Comunicati

Carceri: è strage silenziosa, il Governo intervenga subito

“Quello del giovane  Abellativ Sirage Eddine è incredibilmente il quinto suicidio in carcere nei soli primi 14 giorni del 2010. Il fenomeno ha ormai assunto le dimensioni di una strage silenziosa, una morte ogni tre giorni. E’ necessario che il governo intervenga immediatamente per migliorare le condizioni di vita nei penitenziari, certo senza aspettare il piano carceri pomposamente varato ieri, visto che ci vorranno con tutta probabilità  anni per attuarlo”. Lo dice  il senatore del Pd Francesco Ferrante.
“E’ necessario – prosegue Ferrante – che il governo intervenga immediatamente per rendere più umane le condizioni della vita quotidiana nei penitenziari, senza aspettare di costruirne altre. Occorre disafollare le carceri attraverso il ricorso, quando possibile, alle pene alternative, che vanno finanziate,  e garantendo a chi sta scontando la pena un adeguato sostegno psicologico. Come avevamo chiesto ben prima che avvenisse questo ennesimo suicidio, vorremmo che il presidente del Consiglio venisse al più presto in Parlamento a riferire sulla reale consistenza del fenomeno delle morti nelle carceri e nei Cie, in modo che possano essere distinti i suicidi dalle morti naturali e dalle morti per cause sospette”.

Nucleare: il Governo nasconde i siti, ma la lista c’è. Anche l’Umbria coinvolta

“Anche l’Umbria è coinvolta nella scelta dei siti nucleari, essendo il territorio alla confluenza di Tevere e Nera tra Orte e Magliano Sabina tra le aree  candidate”. Lo dichiara  il senatore Pd Francesco Ferrante, che sul punto ha preannunciato un’interrogazione urgente al ministro Scajola.

 

 “Durante il ‘question time’ di martedì alla Camera – prosegue il senatore ecodem – il governo, rispondendo a un’interrogazione di Ermete Realacci, si è rifiutato di indicare l’elenco dei siti nucleari, preoccupato per gli effetti sulle prossime elezioni regionali, ma non ha smentito che la lista in via di predisposizione ricalchi quella definita a suo tempo dal Cnen. Ciò significa molto semplicemente che degli oltre 40 siti della mappa nucleare dell’Italia, uno si trova al confine tra Lazio e Umbria, ovvero alla confluenza del Tevere e del Nera tra Orte e Magliano Sabina. In base alla mappa stilata a suo tempo dal Cnen, questo sito soddisfa i requisiti richiesti dal nucleare, a cominciare dall’ampia disponibilità  di risorse idriche”. 

 “I silenzi ‘pre-elettorali’ del governo – continua Ferrante – confermano che la scelta nucleare di Berlusconi e Scajola non è solo profondamente sbagliata in sé, per gli altissimi rischi ambientali e gli esorbitanti costi economici collegati alla realizzazione di nuove centrali atomiche: è anche una scelta inaccettabile per i metodi e le procedure seguiti. Mentre ai cittadini viene tenuto nascosto dove nasceranno gli impianti nucleari, la lista è perfettamente a conoscenza non solo del governo ma anche delle imprese interessate all’affare: di recente l’ha ammesso candidamente lo stesso amministratore dell’Enel Fulvio Conti, dichiarando testualmente che ‘nemmeno sotto tortura avrebbe rivelato la lista’ “. 

Roma, 14 gennaio 2010 

Nuclearisti e opportunisti

Più si avvicina la scadenza delle elezioni amministrative e più il centrodestra fa melina rispetto all’indicazione di quali saranno i cinque, otto, dieci siti, destinati a ospitare i nuovi impianti nucleari. Non solo il numero esatto è ancora scritto sulla sabbia, ma l’approccio nuclearista del centrodestra sembra scemare approssimandosi il confronto diretto col territorio. Il candidato del Pdl alla Regione Lazio, Renata Polverini ha esordito sul tema con una dichiarazione di disarmante vaghezza, trincerandosi dietro un bartaliano ‘va tutto rivisto’. Comunque, come ha sottolineato Ermete Realacci ieri durante il question time alla Camera, dietro la cortina fumogena innalzata dal Governo ci sono gli stessi identici siti di cui si parla dagli anni ’70, perché la morfologia del nostro Paese è sostanzialmente identica ed è noto che il nucleare ha bisogno di acqua in abbondanza, dunque di un grande fiume o del mare. Per Scajola, che non si stanca mai di ripeterlo, l’atomo fa bene. Non deve però esserne così convinto se il governo è stato costretto a predisporre un complicato sistema di incentivi per gli enti locali affinché qualcuno accetti di portarsi un bel reattore francese vicino alla propria abitazione. E del resto non si spiegherebbe altrimenti perché le procedure elaborate dal Governo in materia di impianti nucleari siano così ipercentraliste, prevedendo addirittura l’equiparazione delle aree prescelte ai siti militari, per operare nella massima segretezza . A dicembre l’a.d. dell’Enel Fulvio Conti ha affermato che i siti dove sorgeranno le centrali nucleari in Italia sono già  stati individuati. Dunque, se è vero quel che dice Conti, e riteniamo fortemente che lo sia, il governo aspetterà  il 30 marzo per annunciare quali sono i siti, mentendo nel frattempo agli italiani nel fondato timore che gli irrisolti problemi di sicurezza del nucleare spaventino gli elettori. Non è questa l’unica panzana che il centrodestra racconta agli italiani, perché nessun esponente del governo ha mai risposto su quale sarebbe l’effettivo ritorno economico per i cittadini, a fronte di un investimento di non meno di 25 miliardi di euro per cinque centrali nucleari. Una grossa parte di questa somma sarebbe a carico dei contribuenti, sottraendo le risorse per sviluppare delle politiche energetiche realmente preziose per l’Italia, sia in termini di sostenibilità  ambientale e di modernizzazione tecnologica, sia per l’adozione di politiche anti-cicliche per uscire prima e meglio dalla crisi. Impegnare cifre abnormi in una tecnologia obsoleta vuol dire distogliere i fondi per incrementare l’efficienza energetica, che consentirebbe una riduzione dei costi per famiglie e imprese, e per sviluppare compiutamente l’uso delle fonti rinnovabili, in primis l’energia solare. Il governo col nucleare fa un clamoroso salto all’indietro frenando sulla ricerca e sullo sviluppo delle nuove tecnologie energetiche. E’

necessario che il no al nucleare proposto dal Governo e il si convinto ad una svolta nelle politiche energetiche abbiano un posto di rilievo nella campagna elettorale del Pd per le elezioni regionali, tanto più che in molte regioni governate dal centrosinistra si sono realizzate esperienze positive in questo ambito. Ed è decisamente incoraggiante che nelle regioni dove con più probabilità  verranno localizzati i nuovi siti nucleari i candidati governatori del centrosinistra così Mercedes Bresso, così Emma Bonino abbiano già  ripetutamente assunto su questo tema posizioni chiare e impegnate.Roberto Della Seta e Francesco Ferrante

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