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Ai funerali di Diego Bianchina a Terni: un’ennesima tragedia, bisogna spezzare questa catena di morti

Dichiarazione sen. Francesco Ferrante – Pd “Le più sentite condoglianze alla famiglia di Diego Bianchina, che ha perso la vita a soli 31 anni mentre faceva il suo lavoro. Non posso che esprimere il dolore e lo sconcerto per l’ennesima tragedia sul lavoro. In questo momento di vicinanza alla famiglia e ai colleghi di Diego Bianchina invoco anche la determinazione a non rassegnarci: bisogna spezzare questa catena di lutti che lega tristemente il nord e il sud del nostro Paese ” – lo dichiara il senatore del Partito democratico Francesco Ferrante , intervenuto ai funerali presso la chiesa dell’Immacolata Concezione del giovane morto alcuni giorni fa a causa di un incidente sul lavoro nello stabilimento Thyssen Krupp Acciai speciali di Terni.

Energia: grave che Enel chieda a Greenpeace 1,6 milioni di euro di danni


“L’Enel  chiede 1,6 milioni di danni a Greenpeace in conseguenza delle proteste pacifiche e dimostrative che l’associazione ambientalista ha portato avanti dal 2006 contro le attività  inquinanti della principale azienda fornitrice di energia elettrica italiana. Una presa di posizione molto dura, che rischia di far giungere al muro contro muro i rapporti con le associazioni ambientaliste”. Lo dicono i senatori del Pd Francesco Ferrante e Roberto Della Seta.

“La notizia della richiesta di risarcimento danni all’associazione internazionale di Greenpeace – proseguono i due senatori ecodem – è rimbalzata all’estero, tant’è che è oggetto di un lungo articolo del quotidiano inglese Financial Times, dove fonti dell’Enel confermano la decisione di procedere legalmente. Lo stesso articolo dell’autorevole giornale economico descrive questa scelta, presa alla vigilia della Conferenza sul clima di Copenhagen, come  il  segnale della linea dura che l’azienda intende seguire nell’ampliamento del programma di costruzione delle centrali a carbone, anche contro l’opposizione delle popolazioni locali, e in vista delle proteste che Greenpeace si appresta a lanciare contro il programma nucleare del governo. La richiesta di 1,6 milioni di euro di danni – continuano gli esponenti ecodem – comprenderebbe anche la spesa di 1,3 milioni utilizzati per la pulizia della ciminiera di Porto Tolle, scalata dagli ambientalisti e su cui gli stessi dipinsero la scritta ‘No Carbone’.”
“Una così elevata richiesta di risarcimento danni temiamo che possa solo inasprire il confronto con chi si batte per una maggior qualità  dell’aria e dell’ambiente, e ci auguriamo dunque che Enel non voglia intimidire un’associazione come Greenpeace che con coraggio porta avanti, da anni e  in tutto il mondo, battaglie importanti solo con pacifiche azioni dimostrative.” – concludono Della Seta e Ferrante.

Immigrazione: il Cie di Ponte Galeria a Roma è prigione, situazione intollerabile

“Il Centro di identificazione e espulsione di Ponte Galeria a Roma è un’autentica anomalia del sistema giudiziario italiano, una galera di fatto per chi non deve scontare nessuna condanna ma che, solo per il fatto di non essere in possesso di un  permesso di soggiorno valido,  deve attendere fino a sei mesi per poter essere rilasciato. Una situazione intollerabile e potenzialmente pericolosa, indegna di un paese civile, alla quale vanno date risposte”. Lo dice il senatore del Pd Francesco Ferrante che preannuncia in merito un’interrogazione parlamentare al ministro dell’Interno, dopo la sua visita ispettiva di ieri al Centro di identificazione ed espulsione di Ponte Galeria, nei pressi di Roma, in occasione dell’iniziativa promossa dai radicali per controllare i centri per immigrati di tutta Italia.
“Il Cie di Ponte Galeria – continua Ferrante –  si presenta in maniera inequivocabile come una galera, con sbarre, cancelli chiusi a chiave e orari di visita regolamentati, con la sola differenza che il personale preposto non è composto da guardie carcerarie ma da  operatori della Croce Rossa e pochi funzionari di Polizia, che operano con assoluta carenza di mezzi e fondi. La manutenzione delle strutture che accolgono i cittadini extracomunitari è assolutamente insufficiente: il sistema di riscaldamento è praticamente fuori uso e manca l’acqua calda, mentre i bagni sono in gran parte inagibili. Le difficoltà  affrontate dalla Croce Rossa sfiorano il paradosso: ad esempio l’interruzione dell’accordo con la Asl Roma D rende difficilissima anche la prescrizione di un comune medicinale.”
“Se a ciò si aggiunge che nel centro, che ospita 257 persone, vi è un solo psicologo, un solo mediatore linguistico-culturale e una solo consulente per l’assistenza legale, e non si praticano nessuna delle attività  che di solito impegnano i detenuti, è facile comprendere come la situazione nel Cie sia potenzialmente ad alto rischio, oltre a costituire la prova tangibile dell’abnormità  prodotta dal ‘pacchetto sicurezza’, legge da cambiare al più presto.” – conclude Ferrante.

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