Comunicati

Beni confiscati: ho acquistato uno dei 3mila immobili confiscati alla mafia battuti all’asta da Libera

LA CAMERA BOCCI QUELL’INDECENTE ARTICOLO.

“Oggi, ‘acquistando’ uno dei tremila beni immobili confiscati alla mafia e battuti all’asta da Don Ciotti ho inteso dire no all’indecente emendamento votato la settimana scorsa al Senato, che se dovesse essere approvato anche dalla Camera, lancerebbe un messaggio devastante a tutto il movimento antimafia, ovvero che questo governo corre scientemente  il rischio di restituire i beni confiscati alle organizzazioni criminali, capaci di mettere in campo sistemi di intermediari e prestanome, già   pronte per riacquistarli.” Lo dichiara il sen. Francesco Ferrante (Pd), intervenuto questa mattina presso la Bottega della Legalità  Pio La Torre per un’asta simbolica dei beni immobili a ‘rischio’, organizzata dall’associazione Libera. 

”Con l’emendamento alla Finanziaria approvato dalla maggioranza di centrodestra al Senato – continua il senatore Ecodem –  si consente la vendita dei beni immobili confiscati alle mafie, e si  tradisce l’impegno assunto con il milione di cittadini che nel 1996 firmarono la proposta per la legge sull’uso sociale dei beni confiscati alla mafia e la loro restituzione alla collettività .” 

“La grande partecipazione all’appello lanciato da Don Ciotti e da Libera, accolto da tante associazioni e da tante personalità  della società  civile, mi auguro possa far tornare la maggioranza sui propri passi nel passaggio alla Camera, e mi auguro altresì che i beni confiscati continuino ad essere destinati all’utilissimo riuso sociale.” – conclude Ferrante. 

Digitale terrestre: switch off nel Lazio causa disagi anche in Umbria

IL MINISTERO DELLE COMUNICAZIONI MONITORI LA SITUAZIONE

“Il difficoltoso e scarsamente organizzato switch off del Lazio sta colpendo anche gli utenti delle regioni limitrofe, in particolar modo l’Umbria. Il caos e i disagi che i cittadini romani hanno subìto colpiscono, secondo quanto segnalano molti cittadini umbri, anche parte di una regione che ha il proprio switch off previsto addirittura nel 2012. Il ministero delle comunicazioni verifichi la situazione e si attivi sulle interferenze e i malfunzionamenti” – lo dichiara il senatore del Pd, eletto in Umbria, Francesco Ferrante, che preannuncia in merito un’interrogazione parlamentare. “Secondo le notizie che provengono dal territorio molti cittadini umbri, in particolar modo le persone più anziane, sono vittime della nuova tecnologia, e soprattutto della carenza di informazioni e assistenza a seguito del passaggio al digitale terrestre nel Lazio. Lamentano serie difficoltà  ovviamente anche le piccole televisioni locali che, a causa di disturbi e assenza di segnale, perdono interamente il loro bacino d’utenza .” “E’ bene – conclude Ferrante – che il Ministero delle Comunicazioni monitori con attenzione la situazione, anche in previsione dei futuri switch off che interesseranno le altre regioni italiane e affinchè altri utenti non debbano fare le spese di un fastidiso disservizio.”

Clima: una posizione di retroguardia é contro gli interessi dell’Italia

“La determinazione dell’Ue non è unilateralismo. E’ grazie proprio alla scelta dell’Europa di assumere comunque impegni e di compiere  passi concreti per la riduzione delle emissioni di anidride carbonica se oggi anche paesi a lungo recalcitranti come gli Stati Uniti o la Cina si mostrano consapevoli della necessitò di agire”. Lo dicono i senatori del Pd Roberto della Seta e Francesco Ferrante.
“Sul clima – proseguono i due esponenti ecodem – l’Europa è stata leader nel mondo e deve continuare su questa strada. In queste settimane occorre moltiplicare gli sforzi perché a Copenaghen si raggiunga un primo accordo globale e vincolante, ma in ogni caso questo primato europeo non va messo in discussione. Anche perché,  facendo da battistrada nell’impegno sul clima, l’Europa fa anche i propri interessi economici e strategici. Chi oggi investe di più su questo fronte lavora per creare occupazione, sviluppo e benessere, come dimostrano gli esempi dei paesi europei più virtuosi. L’Italia finora ha arrancato dietro l’Unione europea, sarebbe bene che le nostre classi dirigenti,  a cominciare dalla presidente di Confindustria e dal ministro dell’Ambiente, si convincano che questa posizione di retroguardia è contro gli interessi dell’Italia”.

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