Comunicati

Ispra: basta promesse, Prestigiacomo faccia i contratti

 “Il ministro Prestigiacomo dovrebbe procedere immediatamente a stipulare i contratti, anche a progetto, per i precari dell’Ispra, invece di continuare a fare solo promesse. Questo è il requisito minimo per chiedere ai lavoratori in agitazione di scendere dal tetto dell’Istituto e interrompere la loro protesta. Ci pare inutile e controproducente, poi, lo scaricabarile con altre istituzioni”. Lo dicono i senatori del Pd Francesco Ferrante e Roberto Della Seta, esponenti ecodem, a proposito delle dichiarazioni del ministro dell’Ambiente sulla situazione dei precari dell’Ispra. “E’ chiaro – proseguono i due senatori del Pd – che servono fondi aggiuntivi per garantire la ricerca nel settore ambientale e la stabilizzazione di questi ricercatori. Tuttavia riteniamo che, in attesa della soluzione definitiva che per lavoratori di lunga data non può che essere la stabilizzazione, il ministro Prestigiacomo dovrebbe mettere in campo immediatamente la soluzione tampone dei contratti a progetto. A questo punto, infatti, non bastano più le promesse, servono fatti immediati. I precari dell’Ispra sono in agitazione da quasi due mesi e meritano delle risposte, non solo chiacchiere”.

Aflatossine nella frutta secca: appello di Legambiente e Mdc

UE richiede raddoppio della soglia consentita di tossine nella frutta secca: a rischio la sicurezza alimentare 

 

“Le aflatossine, presenti nella frutta secca sono assolutamente note per le loro proprietà  genotossiche e cancerogene, per questo è necessario mantenere il più possibile bassa la soglia consentita in questi alimenti.”. 

E’ questo l’appello che Legambiente e del Movimento Difesa del Cittadino rivolgono al Parlamento Europeo circa la proposta avanzata dalla Commissione Europea sull’innalzamento dei limiti consentiti di aflatossine nella frutta secca. La richiesta sarà  sicuramente accettata oggi dal Comitato dei Rappresentanti dei 27 Stati dell’Unione Europea che deciderà  se allineare la legge comunitaria a quella del Codex Alimentarius, secondo cui è consentito un livello massimo di 10 µg/kg di aflatossine totali nelle mandorle, nelle nocciole e nei pistacchi pronti al consumo, superando il livello attualmente in vigore nell’UE (4 µg/kg di aflatossine totali). Il via libera definitivo al raddoppio spetterà  al Parlamento Europeo, che dovrebbe pronunciarsi nei prossimi tre mesi. 

Nel 2007 l’Efsa, l’Autorità  europea per la sicurezza alimentare, aveva affermato la necessità  di mantenere bassa l’esposizione alle aflatossine da fonti alimentari per tutelare la salute pubblica, una posizione che oggi ha scelto di modificare, appoggiando invece la proposta della Commissione Europea. 

Eppure la pericolosità  delle aflatossine non cambia, né è diminuita la sua diffusione nei prodotti alimentari, soprattutto per prodotti come la frutta secca. Lo confermano i dati di “Italia a tavola 2009”, il rapporto sulla sicurezza alimentare del Movimento Difesa del Cittadino e Legambiente: secondo il sistema di allerta comunitario sono le micotossine (785) i contaminanti principalmente riscontrati nella frutta secca. Si tratta soprattutto di aflatossine (782), seguite da problematiche microbiologiche. Dei 785 prodotti della categoria frutta secca, notificati per micotossine, 200 sono originari della Turchia, 167 della Cina, 164 dell’Iran e 69 degli USA. 

“Come sempre l’Efsa torna indietro sulle sue posizioni per scegliere l’ipotesi meno garantista per il consumatore – ha dichiarato Francesco Ferrante, responsabile agricoltura di Legambiente. Questa volta è andata addirittura in contrasto con la posizione dell’Istituto Superiore di Sanità  che, ad oggi, ha dichiarato nocivo per la salute l’innalzamento dei limiti di queste sostanze. E’ necessario dunque che si proceda al più presto nel riformare l’agenzia per la sicurezza alimentare con una diversa modalità  di gestione. Solo così sarà  possibile tutelare realmente la salute alimentare dei cittadini”. 

“Sebbene l’esposizione alle tossine derivante dalla frutta secca sia minima che senso ha prendere un provvedimento contro la tutela della salute dei cittadini? – ha dichiarato Silvia Biasotto, responsabile Sicurezza Alimentare del Movimento Difesa del Cittadino – Probabilmente le esigenze commerciali superano quelle di salute pubblica: paesi esportatori di frutta a guscio, come la Turchia, hanno infatti chiesto l’innalzamento dei limiti consentiti”. 

 

Per le mura di Amelia nemmeno un euro, 2 milioni e mezzo a Resca

2,5 MILIONI DI EURO EXTRA A MANAGER DEL MINISTERO BENI CULTURALI MA PER LE MURA CROLLATE NON ARRIVA PIU’ NEMMENO UN EURO
“Mentre le mura ciclopiche di Amelia, dopo il crollo del gennaio 2006, ancora attendono quel milione di euro stanziato dal governo Prodi necessario al completamento dell’opera di restauro, il Ministero dei Beni Culturali assegna a Mario Resca, il direttore per la valorizzazione dei musei voluto da Bondi,  un mega compenso extra di 2, 5 milioni di euro per il suo impegno per la Pinacoteca di Brera.” – lo dichiara il senatore del Pd, eletto in Umbria, Francesco Ferrante.
“Non si comprende davvero perché – continua il senatore democratico –  il Mibac non intenda occuparsi della stabilizzazione e ricostruzione di un patrimonio archeologico di enorme rilievo qual è la cinta poligonale di Amelia. Anziché trovare nuovi fondi con cui proseguire i lavori avviati grazie allo stanziamento di 500mila euro che ottenemmo dal ministro Rutelli, la commissione interistituzionale  ha dovuto fare i conti con il ritiro dei soldi già  assegnati, un milione di euro provenienti dal gioco del lotto e messi nero su bianco nel 2007, dirottati dal ministro Bondi non si sa bene dove. Quel che è certo è che la  mancata assegnazione dei fondi, già  stanziati per i lavori pluriennali, ha comportato l’interruzione dei lavori, impedendo il completamento del ripristino della parte di mura crollate e mettendo a rischio anche la parte degli interventi già  effettuati.”
“Di fronte all’inerzia e al blocco dei lavori i cittadini di Amelia giustamente si chiedono quale sia il motivo per cui il Mibac abbia relegato le mura ciclopiche tra le opere di serie b. E  l’apprendere che al più noto manager del Ministero dei Beni culturali verrà  probabilmente assegnato un compenso extra rispetto al suo stipendio di 2,5 milioni di euro, non potrà  che fare storcere il naso ai cittadini di Amelia e a tutti coloro che hanno a cuore il destino di un’opera millenaria” – conclude Ferrante.

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