorme di denaro pubblico verrà  dunque gestita sostanzialmente da un unico soggetto, che per volontà  del governo e del ministro Matteoli nello specifico, si ritroverà  ad essere  controllore e controllato, concessionario e ricevente, della più faraonica e probabilmente inutile infrastruttura costruita in Italia, che i cittadini italiani pagheranno di tasca propria nei decenni a venire. “ – concludono Ferrante e Granata.

 

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