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Nucleare: il Pdl lo vuole anche in Umbria?

  “L’esponente del PdL umbro on. Rocco Girlanda   si è dichiarato convinto assertore del ritorno al nucleare in Italia. Se questa è la linea condivisa dal Pdl è bene che i cittadini umbri sappiano che con una vittoria alle elezioni regionali del centrodestra c’è il rischio concreto di veder sorgere un reattore atomico nel territorio alla confluenza di Tevere e Nera tra Orte e Magliano Sabina” – lo dichiara il senatore del Pd, eletto in Umbria,   Francesco Ferrante.
“L’onorevole Girlanda ha dichiarato infatti che ‘il nucleare rappresenta un’opportunita’ per il nostro Paese e per la nostra industria e trattandosi   di un settore strategico di interesse nazionale, non ne deve essere ostacolato lo sviluppo, per cui il   Governo ha giustamente avocato a se’ la competenza, per estrapolarlo dalle solite strumentalizzazioni’. Se un esponente di primo piano del Pdl si esprime in tal senso – continua Ferrante –   è lecito immaginare che la posizione della sua coalizione sul territorio sia analoga, ovvero a favore di un nucleare a tutti i costi, con una militarizzazione delle procedure e lo scavalcamento delle istituzioni locali. Se a ciò si aggiunge che l’elenco dei siti nucleari, che il Governo in vista delle amministrative fa di tutto per nascondere, ricalchi per forza di cose quello definito a suo tempo dal Cnen, è ipotizzabile che il ritorno all’atomo passi anche per l’Umbria, tra Terni e Narni.”
“A questo punto – aggiunge Ferrante –   i cittadini umbri devono sapere cosa ne pensa al riguardo   il candidato del Pdl alla Regione Umbria, Fiammetta Modena. Urge chiarezza, perché siamo stanchi di un centrodestra nuclearista a Roma ma che nicchia, o addirittura nega, sul ritorno all’atomo quando parla direttamente al territorio.”
“I cittadini umbri sappiano che il Pd è convintamente contrario al ritorno dell’energia atomica in Italia, e l’impegno messo in campo durante questi anni dall’amministrazione   in Umbria a favore delle energie rinnovabili è la testimonianza del rispetto e della vicinanza che il centrosinistra ha nei riguardi del territorio che è stato chiamato a governare” – conclude Ferrante
 

Primarie in Umbria: ridotta affluenza campanello d’allarme. Ora Catiuscia sia audace nell’innovazione

 

“In pochi mesi abbiamo perso per strada circa 20mila elettori che erano venuti a ottobre a scegliere i segretario nazionale e che invece non  hanno voluto partecipare alla scelta del nostro candidato alla presidenza regionale.Un evidente segnale di disaffezione e un campanello d’allarme che suona sulle nostre divisioni e beghe interne, che ci hanno fatto apparire agli occhi di troppi cittadini distanti dai problemi reali.

Ora dobbiamo tutti recuperare e lavorare con impegno e dedizione in questa campagna elettorale, che Catiuscia Marini, facendo anche leva sulla sua giovane età , deve incentrare sull’innovazione, a partire dalle liste che dovranno rappresentare il meglio della società  umbra che continua a guardare al Pd come una grande occasione di modernizzazione, per continuare con la scelta di coloro che faranno parte della sua squadra di Governo e soprattutto dei temi su cui vorrà  caratterizzare la sua proposta di governo” – lo dichiara il senatore del Pd, eletto in Umbria Francesco Ferrante.

“L’Umbria – continua Ferrante –  è ricca di esperienze che da una parte puntano sull’innovazione tecnologica per dare un futuro anche industriale ad aree che quella vocazione l’ hanno sempre avuta, penso a Terni in primo luogo, e dall’altra parte tante altre che sullo straordinario patrimonio di bellezza, arte, cultura possono fondare uno sviluppo nuovo e al contempo duraturo. L’ambiente, le energie rinnovabili e l’efficienza energetica, il turismo e le innovazioni tecnologiche applicate all’industria, la ricerca e l’agricoltura di qualità : queste le parole chiave.”

“E’ arrivato il tempo di mettere da parte ogni timidezza: è questa la strada che Catiuscia Marini deve percorrere, e tutto il Pd con lei, per vincere nuovamente le elezioni e  offrire a questa straordinaria regione un futuro sereno e solido” – conclude Ferrante.

Rifiuti: vuoto a rendere uovo di colombo per risparmio e rispetto ambiente

“Per  ridurre  le  enormi di quantità  di rifiuti che produciamo ogni giorno
occorre  reintrodurre in Italia la buona pratica del vuoto a rendere che la
cultura  dell’usa  e  getta ha spazzato via, con i risultati che sono sotto
gli occhi di tutti. Non si tratterebbe di un nostalgico ritorno al passato,
perché  grazie al progetto strategico Vetro indietro e il coinvolgimento di
Italgrob,  Fipe-Confcommercio, Legambiente e le  aziende leader nel settore
della produzione di bevande si otterrebbero sostanziali benefici ambientali
ed  economici,  con  la riduzione della Tarsu e dell’IVA”. Così il senatore
del  PD  Francesco  Ferrante  presenta  il  suo disegno di legge che mira a
reintrodurre  in  Italia  la pratica del vuoto a rendere per contenitori di
vetro e alluminio, firmato anche dai senatori  Amati; Antezza; Baio; Bruno;
Bubbico;   Carloni;  Chiaromonte;  Chiti;  Della  Seta;  Di  Giovan  Paolo;
Donaggio; Magistrelli; Negri e Nerozzi.
“Quella  del  ‘vuoto  a  rendere’ – continua  Ferrante –   è una prassi mai
caduta  in  disuso  all’estero,  che in Italia potrebbe essere reintrodotta
mediante  l’istituzione  di  vere  e  proprie  filiere  di  recupero  degli
imballaggi, la creazione di sistemi di cauzioni più moderni, ma soprattutto
l’incentivo,  per  i  soggetti  aderenti,  di  sgravi fiscali sulla Tarsu e
dilazioni  di  pagamento  dell’IVA.  Nel  nostro  Paese,  la produzione dei
rifiuti  urbani continua ad aumentare di anno in anno. Occorre rimettere al
centro  delle  politiche sui rifiuti la Riduzione, la prima delle 4 R della
gerarchia  europea  per  gestire  correttamente  i rifiuti, ma anche la più
disattesa. Il ritorno del vuoto a rendere, già  al centro di una proposta di
legge  alla  Camera  degli  on.  Mazzocchi  e  Gava,  va  proprio in questa
direzione,  perché  riciclare  una  bottiglia integra consente un risparmio
energetico  cinque  volte  superiore  alla  fusione  del  vetro rottamato e
permette di riutilizzare un contenitore più di cinquanta volte”.
“Il  vuoto  a  rendere  –  conclude  Ferrante  –  non è altro che l’uovo di
Colombo  per  quelle  imprese  rispettose dell’ambiente  che sanno cogliere
l’opportunità   di  un  ‘risparmio collettivo’, e per le nostre città  sempre
più assediate dai rifiuti”.

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