Comunicati

Il Pd è finito se il patto di Bersani è conversione centrista

Se il ‘patto per l’Italia’ proposto da Bersani è l’idea di un’alleanza con i centristi e di una rottura con la sinistra che guarda a Vendola, segnerebbe la fine del Pd: non tanto perché spaccherebbe il suo gruppo dirigente, ma perché buona parte del nostro popolo ci abbandonerebbe”.

E’ quanto dichiarano i senatori ecodem Roberto Della Seta e Francesco Ferrante che aggiungono: “Il Partito democratico è nato per dare voce e risposta alla voglia di cambiamento dell’elettorato di centrosinistra, conquistando a una chiara prospettiva riformista anche tanti elettori delusi, incerti, cosiddetti ‘moderati'”. Per esempio, lo diciamo da ecologisti, è nato per mettere al centro del futuro l’intreccio firtuoso tra difesa dell’ambiente, dei beni comuni, e rinnovamento dell’economia, come avviene tra i progressisti di tutta Europa che su questo guadagnano consensi. Questa è la vocazione maggioritaria: immaginare il Pd come la casa comune dei riformisti italiani. Non si capisce come tutto questo si colleghi alla proposta del segretario Bersani. Delle due l’una: o questo patto propone un’alleanza temporanea con tutti quelli che vogliono portare il Paese fuori dal quindicennio berlusconiano, e allora è complicato escludere dai costituenti la sinistra, oppure ipotizza uno schieramento di governo con Pd e terzo polo, e in questo caso davvero si perderebbe l’ambizione fondativa del Partito democratico. Casini e Fini non sono riformisti, per oltre dieci anni hanno puntellato il potere di Berlusconi, e su tanti temi, a cominciare dall’ambiente, esprimono posizioni decisamente conservatrici”.

Nucleare: chi paga lo spot per ritorno atomo in Italia?

“Domani partirà  sui canali televisivi, Rai e Mediaset compresi, una campagna pubblicitaria istituzionale del Forum Nucleare italiano che, ammantandosi di neutralità , tenterà  di presentare il  nucleare come un’alternativa energetica pulita e conveniente.
Tenendo presente che del Forum Nucleare fanno parte in qualità  di soci fondatori aziende direttamente coinvolte nel business dell’energia atomica quali Westinghouse, Enel, Ansaldo Nucleare, Areva e Edf, è davvero difficle credere che non si tratti di una vera e propria operazione propagandistica.”
Lo dichiarano i senatori del Pd Roberto Della Seta e Francesco Ferrante.
“Il Forum Nucleare – continuano i senatori ecodem –  ha presentato la massiccia campagna pubblicitaria che si appresta a lanciare come  un’occasione per fornire ai cittadini informazioni complete e certe, al fine di aprire un dibattito sul ritorno dell’energia atomica in Italia.
Considerando che del Forum Nucleare fanno parte aziende che hanno un fortissimo interesse economico a costruire le centrali e a gestirne l’energia, lascia quantomeno perplessi che lo scopo possa essere quello di fornire un’informazione neutrale.
Non vorremmo che quello che vedranno gli italiani  sia una sorta di squilibrata pubblicità  comparativa, che va bene per promuovere una pay tv piuttosto che un’altra, ma non certo per parlare di energia e tutela della salute.”
“La cosa grave è che i 6 milioni stanziati per questa operazione – concludono i senatori Pd –  sono in realtà  uno dei primi costi che i cittadini e le imprese pagano all’avventura del ritorno al nucleare perché è del tutto evidente che le aziende elettriche scaricheranno tali costi sulle nostre bollette”
 

 

Scontri a Roma: chi invoca il carcere per i fermati lo ha negato per Cosentino

“Chi  oggi protesta per il rilascio dei giovani manifestanti fermati, pochi
mesi  fa  ha  votato  contro  la  richiesta   di  arresto per il deputato e
imputato di camorra Nicola Cosentino.
Questa  doppia  morale,  ribadita oggi in Senato da Maroni e Gasparri, è il
segno evidente di una classe dirigente priva di ogni coerenza etica”.
E’  quanto  dichiarano  i  senatori  del  Pd Roberto Della Seta e Francesco
Ferrante.
“Ogni  atto di violenza va condannato e represso, ma se al no alla violenza
la  politica, in particolare il Governo, non accompagna lo sforzo autentico
per  capire la novità  rappresentata dai movimenti giovanili di questi mesi,
il  rischio  è  che  le  violenze  proseguano  e si aggravino. In Italia il
disagio  giovanile  si  sta trasformando in rabbia, come in tutta Europa ma
con  un  ‘di  più’,  il ‘di più’  di una situazione sociale e economica che
esclude gran parte dei nostri ragazzi dal lavoro e dal welfare; il ‘di più’
di  una classe dirigente eticamente delegittimata, che  mentre fa la morale
ai  manifestanti  violenti  si  abbandona  a  comportamenti incivili, dalla
compravendita  dei parlamentari alle collusioni tra politica e criminalità ,
alle aziende pubbliche trasformate in aziende familiari”.
“Quanto  alle critiche espresse oggi da Maroni e Gasparri a chi come noi ha
posto  alcune  domande  sulla  possibile  presenza  nelle manifestazioni di
persone  estranee  ai  movimenti  giovanili  che da varie immagini sembrano
avere partecipato attivamente ai disordini, ci paiono decisamente gratuite:
noi,  ripetiamo, abbiamo posto delle domande, o alle domande si risponde, e
questo non è avvenuto, oppure i dubbi rimangono”, concludono i senatori.

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