Comunicati

Dietro il progetto Sistri aspetti poco chiari

“Il SISTRI, il sistema di tracciabilità  dei rifiuti, non è ancora entrato in funzione ma si è già  rivelato un pasticcio. Oltre ai gravi problemi tecnici e gestionali che ne precedono l’avvio, che da mesi denunciamo con forza insieme alle imprese, spunta una trama non limpida dietro il brevetto e la progettazione del software”. Lo dichiara il senatori del Pd Francesco Ferrante che con il collega Roberto Della Seta ha presentato sulla vicenda un’interrogazione parlamentare al Presidente del Consiglio.
“Secondo diverse testate giornalistiche – spiega Ferrante – il Ministero dell’Ambiente avrebbe gestito il progetto SISTRI affidandone la realizzazione ad una  controllata del gruppo Finmeccanica, la Selex Service Mangement, senza indire una gara pubblica e con la copertura del segreto di Stato. In considerazione della nuova drammatica emergenza ambientale in Campania e degli interessi fortissimi della criminalità  organizzata nel business dei rifiuti si impone la massima trasparenza su un progetto, qual è il SISTRI, che vale centinaia di milioni di euro”.
“Altro aspetto oscuro della vicenda – continua il senatore democratico –  riguarda il costo per la registrazione del brevetto, che ammonterebbe 5 milioni di euro. Ma dal 2007 per il deposito delle domande di brevetto per via telematica è prevista una tariffa unica per diritti di deposito ridotta rispetto al deposito cartaceo, che è di soli 50 euro. Inoltre consultando il database dell’Ufficio Italiano Marchi e Brevetti  si scopre che dal marzo 2003 è registrato il titolo ‘Sistema e metodo per la gestione ed il controllo di dati relativi al trattamento di materiale, in particolare rifiuti’ registrato dall’ANPA, Agenzia Nazionale per la Protezione dell’Ambiente. Questo brevetto non è altro che il SISTRI, il Sistema di controllo per la tracciabilità  dei rifiuti. Dunque ci si chiede perché sarebbero stati spesi 5 milioni per un brevetto che già  esisteva e già  era di un Ente Statale e perché è stato secretato come ‘tecnologia militare’ se invece il brevetto del 2003 dell’ANPA è accessibile al pubblico”.
“I problemi tecnici denunciati dalle aziende che dovranno utilizzare il SISTRI e i ricorsi amministrativi delle aziende di software che hanno denunciato la mancata gara e la creazione di un monopolio di fatto a favore della controllata di Finmeccanica impongono una proroga dell’entrata in vigore del sistema, oltre a delle  spiegazioni in Parlamento su una vicenda per molti aspetti opaca”, conclude Ferrante.
 

Cinque Terre senza ombre

Franco Bonanini è un galantuomo e presto, prestissimo ci si augura,  l’inchiesta giudiziaria che lo ha portato in carcere si rivelerà  un errore. L’accusa è che avrebbe intascato i soldi europei destinati riparare i danni causati da un’alluvione dello scorso anno. Sembrerebbe una storia ordinaria di questo povero paese: un amministratore pubblico che si arricchisce ai danni della comunità  e del territorio che governa. Peccato che ciò non sia affatto credibile. Non lo è per chi conosce personalmente Franco, e altri tra quelli coinvolti nell’inchiesta, ma non lo è neanche per chi sa la storia di quel territorio che, proprio grazie al Parco delle Cinque Terre – di cui Franco è presidente sin dalla sua istituzione – ha vissuto una grande fase di rilancio grazie alla tutela e alla valorizzazione dell’ambiente e di quello straordinario patrimonio paesaggistico e culturale che ha fatto delle Cinque Terre un luogo valevole del riconoscimento dell’Unesco. E’ chiaro, ma lo scrivo a scanso di equivoci, che non è qui in discussione la facoltà  anzi il dovere della  magistratura di vigilare, indagare e intervenire, se il caso, su qualsiasi atto e su chiunque, ma non si riesce proprio ad immaginare quali siano i motivi che abbiano addirittura indotto a disporre l’arresto di Bonanini e sono convinto che sarà  il prosieguo stesso della vicenda giudiziaria a chiarire tutto. Certo qualche perplessità  in più nasce se risultasse vero che nelle carte processuali viene definito ”feudatario” il modo in cui veniva esercitato il potere nel Parco. Che vuol dire? E’ compito della magistratura dare un giudizio del genere? Il Parco è stato amministrato in maniera esemplare e con altissimi livelli di partecipazione dei cittadini e di tutte le comunità  coinvolte. Altro che feudi! Quel modello di gestione è apprezzato anche all’estero e gravissimo sarebbe se una lettura superficiale di questa vicenda inducesse qualcuno a gettare fango su quel Parco.

