Comunicati

Casilino 900: operazione elettorale a uso dei media

“Lo sgombero del campo nomadi Casilino 900 a Roma costituisce l’ennesima occasione perduta della gestione del sindaco Alemanno nella Capitale.
Senz’altro la situazione in quel sito presentava diversi problemi ed erano necessari interventi efficaci. Quanto è avvenuto ieri mattina però è solo una mossa elettorale, un’operazione ad uso e consumo dei media che non risolve nulla, ma che la dice lunga sul cinismo della giunta che governa Roma. Al Casilino 900 erano presenti tante irregolarità  da sanare. Ma quel campo era anche il luogo di un tentativo d’integrazione, per molti versi riuscito. Il numero dei ragazzi rom che frequentavano regolari corsi scolastici era molto alto. Ora tutto questo è vanificato con uno sgombero
che ha solo spostato altrove problemi già  esistenti. Restano gli
interrogativi e una certezza, quella che Roma non ha un governo in grado di risolvere definitivamente i suoi problemi, ma solo di nasconderli. Come si suol dire, lontano dall’occhio, lontano dal cuore”. Lo dichiarano in una nota i senatori del PD Roberto Di Giovan Paolo, Roberto Della Seta,
Francesco Ferrante e Mariapia Garavaglia, che annunciano anche la
presentazione di un’interpellanza al ministro degli Interni Roberto Maroni.

Università  di Terni, patrimonio fondamentale da salvaguardare

 IL MINISTRO GELMINI APRA TAVOLO DI CONCERTAZIONE CON GLI ENTI LOCALI E STANZI FONDO PER SALVAGUARDARE UN IMPORTANTE PATRIMONIO
“L’Università  di Terni, una realtà  che dal 1975 si è evoluta e consolidata,  deve essere difesa e salvaguardata, trattandosi non di un semplice, generico decentramento, ma di un polo universitario consistente e significativo, che dà  prestigio all’Ateneo multicampus umbro e all’intera comunità  regionale. Alla luce della riduzione drastica dei fondi destinati al polo ternano chiedo al Ministro dell’Istruzione di istituire urgentemente un tavolo di concertazione con la Regione Umbria, il Comune e la Provincia  di Terni e con tutti gli altri soggetti coinvolti per attualizzare gli accordi già  in essere e di verificare la possibilità  di stanziare un fondo straordinario alla Regione Umbria al fine di non vanificare lo straordinario patrimonio accumulato negli ultimi dieci anni nella provincia di Terni.” – così il senatore del Partito democratico Francesco Ferrante, che nel giorno del Consiglio Comunale straordinario sul futuro dell’Università , dichiara di aver predisposto un’interrogazione parlamentare al Ministro della Pubblica Istruzione.
“In questi ultimi anni la città  di Terni – continua il senatore del Pd –   si è connotata quale luogo privilegiato di insediamento di un considerevole numero di Centri di Ricerca, alcuni interni all’Università  degli Studi di Perugia, altri collegati ad Enti,  Fondazioni e imprese, e grazie alle decisive intese istituzionali tutti Governi negli ultimi anni hanno garantito il proprio impegno nell’erogare le risorse  necessarie al consolidamento del Polo Universitario della Provincia di Terni.”
“Un ridimensionamento dell’offerta universitaria è un’ipotesi inaccettabile, considerando anche  che una scelta del genere avrebbe sicuramente una forte ripercussione economica, lavorativa e sociale sul territorio umbro, e in particolare su quello ternano e dunque sono certo – conclude Ferrante –  che il senso di responsabilità  farà  da collante di tutte le forze politiche della regione, al di là  dello schieramento politico, unite per salvaguardare l’importante patrimonio del Polo universitario ternano.”

Con gli immigrati senza se e senza ma

Articolo pubblicato su L’Unità 

A che serve, che futuro ha il Pd se non reagisce con veemenza e nettezza dopo i fatti di Rosarno? Che ci sta a fare un partito come il Pd se non mobilita la sua forza organizzata, non mette in gioco le sue facce più autorevoli, per gridare che la “caccia al negro” di Rosarno, qualunque sia la sua dinamica, è un abominio razzista; per dare voce a quella parte di Calabria, d’Italia, che si rifiuta all’idea d’un Paese dove migliaia di persone vengono lasciate vivere e lavorare come vivevano e lavoravano i migranti africani a Rosarno, come vivono e lavorano decine di migliaia di altri migranti in tutta Italia?
Il razzismo, la xenofobia, come ogni altro fenomeno collettivo, hanno
sempre le loro spiegazioni sociali, culturali. E’ giusto ricercarle ed
approfondirle, è giusto e necessario in questo caso capire rapidamente
da cosa nasca la rabbia di molti rosarnesi contro gli immigrati, che
ruolo vi abbia giocato la ‘ndrangheta. Ma qualunque ne siano le cause, la “caccia al negro” vista in azione in queste ore è un “effetto” schifoso e indegno, punto e basta. Ogni atteggiamento neutrale o cerchiobottista sarebbe insopportabile: si può e si deve stare solo da una parte, dalla parte delle vittime, s’impone una grande reazione pubblica che non si limiti alle associazioni quotidianamente impegnate nell’assistenza e
nella solidarietà  agli immigrati e alla Chiesa, che veda  in prima
fila le forze politiche che si richiamano ai valori della coesione
sociale, dell’anti-razzismo, dell’accoglienza verso chi viene in Italia spinto dalla miseria e chiamato – chiamato da “noi” – per lavorare. Che veda in prima fila, protagonista, il Partito Democratico.
Un giorno di marzo, per 24 ore, centinaia di migliaia di lavoratori immigrati
incroceranno le braccia per mostrare concretamente all’Italia che senza
di loro il nostro Paese è zoppo, non funziona. Questa iniziativa, che ne
replica una analoga organizzata recentemente in Francia, per ora è
promossa da un insieme di organizzazioni di immigrati e di forze
dell’associazionismo e del volontariato.
L”appello che noi lanciamo da questo giornale è che il Partito Democratico aderisca a questa protesta, ne faccia un elemento fondante della sua identità  colleettiva, e che quel giorno si mobiliti in una manifestazione nazionale anti-razzista. Se non ora, quando?
Roberto Della Seta
Francesco Ferrante
parlamentari del Pd

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