Comunicati

Ok piano rinnovabili, ma via art. 45 e subito nuovo conto energia

“àˆ stato presentato solo l’11 giugno 2010 il Piano d’azione per le energie rinnovabili, e la sua consultazione, in vista della trasmissione alla Commissione Ue in teoria prevista per oggi, è ancora in corso.

Il piano messo a punto dal governo è un passo avanti importante perché finalmente mette nero su bianco i numeri giusti, quelli che ci possono consentire di raggiungere l’obiettivo del 2020 del 17% dei consumi finali di energia da fonte rinnovabile.

Occorre però un ulteriore sforzo del Governo e delle Regioni, che devono rispettivamente cancellare immediatamente l’articolo 45 dalla finanziaria, che ancora pende come una spada di Damocle sul settore delle rinnovabili, e non perdere altro tempo prezioso per approvare finalmente il nuovo conto energia per il fotovoltaico e le linee guida per le autorizzazioni.”

Lo dichiara il senatore Francesco Ferrante, responsabile per le politiche per i cambiamenti climatici del Pd.

“Il Piano d’azione per le rinnovabili proposto dal Governo – spiega Ferrante – ha ancora degli aspetti migliorabili, specie per quanto attiene il settore elettrico, dove c’è un eccesso di prudenza: se i consumi finali di energia elettrica dell’Italia si attestassero a 366 TWh al 2020, come stimato dal Governo nel Piano d’Azione, le rinnovabili potrebbero coprire anche più del 29.7% previsto dal piano.

Inoltre possono essere molto più spinti gli obiettivi sul settore termico, a patto ovviamente di rinnovare provvedimenti come quello del 55% che per il settore sono decisivi.

Occorre inoltre aggiunge Ferrante – delineare un quadro più chiaro e puntuale di criteri di priorità  e di incentivi per il settore delle biomasse e del biogas che da una parte dia certezze agli operatori e agli agricoltori sugli investimenti da qui al 2020 e che dall’altra premi realmente la produzione agricola e l’efficienza energetica delle filiere, calcolando l’effettiva riduzione di emissioni di CO2″.“Si utilizzino dunque conclude Ferrante – ancora alcuni giorni per mettere a punto in maniera organica le osservazioni che tutti gli stakeholder stanno inviando al ministero dello Sviluppo economico per mettere a punto un piano d’azione che sia il più efficace e condiviso possibile, e sul quale non pesino le incertezze che in questo ultimo periodo hanno gravato sul settore delle rinnovabili”.

Il Presidente della Repubblica Napolitano incontra Legambiente per i 30 anni dell’associazione

Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha ricevuto questa mattina al Quirinale, in occasione del trentennale dell’associazione, una delegazione di Legambiente composta da Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente, Rossella Muroni, direttore generale dell’associazione, e dai parlamentari Ermete Realacci, Roberto Della Seta e Francesco Ferrante. Al Presidente della Repubblica è stato consegnato il libro che racconta gli ultimi 30 anni dell’associazione e del nostro Paese, accompagnato dal dossier Ecomafia 2010 e dal rapporto annuale Ambiente Italia.

Al Presidente della Repubblica sono stati illustrati i temi ai quali l’associazione sta dedicando particolare attenzione: la crisi climatica, con la necessità  di abbattere da subito le emissioni di gas serra e controllare l’evoluzione del clima, e la legalità , per la cui tutela occorre evitare un nuovo condono edilizio, rafforzare da subito l’azione di contrasto delle ecomafie e garantire alle forze dell’ordine strumenti adeguati contro chi specula su ambiente, salute e territorio.

“Abbiamo espresso al Presidente della Repubblica – dice Vittorio Cogliati Dezza – la nostra preoccupazione sul disegno di legge sulle intercettazioni, che ne impedirebbe l’uso in relazione al reato di traffico dei rifiuti, uno dei business principali delle ecomafie. Abbiamo sollevato forti perplessità  sull’attacco alle fonti rinnovabili contenuto nella manovra economica, che indebolisce un settore della green economy proprio quando la crisi impone investimenti più sostenibili. Mentre l’approvazione di un nuovo condono edilizio sarebbe un regalo alle mafie del cemento”.

La balla del mare pulito

Articolo pubblicato su L’Unità 

E’andata in scena in questi giorni la “grande bufala” di Ferruccio Fazio. Il Ministro della Salute ha presentato alla stampa il Rapporto annuale sulle acque di balneazione, da cui si dovrebbe capire quanti e dove sono i tratti di mare troppo inquinati per poterci fare il bagno.
I dati contenuti nel Rapporto sono rassicuranti: sui 5175 chilometri di litorale controllati (oltre due terzi di tutte le coste italiane), i chilometri da vietare alla balneazione per inquinamento sono appena il 4%, poco più di 224. In trentacinque province la percentuale di mare pulito è superiore alla media nazionale, in molti casi raggiunge anche il 100%. Così per esempio nelle province di Imperia, Livorno, Potenza, Taranto, Campobasso, Ancona, Trieste e Agrigento. Meritano infine la lode l’Emilia Romagna e la Sardegna, regioni nelle quali tutte le province fanno registrare il 100% di balneabilità  delle coste controllate.
I siti vietati alla balneazione sono invece 302, e cinque le province con meno del 90% di mare balneabile. Maglia nera a Caserta, dove solo il 35% della costa è in regola.
Tutto bene dunque? No, tutta una balla. Perché le tabelle distribuite ai giornalisti, e scaricabili da chiunque sul sito del Ministero, sono quelle di un anno fa, con dati che si basano su analisi effettuate tra il 2008 e l’inizio del 2009.
Difficile dire come sia nata questa vicenda incredibile. Forse è soltanto sciatteria, forse qualcosa di peggio.
Fino a pochi giorni fa, sembrava che il Ministro della Salute si fosse dimenticato di comunicare agli italiani, come impone la legge, i dati sullo stato di salute del mare, sui tratti di costa balenabile  e su quelli vietati. La stagione estiva è già  entrata nel vivo, ogni fine settimana centinaia di migliaia di famiglie vanno sulle spiagge, ma del Rapporto sulla balneazione nemmeno l’ombra. Non è la prima volta che succede: nel 2008 fu reso noto il 2 luglio, l’anno scorso addirittura il 4 agosto, con buona pace di chi aveva già  fatto il bagno dove il depuratore funzionava poco e male e di chi aveva prenotato, pagando, una vacanza in una località  di mare inquinata. Quest’anno Fazio ha scelto un’altra strada: per accelerare i tempi – si fa per dire – ha fatto un po’ di copia e incolla, riciclando dati vecchi e spacciandoli per nuovi.
Il fatto è di assoluta e inedita gravità . In un Paese come il nostro con una spiccata vocazione balneare, e dove le cronache degli ultimi mesi dicono di zone costiere anche molto estese – per esempio il litorale del Golfo di Napoli – senza depuratori o con impianti andati in tilt, la condotta di Fazio è un ennesimo monumento all’irresponsabilità , al cinismo, al dilettantismo di troppi che sono pur sempre classe dirigente.
 

Roberto Della Seta
Francesco Ferrante
Parlamentari Pd
 

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