La riflessione amara, per me inevitabile, è pensare Franco in carcere in un Paese dove quotidianamente si fa strame della legalità  e i protagonisti di questo scempio continuano tranquillamente a fare danni da amministratori o addirittura sono “colleghi” parlamentari. E’ grave questa vicenda perché fa apparire tutti uguali, i galantuomini e i disonesti. Leggere le cronache, successive all’arresto, su autorevoli siti internet (repubblica.it per tutti) in cui la descrizione di Bonanini era la stessa di quella riservata ai protagonisti della P3 fa cadere le braccia e temo che per molti possa indurre alla sola reazione possibile: rassegnazione al supposto “son tutti uguali”. Non è così. Il tragico assassinio di Angelo Vassallo, ci ha raccontato che esistono amministratori onesti e coraggiosi che si battono per la propria gente, che difendono a rischio della vita – in questo disgraziato Paese – il territorio che amano e rispettano. Ce ne sono altri di questi “eroi”, da lì la politica, quella buona, dovrebbe ripartire. Il “radicamento sul territorio” di cui tanto si parla così deve essere inteso. Questa incresciosa vicenda non deve interrompere una storia importante e positiva come quella in corso alla Cinque Terre. Su questo dobbiamo continuare ad impegnarci.

 

FRANCESCO FERRANTE

Roadmap 2050: in Europa con rinnovabili si riducono gas serra e costi bollette

“Un Europa con un’ economia a basse emissioni di carbonio, in linea con gli obiettivi economici, ambientali e di sicurezza energetica dell’Unione europea non solo è sicuramente possibile, ma è anche un traguardo conveniente per tutti, a partire dai cittadini che possono veder alleggerite notevolmente le loro bollette”.Lo dichiarano i senatori Roberto Della Seta, capogruppo del Pd in Commissione Ambiente, e Francesco Ferrante, responsabile per il Pd delle politiche relative ai cambiamenti climatici, intervenuti oggi all’incontro sull’utilizzo delle fonti di energia rinnovabili per l’Europa e il Mediterraneo, dove la European Climate Foundation ha presentato lo studio, elaborato dal gruppo McKinsey , dal titolo ‘Roadmap 2050: guida pratica a un’Europa progredita e a basso livello di emissioni’.

“L’autorevole progetto Roadmap 2050 mostra, sulla base di approfondite analisi tecniche ed economiche, che un’Europa capace di non esalare quasi più anidride carbonica nell’atmosfera non costa di più e potrebbe anche costare meno. Diminuire dell’80 per cento le emissioni di CO2 al 2050, rispetto al 1990, stoppando l’effetto serra, comporterebbe, infatti, nelle previsioni peggiori, una bolletta di 250 euro l’anno per la famiglia media europea. Ciò vuol dire sottolineano gli esponenti del Pd – che per i consumatori non ci saranno costi superiori se si seguirà  la strada delle energie rinnovabili, perché il costo futuro dell’elettricità  per una famiglia si potrà  attestare a meno di 70 centesimi al giorno.A fronte dei dati chiarissimi dello studio la strada dell’energia nucleare perde ancor di più ragione d’essere:l’energia atomica ha come fattori negativi che lo rendono chiaramente anti economico i problemi della sicurezza, del mantenimento e dello smaltimento delle scorie, costi non solo enormi, ma anche difficili da prevedere e da quantificare esattamente”.“Ottenere in Europa una riduzione dei gas serra pari ad almeno l’80% nel 2050 con una generazione di energia a emissioni zero è dunque tecnicamente fattibile e completamente affidabile. Occorre agire però entro il 2015, e non perdere altro tempo prezioso come sta facendo il Governo Berlusconi, intenzionato a imbarcare il Paese nell’avventura nucleare, sprecando le risorse che dovrebbero andare invece nella direzione dell’efficienza energetica, delle interconnessioni delle reti a livello locale e dello sviluppo tecnologico delle rinnovabili”, concludono Ferrante e Della Seta.

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